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Polizia Locale Bari, caos sull’armamento del personale. Sindacati all’attacco: “Previsto solo per la notte è intollerabile”

14 Maggio 2025
– Autore: Raffaele Caruso
14 Maggio 2025
– Autore: Raffaele Caruso

“Le scriventi Organizzazioni Sindacali intendono nuovamente sottoporre all’attenzione degli Organi in indirizzo la questione, ormai non più rinviabile, relativa alla normativa sull’armamento del personale appartenente alla Polizia Locale di Bari. Negli ultimi tempi, anche a seguito di comunicazioni pervenute al personale attraverso canali non ufficiali, la gestione di tale materia ha assunto contorni paradossali, al limite del grottesco”.

Inizia così il comunicato congiunto di CISL FP Bari, UILFPL, CSA e S.U.L.P.L. “Tali modalità operative inducono a ritenere che i vertici della Ripartizione siano caduti in uno stato di confusione profonda, che rischia di compromettere la certezza normativa e organizzativa necessaria per un servizio tanto delicato – si legge nella nota -. Da tempo chiediamo l’istituzione di un tavolo di confronto, convinti che una tematica di tale rilevanza non possa essere affrontata con continui tentennamenti né, peggio ancora, con modifiche repentine e non coordinate delle disposizioni, spesso comunicate al personale in modo non uniforme”.

“È noto come nel Comune di Bari non sia mai stato adottato un Regolamento o una Delibera di Giunta che dichiari formalmente armato il Corpo di Polizia Locale. Manca inoltre un’armeria conforme e un’organizzazione strutturata idonea a supportare tale assetto operativo. Nonostante ciò, si tende a scaricare sui soli dipendenti le evidenti carenze e disfunzioni strutturali della Ripartizione – aggiungo i sindacati -. Eppure la normativa vigente – nello specifico, l’art. 20, comma 2, del D.M. n. 145/1987 – è chiara nel definire che, in assenza di specifiche disposizioni circa i servizi da svolgersi armati, questi si intendano riferiti di diritto ai servizi esterni di vigilanza, nonché a quelli di vigilanza e protezione della casa comunale, dell’armeria del Corpo, ai servizi notturni e di pronto intervento. Appare dunque inspiegabile come mai le recenti comunicazioni indirizzate al personale facciano riferimento esclusivamente al servizio notturno, omettendo ogni menzione alle altre fattispecie indicate dalla normativa”.

“Tale scelta appare come l’ennesima manifestazione di quella gestione differenziata e contraddittoria che da tempo denunciamo: da un lato, alcuni operatori sono di fatto esclusi dalla possibilità di svolgere servizi serali e notturni; dall’altro, si consente, solo per fare un esempio, lo svolgimento di servizi di vigilanza alla casa comunale o per un semplice turno antimeridiano e pomeridiano senza l’utilizzo dell’arma, in palese contrasto con quanto previsto dalla legge. È bene precisare che il cuore del problema non è solo la perdita economica per i dipendenti esclusi da tali servizi – elemento comunque rilevante in un contesto sociale ed economico difficile – ma soprattutto la sistematica violazione delle normative vigenti, colpevolmente ignorate da anni – aggiungono -. È risaputo, ad esempio, che molti operatori svolgono regolarmente servizi notturni pur non essendo armati”.

“Perché solo oggi si solleva il problema? E perché limitatamente ai soli turni notturni, ignorando le altre attività previste dalla norma? Si tratta di interrogativi legittimi, che esigono risposte chiare e tempestive. Essi rappresentano solo la punta di un iceberg, ovvero di una questione ben più ampia e complessa, che non può essere gestita con approssimazione e disorganizzazione – concludono -. Proprio per queste ragioni, nelle recenti assemblee è emersa, come forma di protesta, la proposta della riconsegna collettiva delle armi. Qualora la situazione attuale dovesse perdurare, le scriventi Organizzazioni Sindacali si impegneranno a sostenere e promuovere tale iniziativa. Alla luce di quanto sopra esposto, si ribadisce con forza la richiesta di una convocazione urgente e monotematica, al fine di fare finalmente chiarezza e ristabilire, per tutti, regole certe e condivise su un tema così cruciale per la sicurezza pubblica e la dignità del personale”.

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