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Bari, giornalista Rai aggredita al Libertà: definitiva la condanna per la moglie del boss Caldarola

21 Maggio 2025
– Autore: Raffaele Caruso
21 Maggio 2025
– Autore: Raffaele Caruso

I giudici della quinta sezione penale della Corte di Cassazione hanno rigettato il ricorso presentato dalla difesa di Monica Laera, moglie di Lorenzo Caldarola, boss del clan Strisciuglio.

La donna è stata condannata a 1 anno e 4 mesi di reclusione per aver aggredito Maria Grazia Mazzola, inviata del Tg1. La giornalista fu colpita con un pugno durante la registrazione di un servizio dedicato alla criminalità organizzata il 9 febbraio del 2018.

Mazzola si avvicinò a Laera per porle alcune domande sul marito detenuto e sul loro figlio Ivan, prima di essere colpita con un pugno al volto davanti all’abitazione della condannata, nel quartiere Libertà di Bari.

A darne notizia è il sindacato Usigrai. “La giustizia scrive una pagina importante per il diritto di cronaca e ribadisce il diritto dei cittadini ad essere informati». La condanna definitiva alla pena di un anno e quattro mesi di reclusione, con l’aggravante del metodo mafioso, per Monica Laera, già condannata in Cassazione per 416 bis (associazione mafiosa), mette fine anche ai tentativi di derubricare la vicenda come l’ennesimo caso di giornalisti che `se la sono andata a cercare”, si legge nella nota.

“Già nella sentenza di primo grado i giudici hanno scritto a chiare lettere che «il giornalista costituisce una minaccia seria per le associazioni mafiose, in quanto con il proprio lavoro è in grado di provocare un grave vulnus al muro di omertà che protegge, in una coltre di silenzio, le vicende criminali del clan – conclude il sindacato -. Il pronunciamento definitivo della Corte di Cassazione su questa vicenda riporta nel solco della legalità e del diritto un lavoro, quello di chi fa informazione, che si esercita al servizio dei cittadini: e questo è ancora più vero quando si tratta del Servizio pubblico della Rai”.