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Altamura, il 30enne Cavotta ucciso davanti a moglie e figlio: Giovanni Loiudice condannato a 20 anni

17 Giugno 2025
– Autore: Raffaele Caruso
17 Giugno 2025
– Autore: Raffaele Caruso

La sera dell’11 ottobre 2003, ad Altamura (Bari), avrebbero ucciso con sette colpi di pistola e due di fucile Massimiliano Cavotta, 30 anni, mentre tornava a casa insieme alla moglie e al figlio di tre anni, che riuscirono a mettersi in salvo.

Per quell’omicidio in due, Giovanni Loiudice (63 anni) e Nicola Centonze (48), sono stati arrestati nel novembre 2024, a distanza di 21 anni dal fatto. Oggi Loiudice è stato condannato a 20 anni di reclusione dal gup di Bari, mentre Centonze è stato già rinviato a giudizio davanti ai giudici della Corte d’Assise di Bari.

I due rispondono di omicidio volontario premeditato, detenzione e porto di armi da fuoco, aggravati dal metodo e dall’agevolazione mafiosa. Quest’ultima aggravante è stata riconosciuta dal gup in sentenza.

Secondo quanto ricostruito dalla Dda di Bari, Cavotta fu ucciso perché, in passato, avrebbe avuto dei contrasti con alcuni esponenti della criminalità organizzata altamurana e, nel febbraio precedente, avrebbe ferito con colpi di pistola proprio Loiudice. Il suo omicidio, dunque, sarebbe stato ordinato come ritorsione.

Nel processo sono costituiti parte civile la Regione Puglia, il Comune di Altamura e i parenti di Cavotta. Lo scorso 20 febbraio Centonze, ex collaboratore di giustizia, è stato arrestato (mentre era già in carcere) perché ritenuto il coordinatore dell’attentato dinamitardo del 5 marzo 2015, avvenuto nel locale Green Table di Altamura, in cui rimase ucciso il calciatore 27enne Domenico Martimucci.