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U Bbàre, le storie dei tifosi. A Palermo senza sostenitori. Ci urlano contro: “Ma che rispetto”

20 Settembre 2025
– Autore: Claudia Santoro
20 Settembre 2025
– Autore: Claudia Santoro

Riprende il cammino dei biancorossi. L’avversario nell’anticipo della quarta giornata di campionato è stato il Palermo di Inzaghi. Allo stadio “Renzo Barbera” oltre 32 mila spettatori rosaneri presenti. Diametralmente opposto lo stato d’animo dei tifosi ospiti. I sostenitori del Bari hanno dovuto apprendere ed accettare la decisione del CASMS, presieduto dal Prefetto di Palermo, comunicata a meno di 48h dal match. Vendita dei tagliandi vietata per tutti i settori dell’impianto ai residenti di Bari e provincia. Una presa di posizione che lascia molte riserve. La scorsa settimana anche i siciliani avevano subito il medesimo trattamento a Bolzano in occasione della partita Sudtirol-Palermo.

In quella circostanza è stata dura la linea della società siciliana. Nel comunicato pubblicato sulla pagina ufficiale di Facebook si sono definiti fortemente delusi per la tempistica e le modalità di un provvedimento che penalizzava la propria tifoseria a meno di 48h dall’inizio della gara. Medesimo destino per i baresi che su quattro partite di campionato, di cui tre fuori casa ed una nelle mura del San Nicola, hanno potuto vivere la trasferta solo in occasione del match contro i canarini a Modena terminato con un’amara sconfitta per gli ospiti. “Trasferte libere”, hanno cantato in più occasioni i tifosi.

Ciò che lascia perplessi non sono tanto le decisioni in se per se quanto i principi posti alla base di quest’ultime. Il presupposto è che le misure restrittive dipendano sempre da errori commessi nel passato e che hanno portato al definirsi di linee rigide e nette. Non si può e deve fare di tutta l’erba un fascio. Occorre riscontrare come negli ultimi anni in Italia si stia assistendo ad una presa di posizione dominante del CASMS – comitato analisi per la sicurezza delle manifestazioni sportive- dell’Osservatorio sulle manifestazioni sportive e del Ministero degli Interni. Dalla cooperazione tra questi organi prendono forma tutte le disposizioni.

Come può un divieto trasmettere un insegnamento? Nel lontano passato Socrate diceva che l’errore, lo sbaglio, andasse interpretato in chiave educativa piuttosto che punitiva. Se da un lato il vietare una trasferta rappresenta la soluzione più semplice per evitare la nascita di determinate situazioni, dall’altro porta con se un grande handicap. Non si possono insegnare i comportamenti corretti, il rispetto altrui, la libera esposizione di un pensiero se al posto di guidare un qualcuno verso il giusto sentiero lo si emargina dal contesto con un categorico NO! .

Bisogna avere il coraggio di esporsi. Abbiamo provato a chiedere ai tifosi presenti quali fossero i loro punti di vista circa queste decisioni.