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Garlasco, il barese Raffaele Sollecito su TikTok: “Si può rovinare la vita a un innocente. Sono in una nuova prigione”

16 Ottobre 2025
– Autore: Raffaele Caruso
16 Ottobre 2025
– Autore: Raffaele Caruso

“Ci sono storie che non finiscono, anche quando la giustizia dice che sei innocente. La mia è così”. Inizia così lo sfogo sui social di Raffaele Sollecito. Il 41enne barese, che ha trascorso quattro anni in carcere con l’accusa di concorso dell’omicidio di Meredith Kercher, la studentessa inglese trucidata la notte tra il 31 ottobre e il 1° novembre del 2007 a Perugia, prima di essere assolto in Cassazione nel 2015, su TikTok esprime il suo punto di vista sul caso Garlasco.

“Viviamo in un mondo in cui si censurano le battute fatte verso le minoranze ma si può facilmente rovinare la vita di un innocente e poi far finta di nulla. Lo sto vedendo di nuovo nel caso di Garlasco e la cosa mi intristisce molto – aggiunge -. Il marchio che mi porto addosso non è una colpa, è uno stigma e quello non te lo toglie nessuna sentenza nemmeno una di assoluzione. Il politically correct difende tutto e tutti tranne chi non ha fatto nulla”.

“Ancora oggi mi sento costretto a dimostrare di non essere quello che hanno raccontato di me, mi capita spesso di sentire di doverlo dimostrare quando entro in un bar, faccio commissioni o quando leggo nello sguardo delle persone un pregiudizio o un atteggiamento di voler sapere e conoscere cose che non sanno in realtà di me e colmare quella distanza che c’è – conclude -. Una sentenza di assoluzione non ti libera ma spesso ti porta in un una nuova prigione quella del giudizio e dello sguardo delle persone”.