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Zia Martina assolta, il racconto a Le Iene: “Ecco come è nato tutto. Dai 14 anni c’è consenso non c’è nulla di male”

5 Novembre 2025
– Autore: Raffaele Caruso
5 Novembre 2025
– Autore: Raffaele Caruso

Daniela Casulli, conosciuta da tanti come Zia Martina, ha rilasciato un’intervista a Le Iene dopo essere stato assolta in Appello. La docente era stata condannata dal Tribunale di Bari in primo grado a 7 anni e 3 mesi di reclusione, oltre al pagamento di una multa di 75mila euro e al risarcimento delle parte civili, con l’accusa di produzione di materiale pedopornografico e di corruzione di minorenne.

“Non ho avuto incontri con persone sotto i 14 anni – le sue parole -. Le persone che incontravo avevano 14 anni, 15 anni, 16 anni. Io sono contenta che posso far conoscere il mio caso, perché bisogna anche capire che non bisogna giudicare soltanto con la moralità, ma anche per quelle che sono le leggi. Nel 2014, quando utilizzavo i social proprio per un discorso di privacy, utilizzavo un nickname Martina, senza essere poi giudicata per fattori esterni. A Bari si usa dire zia alle persone più grandi. Lo utilizzavo per i miei interessi. Mi piacevano altri argomenti: la fantascienza, i gruppi di romanzi, cioè queste cose. Così. Non era per incontrare. Nel 2019 mi sono separata e all’improvviso, dopo 13 anni assolutamente chiusi in una bolla di matrimonio, mi sono trovata single, libera e con una realtà che non avevo mai considerato. Tutti quanti avevano una pagina Instagram dove tutti sembravano delle star per le foto che mettevano. Mi mostravo in maniera provocante”.

“Per me una persona dai 14 anni in su ha l’età del consenso. Lo prevede il codice penale dal 1930. Per me non c’era assolutamente nulla di male ad avere quel tipo di contatti soprattutto se l’iniziativa partiva dall’altra parte. Erano loro che si proponevano – ha aggiunto -. Dei ragazzi mi colpiva il viso, gli occhi, lo sguardo. Diciamo che all’inizio io conoscevo ragazzi di 25 anni, 27 anni, poi alcuni ragazzi che su Tinder dichiaravano di avere 18 anni, in realtà magari ne avevano di meno. Quando torni single a 40 anni c’è quella sensazione di voler recuperare il tempo perso e quindi frequentare ragazzi più giovani per me era dire, ecco, vedi, non sei finita. La sensazione che avevo era di non aver vissuto la mia giovinezza. Volevo recuperare magari quello che mi sentivo di aver perso con un matrimonio che poi non aveva funzionato. Era diventata una cosa assolutamente normale, a mo’ di gioco. Non era però come uno se lo immagina guardando i porno online… si rideva, si scherzava. A Bari a un certo punto ero diventata una specie di personaggio pubblico, un meme. Cioè tutti sapevano il mio numero di cellulare”.

“Quel ragazzo mi ha scritto lui di sua iniziativa, su Instagram. Dall’estate del 2021 siamo stati in contatto finché non ho avuto la misura cautelare e poi abbiamo ripreso a sentirci e a vederci nel 2023 appena sono uscita dai domiciliari – conclude -. Sono quelle cose che si creano e le vivi. Tu ti senti, ti vedi. Ogni incontro con quella persona è speciale e te ne rendi conto che speciale non è. Una cosa che decidi. Tu la vivi. Non ero innamorata. Però provo molto sentimento. Provo sentimento. Una persona dai 14 anni in su ha l’età del consenso. Per me non c’era assolutamente nulla di male ad avere contatti soprattutto se l’iniziativa partiva dall’altra parte”.

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