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Comunali 2020 a Modugno, scambio politico-mafioso: 6 arresti tra loro l’assessore Lopez – TUTTI I NOMI

5 Novembre 2025
– Autore: Raffaele Caruso
5 Novembre 2025
– Autore: Raffaele Caruso

Sei persone sono state arrestate dalla guardia di finanza tra le province di Bari e Foggia nell’ambito di una inchiesta della direzione distrettuale antimafia su un presunto scambio elettorale politico-mafioso in occasione delle elezioni comunali del 2020 a Modugno.

Le accuse a vario titolo sono di scambio elettorale politico mafioso, estorsione e detenzione e porto illegale di armi comuni da sparo. Tra gli indagati figura il sindaco di Modugno, Nicola Bonasia (centrodestra), mentre uno degli assessori, Antonio Lopez (candidato alla Regione con Fi) , è tra gli arrestati.

In carcere, come disposto dal gip Giuseppe Montemurro, sono finiti Antonio Lopez, Cristian Stragapede, Felice Giuliani, Vincenzo Costantino, Eugenio Damiano Giuliani e Raffaele Strafile. Oltre a Bonasia sono indagati anche Luca Di Bari, Giuseppe Fattorusso, Potito Valerio Giuliani, Gaeta Davide, Costantino Vincenzo, Francesco De Vito. Rigettate la richiesta di misure cautelari nei confronti di Di Bari, Valerio Giuliani, Fattorusso, Gaeta e De Vito.

L’operazione è condotta dai finanzieri del comando provinciale di Bari e del servizio centrale Ico di Roma sulla base di un’ordinanza, emessa dal gip del Tribunale di Bari su richiesta della Dda di Bari. Secondo le accuse, sarebbe stato stretto un accordo tra esponenti del clan Parisi e politici locali candidati alle comunali di Modugno del 2020. Ci sarebbero stati anche diversi episodi estorsivi da parte di un imprenditore del foggiano ai danni di imprenditori agricoli, sfruttando la caratura criminale di uno dei medesimi esponenti del clan. In particolare, secondo l’accusa, un candidato al consiglio comunale, poi eletto, avrebbe acquistato voti da esponenti dei Parisi in cambio di denaro e della disponibilità a soddisfare le esigenze del gruppo mafioso.

Secondo l’accusa, il candidato poi eletto, oltre a acquistare voti dal clan in cambio di denaro e della disponibilità a soddisfare le esigenze del gruppo, avrebbe fatto da tramite in occasione del ballottaggio, per procacciare voti al candidato sindaco(allo stato indagato e non destinatario di misura personale), in cambio dell’assunzione di affiliato che si impegnò personalmente a procurare le preferenze.

Sono indagate altre cinque persone (tra cui il consigliere eletto) che si sarebbero incontrate in casa di uno dei capi del clan Parisi per stringere un accordo in occasione delle europee del 2024 perchè esponenti del clan reperissero a pagamento voti in favore di un candidato che dalle indagini è risultato ignaro di tutto ed estraneo all’ intesa. Inoltre un imprenditore del foggiano, operante principalmente nel settore della commercializzazione di prodotti per l’agricoltura, sfruttando la caratura criminale dello stesso capo clan e di due suoi sodali, avrebbe recuperato o tentato di recuperare dalle proprie vittime, tutti imprenditori agricoli, alcuni crediti derivanti dalla sua attività commerciale, minacciandole di “tagliare” il lororaccolto se non avessero onorato i debiti contratti e garantendo, successivamente, il 50% del riscosso al mafioso. A latere, è stato anche accertato che l’imprenditore e il mafioso, con un altro pluripregiudicato, detenevano e portavano in luogo pubblico armi comuni da sparo.

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