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Mamma e figlio morti, il sindaco: “Najoua era seguiti dai servizi sociali”. Lo zio del padre: “Maltrattava Elia”

19 Novembre 2025
– Autore: Raffaele Caruso
19 Novembre 2025
– Autore: Raffaele Caruso

“La donna era seguita dai servizi sociali. Ora i miei sentimenti sono di dolore, come quello che sentono tutti i cittadini di Calimera”. Lo ha detto con la voce riotta dal pianto il sindaco di Calimera Gianluca Tommasi, in riferimento alla morte della 35enne Najoua Minniti e del figlio Elia Perrone di 8 anni, i cui cadaveri sono stati scoperti ieri in due luoghi diversi a distanza di poche ore.

La donna, nata e cresciuta in Calabria con la madre di origine tunisine, è stata trovata morta in acqua nel pomeriggio di ieri a Torre dell’Orso a circa 20 chilometri da Calimera. Poco dopo suo figlio, Elia Perrone di 9 anni, è stato trovato senza vite nella camera da letto dell’abitazione della donna, in via Montinari a Calimera, con segni di ferite da taglio e di strangolamento.

L’ipotesi è quella dell’omicidio-suicidio. Ieri mattina la donna non ha accompagnato il figlio a scuola. Da tempo, secondo quanto ricostruito fin qui, era caduta in un forte stato di depressione e più volte aveva manifestato intenzioni suicide lasciando intendere di poter coinvolgere anche il figlio nato dalla relazione con il compagno Fabio. Per il piccolo erano state avviate le pratiche per l’affidamento.

“Una notizia inaspettata, per una famiglia comune a cui tutti volevamo bene, che s’incontrava per strada ogni giorno perché – ha aggiunto Tommasi. – Calimera è questa: fatta di piccole strade e piazze dove tutti ci incontriamo e parliamo”. “Conosco il padre del bimbo, la madre no. Il papà l’ho incontrato personalmente andando a prendere il bambino a scuola ogni giorno. Ieri sera, apprendendo tutto dai social, sono andato sul posto ed ho visto la bara bianca che usciva di casa. Ad oggi – conclude Tommasi – non ho notizie della data dei funerali. Sarà proclamato il lutto cittadino”.

“La nostra comunità è sconvolta. Siamo stati questa mattina prima con i più piccoli della scuola primaria. Occorre tanta delicatezza per accompagnare i bambini, ma anche il personale. Siamo stati anche con le famiglie dei bambini che più direttamente conoscevano il bimbo per poter condividere anche le parole giuste”. Queste invece le parole della direttrice scolastica dell’Istituto comprensivo di Calimera (Lecce), Elisabetta Dell’Atti, frequentato da Elia. “Abbiamo anche attivato contatti con professionisti, con psicologi. Faremo anche questo incontro in serata – ha aggiunto – per uno ‘sportello di ascolto'”.

“E poi stiamo lavorando anche con l’utilizzo di albi illustrati per accompagnare il tema della rielaborazione della perdita”. “La scuola sta mantenendo la sua centralità di essere un riferimento in questo momento, e fare rete con i professionisti e con le famiglie. Con tutte le reti del territorio – ha concluso Dell’Atti – insieme al sindaco e le altre istituzioni”.

Brizio Tommasi, lo zio del papà del piccolo Elia, muove le prime accuse. “C’era astio tra mio nipote e l’ex moglie. Lei non è che non stava bene, lei è sempre stata un tipo sui generis. Erano separati da due anni, avevano già avuto la sentenza dei giudici di affidamento congiunto. Vivevano in case diverse – le sue parole -. Il papà di lei è turco e i genitori abitano in Calabria. Mio nipote faceva l’infermiere professionale in un ospedale a Parma e lì sono incontrati, hanno convissuto insieme, poi hanno avuto il bambino. Mio nipote non aveva mai pensato ad un epilogo di questo tipo, altrimenti avrebbe preso provvedimenti”.

“Il bambino era intelligente e sveglio. Lei lo maltrattava, gli diceva ‘sei una m…a”. Queste sono cose che devono far pensare a tutti”, ha poi aggiunto. Davanti all’abitazione in cui è stato trovato il corpo senza vita del piccolo Elia è apparso un mazzo di roselline bianche. A deporlo il nonno paterno del piccolo, Fernando, visibilmente commosso.

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