Contratti firmati, anticipi versati, lavori non finiti, fatture non rilasciate e poi la fuga. Torniamo a parlare dell’inchiesta su Maurizio Antonio Caputi e sulla truffa delle casette di legno. Siamo entrati qualche mese fa in un gruppo delle sue vittime e abbiamo ascoltato le loro storie, visionando anche documenti e carte. Ci sono denunce in corso e abbiamo iniziato a farvi ascoltare le testimonianze delle prime persone cadute nella sua trappola.
Dopo i racconti di Marina, Marta, Maria, Giovanni, Stefano, Gaetano, Graziana dopo avervi parlato della prodezza di mago Caputi, capace di incassare 68mila euro e sparire nel nulla lasciando una famiglia con una baracca abusiva e inagibile, dopo il blitz nella “sede” senza successo nel tentativo di incontrarlo e consegnarli la statuina dell’Oscar di Quinto Potere, dopo l’intervista all’ex segretaria, dopo il breve faccia a faccia tanto atteso con Caputi, dopo aver aperto con Silvana anche il filone delle ristrutturazioni edili, dopo aver colto di sorpreso l’apprendista in nero e averla intervistata e dopo aver parlato del “ricatto” di Caputi, questa volta vi parliamo della storia di Giuseppe.
Giuseppe è l’operaio che stava lavorando nel “cantiere” della casetta di legno mal costruita e abbandonata a Palombaio. È lui ad essere caduto dal “trabattello” costruito a membro di segugio e a finire in Rianimazione dopo un volo di due metri. Indossava solo le sue scarpe antinfortunistiche, non il casco trovato poi sul posto. Nel video allegato Giuseppe ci racconta la sua tragica esperienza con Caputi.

