Proseguono le indagini sul tragico ritrovamento del neonato morto nella culla termica della chiesa di San Giovanni Battista a Poggiofranco. In attesa dell’autopsia, che stabilirà la causa reale del decesso e l’età della piccolissima vittima, si continua ad indagare sul funzionamento della culla termica, sequestrata per gli accertamenti del caso.
Secondo il racconto del portiere di uno stabile situato nelle vicinanze la culla termica non aveva funzionato bene già un anno fa. Sarebbe stata una donna delle pulizie a sentire il pianto di un neonato e a scoprire che era stato posizionato nella culla. Una versione che però non corrisponde a quella fornita da Don Antonio Ruccia. Proprio il parroco sarà ascoltato come persona informata dei fatti, di rientro da Roma, nell’ambito dell’inchiesta aperta a carico di ignoti per abbandono di minore con conseguente morte.
Dai primi esami non sono emersi segni di violenza sul corpo del neonato che però era in sottopeso. Tre chili scarsi. Dalla salma è stata fatta l’estrazione del dna per eventuali, future, comparazioni. L’autopsia, prevista ieri, è stata rimandata perché potrebbe essere necessario notificato l’avviso ad eventuali indagati qualora le attività investigative in corso stabilissero responsabilità varie. Da capire anche quanto il black out registrato nella zona qualche giorno fa possa aver influito sul malfunzionamento della culla termica. Una ventina di giorni fa nella stanza si era presentato un tecnico della ditta a cui è affidata la manutenzione dell’incubatrice per verificarne un malfunzionamento.