Torniamo ad occuparci della tragedia che si è purtroppo consumata nel bagno del Pronto Soccorso del Policlinico di Bari qualche giorno fa dove Marco Botta, un uomo di 55 anni, è deceduto dopo sei ore di attesa.
L’uomo, trasportato dall’ambulanza del 118 per dei battiti accelerati e dopo aver accusato dei problemi alle gambe dal giorno della terza dose, ha avuto un arresto cardiaco in bagno che lo ha portato alla morte. La Procura di Bari ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo contro ignoti dopo la denuncia presentata dalla famiglia.
Abbiamo intervistato Alex, uno dei figli della vittima. “È stato abbandonato e lasciato, si poteva salvare, è assurdo morire così e poi in un bagno del Pronto Soccorso – racconta in lacrime -. Ora combattiamo tra il dolore e la rabbia”.
Alex ripercorre le tappe di quella giornata. “Il 15 febbraio abbiamo notato che i dolori alla gamba di papà erano più forti del solito, eravamo preoccupati anche dal fatto che aveva subito un trapianto anni fa. Abbiamo deciso così di chiamare il 118. I soccorritori hanno svolto gli esami e le condizioni di papà erano nella norma – continua Alex -. Alcuni valori però ci hanno spaventato, come la glicemia e i battiti accelerati. Non volevano portarlo in Pronto Soccorso, poi hanno detto di volerlo trasportare alla Mater Dei ma abbiamo insistito per il Policlinico. Papà è arrivato alle 10 del mattino, dopo il tampone negativo è entrato da solo perché non potevamo accompagnarlo all’accettazione. Andava subito monitorato, invece lo hanno messo nella sala d’attesa con altra gente”.
“Lui è sempre stato lucido, ci siamo sentiti al telefono in quelle ore. Ci diceva che non stava bene e chiedeva aiuto, nessuno gli dava spiegazioni e non capiamo il motivo nonostante le sue lamentele – spiega -. Sono passate 6 ore, solo alle 16 hanno fatto gli esami del sangue ma solo perché noi lo abbiamo ricordato. Se ne erano dimenticati e ce lo hanno anche detto loro”.
“Alle 16.15 ci chiama ma non riuscivamo a capire cosa diceva, era molto confuso, la comunicazione è andata giù e abbiamo così prima tentato di richiamarlo al telefono, ma dopo qualche squillo la chiamata veniva rifiutata – racconta Alex -. Mio fratello di 20 anni con una scusa ha deciso di entrare in struttura, non trovava papà in sala d’attesa e ci siamo tutti preoccupati”.
“Un vigilante ha preso da parte mio fratello dopo qualche minuto, dicendo di andare in bagno. Lì ha trovato il corpo di papà senza vita e con delle lesioni sul corpo – conclude -. Non sappiamo quanto tempo è passato, le immagini delle telecamera di videosorveglianza forse chiariranno quanto accaduto. Ci è stato detto che hanno tentato anche di rianimarlo”.
Una storia che ha anche retroscena inquietanti. “Papà, quando è stato ritrovato, non aveva più il braccialetto e la collanina che indossava sempre. Qualcuno lo ha derubato. Anche la fede nuziale era quasi stata tolta”, conclude Alex. La famiglia resta in attesa dell’esito dell’autopsia.

