La Circumetnea di Catania è un po’ come il Covid, si va a ondate e in Sicilia siamo alla seconda. In questo caso, però, non sembra esserci vaccino che tenga. A Catania eravamo finiti dopo aver rimestato nel fango delle Ferrovie Apulo lucane. Fu subito chiaro che l’ondata nefasta aveva colpito molto più duramente oltre lo Stretto di Messina.
Una massa di vincitori di concorsi pubblici legati da vincoli di parentela e amicizie con i dipendenti interni all’azienda non si era mai vista prima in Italia. La cura, poi, è stata peggio della malattia stessa. Si è tentato goffamente di creare posti apicali ad hoc per consentire la promozione della caterva di amici, amici degli amici e amici degli amici degli amici.
Alla Circumetnea, la ferrovia più pazza del mondo, avevano tentato di tombare tutto attraverso un regolamento interno, definitivamente censurato dal Consiglio di Giustizia Amministrativa. Nel corso dei mesi avevamo fatto la conoscenza di Alberto Lorena, dirigente UIL, diventato funzionario alla direzione amministrativa nell’Ufficio paghe e dei suoi famigliari, Federica Lorena e Luigi Pezzillo.
Avevamo salutato il capolavoro confezionato alla Direzione di Esercizio, con a capo Sebastiano Gentile. L’alto stratega aveva spacchettato l’Area Movimento da una a quattro distinte unità, affidate rigorosamente attraverso concorsi interni, quasi sempre con la straordinaria partecipazione di un solo candidato: il vincitore predestinato. La parentopoli travolse così Santo Cardullo, Giuseppe Prestianni, Santo Bellia e Salvatore Grasso, eredi del valido Alfonso Zapparoli, che da solo per anni aveva svolto il lavoro di 4 persone. Una specie di super eroe d’altri tempi.
Avevamo descritto i salti della quaglia dei due operatori di manovra Francesco Contino (al tempo dirigente della FAST CONFSAL) e Thomas Barbagallo, passati da operatori di manovra a collaboratori d’ufficio, transitati prima dal parametro123 a 140 e poi da 140 a 175, grazie a due concorsi interni e gli opportuni ritocchi della pianta organica aziendale. Sì, perché alla Circumetnea, orgoglio catanese, se il posto non c’è si fa sempre tempo a crearlo.
Ci eravamo stupiti delle assunzioni di autisti di autobus senza patente e delle carte false architettate per nascondere la polvere sotto il tappeto. Non era mancata in questo carosello kafkiano la vicenda emblematica dei dirigenti che avevano anticipato la scalata dei loro futuri collaboratori, beneficiari dell’ormai celeberrimo “metodo Circumetnea”. Come potremmo non ricordare l’assunzione senza concorso del Direttore di Esercizio e, si dice, senza requisiti, dell’ingegner Sebastiano Gentile, senza contare l’inarrestabile scalata dell’ingegner Salvatore Fiore. Quest’ultimo, assunto come avventizio (lavoratore stagionale), nel giro di appena due anni e mezzo e soprattutto grazie alle qualità mostrate sul campo, era diventato un apprezzato Dirigente Tecnico.
Non dimenticheremo mai la figura principale della nostra storia, l’ingegner Virginio Di Giambattista, già Direttore del Trasporto Pubblico Locale e nella qualità Gestore della Ferrovia Circumetnea, insediatosi alla guida dell’azienda di trasporto con una discutibile legge che lo aveva posto nel ruolo di controllore e controllato di un’Amministrazione dello Stato. Un ente pubblico che gestisce centinaia e centinaia di milioni di euro per l’ammodernamento della Ferrovia Circumetnea.
Eppure, anche il ministro di allora, Corrado Passera, si era scagliato duramente contro i fatti che avevamo documentato fino all’ultima virgola. Molti catanesi e non solo loro erano rimasti stupiti nell’ascoltare Passera ospite della trasmissione di La 7 “L’aria che tira” chiedere la testa del gestore in televisione. Passera, stigmatizzando ciò che era accaduto e accadeva all’interno della Circumetnea, diceva: ”Non si voleva applicare prima la legge, dalla testa in giù si voleva fare così, perché se no l’amministratore delegato di quell’azienda va licenziato subito. Punto e basta”.
L’ex ministro si riferiva a Virginio di Giambattista. Possibile che un dirigente di Stato abbia avuto la meglio su un ministro? È lecito domandarsi cosa possa essere successo. A questo punto ci chiediamo, dopo qualche anno, come è finita la storia alla Circumetnea? Che fine hanno fatto i protagonisti della parentopoli e soprattutto i nostri appelli alla magistratura e alla Corte dei Conti? Sono per caso nati nuovi protagonisti? Le sentenze del Consiglio di Giustizia Amministrativa sui concorsi interni hanno avuto un seguito? È cambiata qualcosa in quelli che per molti in tutta Italia è considerata un’azienda di famiglia al pari di un qualunque ricottificio?
Lo saprete presto perché siamo tornati e vogliamo comprendere fino in fondo perché tanti italiani sono costretti a fuggire dal Paese tanto amato, soprattutto dal Sud, mentre altri hanno posti e promozioni assicurati a due passi da casa.