Torniamo ad occuparci della storia del suicidio di Umberto Paolillo, l’ispettore capo della polizia penitenziaria che nel 2021 si è tolto la vita con la sua pistola di ordinanza. Siamo tornati da mamma Rosanna nel giorno del suo 85esimo compleanno. Non si arrende, continua a lottare alla ricerca di giustizia e verità, per far emergere i maltrattamenti subiti in carcere da Umberto sul posto di lavoro. “Mio figlio è stato maltrattato, deriso, umiliato e lasciato solo. Potevano aiutarlo, anche i superiori lo hanno ignorato. Sarebbe ancora vivo se avessero avuto buona volontà, lo hanno lasciato morire”, le sue parole. Rossana sta facendo di tutto per dimostrare l’istigazione al suicidio, con la speranza anche che il caso di Umberto possa essere uno spartiacque importante a livello giuridico in tutta Italia. Ha presentato una nuova querela per maltrattamenti con tutta la documentazione possibile, è stato aperto un fascicolo contro ignoti.
Tentata rapina nella posta di Acquaviva, in azione due uomini armati: secondo caso in pochi giorni nel Barese
- di: Raffaele Caruso
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