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Bari, lunghe attese all’ambulatorio di Ematologia del Policlinico. La denuncia: “Non basta lottare contro le malattie”

8 Settembre 2025
– Autore: Raffaele Caruso
8 Settembre 2025
– Autore: Raffaele Caruso

“Vorrei parlarvi di un problema che da anni si verifica all’interno dell’ambulatorio di Ematologia del Policlinico di Bari. Un luogo dove non si viene a farsi le unghie, ma a sottoporsi a terapie ed esami molto importanti. Qui si curano le leucemie e tante altre patologie del sangue e delle cellule. Quindi pazienti fragili, già compromessi dalla malattia, e altri che iniziano una routine di accertamenti”.

Inizia così la denuncia arrivata in redazione da un nostro lettore. “Bene, è la terza volta che accompagno una mia carissima amica per sottoporsi ad esami, tra questi un prelievo di midollo osseo, eseguito il 21 luglio scorso – racconta  -. L’appuntamento era alle 8 di mattina, i corridoi e le sale d’aspetto erano già stracolme di gente chiusa dietro le mascherine, come anche i propri accompagnatori. La mia amica è stata chiamata per il prelievo alle ore 14:00, dopo una estenuante attesa di ben 6 ore”.

“I pazienti entrano, prendono un biglietto in base alla visita o esame da sottoporsi, e attendono di essere chiamati tramite un megafono mal funzionante e spesso incomprensibile – continua -. Manca infatti un display, come manca la possibilità di avere chiarimenti sul perché di tanta attesa. Mancanza di personale? Lentezza? Programmazione non idonea? Ho chiesto in varie occasioni alla guardia giurata che presidia l’ingresso. ‘Mi faccia parlare con un responsabile…’, nessuna risposta, un timido alzare le spalle, come dire non so, mi fa dispiace”.

“Oggi mi risponde: ‘quando andate dentro, ditelo al medico’. Ore 14, siamo ancora qui, per altri esami e colloqui con i medici. L’appuntamento era alle 12. Non si sa quando usciremo per tornare a casa. Così come tanti altri. È questo il trattamento previsto in un ospedale che vanta competenze e professionalità in tutto il meridione e oltre? Dopo il danno di una malattia importante, la beffa di una sanità sempre più ridotta ad un lebbrosario, salvo se si ha la disponibilità economica di farsi curare a pagamento tramite i soliti baroni della medicina. E il percorso è tutto in salita”.

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