Torniamo a parlare di Tommaso, Mino e Carlo, padre e figli che vivevano in un tugurio in via Laudati ad Altamura. I tre si barricavano in casa a causa di un branco di ragazzini che li tormentavano e anche perché ultimamente erano stati aggrediti da due 20enni albanesi. Carlo, dopo un momento di pazzia in cui era tornato nel tugurio per poi fare ritorno nella struttura insieme al padre e al fratello, si era lasciato con la compagna incinta, motivo per cui la macchina dei servizi sociali si era attivata celermente. Un amore ballerino, ora i due sono di nuovo sotto il tetto di quel tugurio. Secondo alcune voci Carlo sarebbe stato sbattuto fuori dalla struttura per anziani dove risiedono ancora il padre e il fratello. Siamo andati così sul posto per indagare, non abbiamo trovato la coppia e ci siamo recati alla struttura per chiedere spiegazioni. La coincidenza ci ha fatto incontrare sull’uscio del portone proprio Mino che ci ha rassicurato di trovarsi bene, prima di essere mandati via senza avere alcuna risposta. Dopo aver beccato la vettura del direttore della struttura, lo abbiamo contattato telefonicamente e così siamo riusciti ad avere un confronto diretto.
“Vorrei sapere chi vi dice queste stronzate – esordisce il titolare -. Carlo non ha apprezzato quello che è stato fatto per lui. C’è stato un percorso formativo, gli abbiamo spiegato cosa si fa nella nostra struttura, ma non ha capito come comportarsi. La situazione è degenerata subito, dopo una ventina di giorni ha rimosso tutto. Qui ci sono orari da rispettare, alle 20 chiudiamo i cancelli. Lui è tornato alle tre in condizioni pietose”. A raccontare poi quanto è accaduto è direttamente una delle ragazze in servizio quella notte. “Era ubriaco, aveva bevuto, essendo poi tutte donne in turno abbiamo avuto paura. Era scontroso, abbiamo chiamato la vigilanza che poi hanno richiesto l’intervento dei Carabinieri”, racconta.
“Ci sono i video delle telecamere – continua il direttore della struttura -. Il giorno dopo abbiamo preparato le dimissioni, se dimetto un ospite io perdo i soldi, ma sono stato costretto. Tommaso e Mino si stanno comportando bene, sono stati educati qui da noi rispetto a quando sono arrivati”. Grazie al suo permesso abbiamo potuto nuovamente parlare con Mino. “Sento ancora mio fratello. Vive di nuovo lì dentro e beve ancora, è sempre la stessa storia”, racconta mentre ci conferma di essere in attesa di una risposta per andare in affitto in quella casa sempre ad Altamura. La situazione di Mino e Tommaso resta monitorata continuamente dal Comune, dai servizi sociali e dagli amministratori di sostegno. Abbiamo approfittato del rapporto di stima instauratosi durante il nostro confronto per documentare direttamente in prima persona la gestione della struttura e anche la sua cucina.
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