Skip to content

Caso Paolillo, norme inadeguate. La proposta di legge: “Riforma del reato d’istigazione al suicidio”

18 Marzo 2024
– Autore: Raffaele Caruso
18 Marzo 2024
– Autore: Raffaele Caruso

Si è tenuto nei giorni scorsi, presso la sala convegni della clinica La Madonnina di Bari, l’evento “Il suicidio nelle divise”. Relatori dell’incontro, moderato dalla giornalista Francesca Rodolfo, gli avvocati Laura Lieggi e Antonio Maria La Scala. Nel corso dell’evento anche la testimonianza Rosanna Pesce, mamma dell’assistente capo della polizia penitenziaria Umberto Paolillo che a febbraio del 2021 si è tolto la vita con un colpo partito dalla sua pistola d’ordinanza.

Noi di Quinto Potere non potevamo mancare, visto che seguiamo questa storia ormai da anni. Il gip qualche settimana fa ha riaperto il procedimento penale sul suicidio di Umberto Paolillo, rigettando l’archiviazione e disponendo ulteriori 90 giorni di indagini per fare chiarezza sul caso. Parallelamente c’è anche un processo civile e qualche giorno fa si è tenuta la prima udienza. 

“Non mi fermerò finché non saprò la verità. Nessun altro deve subire quello che Umberto ha subito, lo Stato dove era? Non si è fatto vedere e sentire nessuno, io la testa non la giro. Andrò avanti finché non avrò giustizia. Umberto era un bravissimo figlio, quello che gli hanno fatto è schifoso. Non poteva avere la pistola. Mio figlio è morto per loro”, le parole di mamma Rosanna. L’avvocato La Scala sta lavorando ad una proposta di legge in relazione alla riforma dell’art 580 cp, reato di istigazione al suicidio. “Per come attualmente formulata non porta mai a nessuna condanna, nonostante i suicidi rappresentino una delle prime cause di decessi in Italia – racconta -. I risultati sono scadenti, credo sia opportuno modificarla”.