Skip to content

“Cozze tarantine alla diossina”, Magistà travolto dalle polemiche. Attacco dalla Regione: “Parli senza cognizione”

16 Settembre 2025
– Autore: Raffaele Caruso
16 Settembre 2025
– Autore: Raffaele Caruso

“Difendere le cozze di Taranto significa difendere l’identità stessa della città e della Puglia. Per questo respingiamo con fermezza le affermazioni rilasciate dall’ex direttore Enzo Magistà in una trasmissione Rai, dichiarazioni che rischiano di ledere ingiustamente un settore sano, riconosciuto e apprezzato in tutto il mondo. Le cozze tarantine non sono un semplice alimento, ma un patrimonio identitario che intreccia storia, tradizioni, economia e cultura. Sono presidio Slow Food e rappresentano un elemento distintivo del prodotto turistico enogastronomico pugliese, contribuendo a valorizzare l’immagine della nostra regione nel mondo”.

Inizia così la dura presa di posizione da parte dell’assessore al Turismo, Sviluppo e impresa turistica, Gianfranco Lopane dopo le dichiarazioni fatte da Vincenzo Magistà, ex direttore di Telenorba, durante la puntata di Mi Manda Rai Tre focalizzata sulla truffa delle orecchiette di Barivecchia che ha visto anche la nostra partecipazione in studio.

“Prima di diffondere opinioni in un contesto nazionale, è doveroso verificare con rigore i fatti: parlare senza cognizione significa arrecare un danno non solo alla reputazione dei nostri mitili, ma anche a mitilicoltori, produttori e a chi ogni giorno lavora con onestà per garantire qualità, sicurezza e genuinità – aggiunge Lopane -. Non consentiremo che questo patrimonio venga svilito da notizie imprecise o strumentali. Al contrario, ribadiamo il nostro impegno affinché la filiera della mitilicoltura continui a rispettare standard elevati, trasparenti e verificabili, e affinché ogni interlocutore istituzionale riconosca e valorizzi la dignità di un settore che è pilastro della nostra comunità. Ci aspettiamo da Magistà un passo indietro: un gesto di responsabilità necessario per ristabilire la verità e restituire dignità a un comparto che è motivo di orgoglio per Taranto e per l’intera Puglia”.

Gli fa eco il consigliere Scalera (LPD). “Chi contribuisce ad infangare la città di Taranto, la sua storia, le sue tradizioni, la sua economica e il suo percorso di rivincita e di rinascita è complice del danno che arreca ad una intera comunità che sta cercando, tra mille sforzi ed enormi sacrifici, di rialzarsi dopo anni in cui è stata dimenticata, tradita e ferita – si legge nella nota diffusa -. Taranto rispedisce al mittente la dichiarazione resa dall’ex direttore di Telenorba, Enzo Magistà, nella quale afferma che la cozza tarantina è inquinata dalla diossina. Da anni, i mitilicoltori, a costo di enormi sacrifici, continuano a portare avanti un’attività di tradizione, che rappresenta vanto ed orgoglio per Taranto, la capitale della Magna Grecia”.

“Le acque di Taranto sono le più controllate d’Italia con 52 punti di rilevazione e controllo in cui vengono fatte costanti verifiche da parte dell’ASL jonica e dalla autorità competenti. Tra l’altro le acque del secondo seno, dove si completa la crescita della cozza sono state classificate “A”. Ciò significa che i mitili una volta prelevati dal mare possono essere portati direttamente ai centri di spedizione o di trasformazione senza subire il processo di stabulazione – continua -. Il Mar Piccolo custodisce i segreti e le influenze di 3000 anni di storia. Il destino moderno di questa città antichissima è legato al suo rapporto con il mare e nonostante le polemiche e la continua diatriba tra salute e lavoro, la sua gente è ancora aggrappata al mare e alla sua mitilicoltura, attività di tradizione millenaria. L’ormai ex direttore Magistà abituato a stare comodamente seduto dietro una poltrona, con quella sua dichiarazione, ci fa pensare che non si è mai informato di ciò che accadeva in Puglia ed in particolar modo nella città di Taranto. Se non ha elementi a suffragio della sua tesi che metterebbero in discussione tutto quello che viene certificato continuamente dalla ASL e dalle autorità competenti, chieda scusa lasci perdere la nostra città e si occupi di altro se ne è capace”.

Galleria