Skip to content

Femminicidio nel Salento, spara alla testa della moglie e la uccide. La confessione: “Non voleva prendere i farmaci”

9 Giugno 2025
– Autore: Raffaele Caruso
9 Giugno 2025
– Autore: Raffaele Caruso

Ha confessato. Ha ammesso subito di aver sparato alla moglie mentre dormiva. Ha spiegato di essere esasperato perché la convivenza era diventata difficile perché lui e la moglie litigavano spesso. E ha aggiunto: lei soffriva di diabete e si rifiutava di prendere i farmaci che le erano stati prescritti.

Si è giustificato più o meno così con gli inquirenti l’82enne che ieri mattina ha impugnato la pistola che deteneva legalmente, l’ha puntata alla testa della moglie e ha fatto fuoco. La donna è morta sul colpo, ferita alla tempia da un proiettile che non le ha dato scampo. La vittima è Amalia Quarta, ex rappresentate di argenti di 83 anni. Ad ucciderla è stato il marito, Luigi Quarta, elettricista di 81.

E’ stato l’uomo, che ha lo stesso cognome della moglie, a chiamare il 118 attorno alle 12.20 e a lanciare l’allarme: “Fate presto, ho sparato in testa a mia moglie”. Il femminicidio è avvenuto al piano terra di una villetta in via Bernardino Bonifacio 35, nel quartiere San Pio di Lecce. Il corpo della donna era in camera da letto.

Sul posto, oltre ai carabinieri che hanno arrestato e portato il pensionato in caserma per l’interrogatorio, anche il pm Alessandro Prontera. Il magistrato ha disposto il sequestro dell’abitazione e dell’arma e nelle prossime ore disporrà l’autopsia. L’accusa per il pensionato, portato in carcere dopo circa tre ore di interrogatorio, è di omicidio volontario. Il pm ha delegato ai carabinieri accertamenti per verificare la sua confessione. Il pensionato ha detto che stamattina, dopo l’ennesima lite con la moglie legata al rifiuto di assumere la terapia farmacologica, è uscito per fare la spesa. Tornato a casa, ha trovato la moglie a letto che dormiva. Ha quindi impugnato la pistola e l’ha ucciso nel sonno. L’arma era legalmente detenuta dall’82enne perché la donna in passato era stata agente di commercio di argenteria e lui la tutelava.

“Erano persone perbene, una coppia tranquilla. Non abbiamo mai sentito litigi o avuto segnali di attriti tali da giustificare un epilogo di questo tipo”, raccontano alcuni vicini che si dicono “increduli e sconvolti” per l’accaduto. Nemmeno alle forze di polizia risultano denunce per precedenti liti o dissidi.