Un 30enne barese è stato condannato a 4 anni di reclusioni per violenza sessuale aggravata, violenza privata e detenzione di materiale pedopornografico. Secondo quanto ricostruito dalle indagini, avrebbe convinto la cuginetta di 10 anni a praticare atti sessuali per salvarlo.
Il motivo? Gli avevano impiantato nel cervello due microchip tali da farlo impazzire o morire. I fatti risalgono al periodo 2011-2014, all’epoca dei fatti il protagonista era poco più che maggiorenne.
Avrebbe convinto la cuginetta parlando di “di una presunta organizzazione tedesca dedita alla dominazione maschile e della necessità, in qualità di padrona prescelta, di dover dominare il proprio cugino per liberarlo da un microchip che gli era stato impiantato nel cervello e successivamente da un neurone che gli era stato impiantato nel piede che rischiavano di ucciderlo o di farlo impazzire”, come si legge nel capo d’imputazione.