Ricordare l’impegno di Paolo Borsellino e di Giovanni Falcone, così come quello di tutti i magistrati e gli appartenenti alle forze dell’ordine, e le vittime innocenti di mafia. Trasformando quel ricordo in azioni concrete per il futuro dei giovani.
Sono gli obiettivi del premio Borsellino che oggi, per la prima volta, è arrivato a Bari grazie alla collaborazione con la Uil Puglia. La giornata di commemorazione è cominciata davanti al murale donato dal sindacato e dedicato ai giudici morti negli attentati di Capaci e via D’Amelio.
Presenti, fra gli altri, il sindaco di Bari Vito Leccese, il procuratore Roberto Rossi, Lella e Pinuccio Fazio (genitori di Michele, vittima innocente di mafia) e il questore, Massimo Gambino. “Ricordare – ha detto Rossi – vuol dire rinnovare un impegno che tutti noi mettiamo in campo contro la criminalità organizzata. Occorre inoltre rinnovare l’importanza di una magistratura indipendente, come è stata in passato di fronte a certi poteri”.
Pinuccio Fazio ha spiegato che è “un onore essere parte del premio nazionale Borsellino, con loro ho girato tutte le scuole dell’Abruzzo. Continueremo a camminare con la magistratura e le forze dell’ordine perché non abbiamo paura della criminalità organizzata, sono loro che devono temerci”.
Sua moglie Lella ha rivolto un appello a tutte le mamme, “soprattutto a quelle del mio quartiere (Bari vecchia, ndr), perché se vogliamo salvare i nostri figli dobbiamo collaborare e mai voltare lo sguardo”.
La giornata è proseguita al liceo Bianchi-Dottula per lo spettacolo di teatro civile ‘Stoc Ddò’, che racconta la storia di Michele Fazio, esempio di coraggio e di trasformazione del dolore in impegno, testimonianza viva contro ogni forma di criminalità.

