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In Puglia lo sciopero della vigilanza privata, protesta anche a Bari. Presidio in Prefettura: “Più equità e sicurezza”

16 Giugno 2025
– Autore: Raffaele Caruso
16 Giugno 2025
– Autore: Raffaele Caruso

Estendere a tutta la Puglia il contratto integrativo, attivo nelle aziende in provincia di Bari e Barletta-Andria-Trani, e aumentare la sicurezza dei lavoratori.

Sono le rivendicazioni principali degli addetti alla vigilanza armata e ai servizi di sicurezza che oggi, davanti alla Prefettura di Bari, hanno scioperato dalle 9.30 alle 12.30. L’agitazione regionale è stata proclamata da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UilTucs regionali e vede circa 300 persone in presidio.

I sindacati hanno inoltre chiesto di incontrare il prefetto, Francesco Russo. “Questa rivendicazione va avanti da circa due anni – spiega Barbara Neglia, segretaria generale della Filcams Cgil Puglia -. Il contratto integrativo deve essere esteso a tutta la regione per evitare discriminazioni in base ai territori. In questo modo sarebbero riconosciuti stessi diritti come, per esempio, il premio produzione e il welfare”.

La categoria, spesso nelle prime pagine di cronaca a causa degli assalti ai portavalori, chiede anche maggiore sicurezza. “Ci sono criticità ordinarie – spiega Marco Dell’Anna, segretario generale della UilTucs Puglia – come lo stato dei mezzi e dei dispositivi di protezione personale, ma anche l’emergenza assalto ai portavalori, soprattutto in Puglia. Chiediamo quindi con forza alla prefettura di condividere un piano straordinario con le forze di sicurezza, coinvolgendo anche il ministero dell’Interno”. Quanto al contratto, prosegue, “è fondamentale anche governare il mercato pugliese impedendo forme di concorrenza sleale”.

In piazza anche Leonardo Piacquaddio, segretario della Fisascat Cisl Puglia. “E’ da giugno 2023 che cerchiamo di incontrare le associazioni datoriali – ricorda – se siamo arrivati a scioperare è perché l’atteggiamento nei confronti della categoria è oltraggioso. I lavoratori sono stanchi di questa disparità, non solo retributiva ma anche in termini di welfare e di partecipazione all’organizzazione del lavoro. Auspichiamo quindi di sederci intorno a un tavolo, anche presso l’ente bilaterale della vigilanza per trovare un accordo”.