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Lavori all’ospedale, è caos “traslochi”. Operatori del 118 uniti: “Via solo se la sede è adeguata”

1 Novembre 2025
– Autore: Redazione Quinto Potere
1 Novembre 2025
– Autore: Redazione Quinto Potere

L’ombra delle tangenti, le carte sequestrate, la necessità di rifare le procedure d’appalto non sono una giustificazione a ciò a cui abbiamo assistito personalmente a Gravina in Puglia, dove si sta finalmente iniziando i lavori per la riqualificazione del nosocomio Madonna del Piede in ospedale di comunità.

Nessuno mette in dubbio la necessità di dover fare i conti con alcuni preventivabili disagi, ma essersi ridotti all’ultimo momento per individuare una sede alternativa per la postazione del 118, collocata proprio nella struttura, è una estrema leggerezza. Il 28 ottobre scorso c’eravamo anche noi quando tutta la corte celeste degli aventi parola in questo “trasloco” hanno incontrato tutti i componenti degli equipaggi del 118.

Un caos generale dettato anche dall’incertezza della nuova e temporanea collocazione. Due stanze, poi tre, forse quattro, ma facciamo cinque con il bagno nel corridoio da sistemare e uno interno a quella che dovrebbe essere la stanza dei medici. Tutto questo mentre gli equipaggi erano impegnati nel salvare la vita a un uomo di 60 anni colto da infarto. Uno stemi portato nell’Emodinamica del Miulli, per fortuna non occupata, perché in quella dell’incompleto ospedale della Murgia non è possibile trattare le emergenze.

Ma restiamo sul pezzo. Abbiamo toccato con mano l’estrema difficoltà di gestire qualcosa che si sarebbe potuta valutare fin dall’inizio. Medici, infermieri, autisti e soccorritori hanno messo le cose in chiaro: “Senza una sistemazione adeguata e fin da subito a regime da qui non ci spostiamo”.

Quello del 118, infatti, è un servizio di emergenza h24. Il personale passa in quei luoghi gran parte della propria giornata e deve dunque avere tutto il necessario per riposare, farsi una doccia, andare in bagno, tanto per dare qualche esempio. Secondo quello che siamo riusciti ad apprendere, a complicare le operazioni di “trasloco” dei servizi all’interno della struttura c’è stata anche la presa di posizione di qualcuno, niente affatto disposto ad abbandonare la propria sede.

I tempi però stringono e non si può rischiare di perdere il finanziamento milionario. Entro giugno del 2026 deve essere tutto ultimato, non ci sono proroghe al PNRR. Insomma, l’ennesimo pasticcio al quale si sta trovando una soluzione mentre gli operai della ditta incaricata stanno provvedendo a delimitare l’area di cantiere.

Ma sono anche altre le ragioni del particolare sconcerto. Per consentire il recupero di spazi adatti ad accogliere temporaneamente i servizi assicurati nei locali interessati dai lavori si sono sbaraccate la stanza silente dell’Otorino e le sale dell’Odontoiatria, quando per molti sarebbe stato meno complesso e dispendioso adibire a buffer altre zone dell’ospedale. Insomma, dopo questo gran caos, la speranza è che si possa fare di tutto per assicurare la giusta dignità a tutti gli operatori, non solo del 118 e minor disagio all’utenza.