Tragedia nel reparto Infermeria del carcere di Lecce dove un detenuto 25enne, di origine straniera e adottato da una famiglia del posto, si è tolto la vita. Il giovane, secondo le prime ricostruzioni, era tossicodipendente e più volte aveva mostrato un carattere fragile.
“Siamo di fronte ad un’altra sconfitta dello Stato, in quanto quando una persona privata della propria libertà viene affidata al carcere e poi decide di suicidarsi, questo è da considerare come una sconfitta – le parole del segretario regionale della polizia penitenziari D’Amato – il sistema è letteralmente alla deriva in quanto 1.400 detenuti sono gestiti da poco più di 550 agenti, con turni fino a 18 ore consecutive e questo rappresenta una violazione sistematica di leggi e norme in materia sia contrattuale che dal punto di vista igienico-sanitario”.
“Umanamente porgiamo sentite condoglianze alla famiglia del giovane che si è tolto la vita – conclude il segretario del sindacato di polizia penitenziaria – e chiediamo un reale interessamento della politica e delle istituzioni al mondo del carcere, e ringraziamo tutte le donne e uomini della polizia penitenziaria per il grande senso di responsabilità e abnegazione che quotidianamente mettono in campo”.

