S’indaga anche per istigazione al suicidio in relazione alla morte di Najoua Minniti e di suo figlio di 8 anni, Elia Perrone, trovati morti martedì sera a Calimera. Il corpo della 35enne è stato rinvenuto martedì pomeriggio nelle acque di Torre Dell’Orso, marina di Melendugno. La stessa sera è stato trovato morto il piccolo Elia, nell’appartamento in cui vivevano.
L’ipotesi prevalente della Procura di Lecce è quella dell’omicidio-suicidio. La 35enne, dopo aver soffocato e ucciso il figlio nel sonno, ha raggiunto a bordo della propria auto un tratto del litorale adriatico della provincia di Lecce, per suicidarsi. L’auto (una Lancia Y) non è stata ancora trovata ma si stanno utilizzando anche i droni nelle ricerche.
L’indagine per istigazione al suicidio, a carico di ignoti, è un atto dovuto per effettuare l’autopsia anche sul corpo della donna che potrebbe essere svolta lunedì, così come quella su Elia. La Procura procedeva già per omicidio volontario sempre contro ignoti. Ci sono alcuni punti oscuri ancora da chiarire nella vicenda.
Il papà di Elia, a dicembre scorso, aveva parlato ai servizi sociali delle intenzioni di Najoua nei confronti del piccolo. Il legale della donna ha invece accusato l’uomo, parlando della condanna ricevuta per maltrattamenti.

