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Molfetta, lite con genitore all’ingresso di scuola. Insegnante accusa malore e va in ospedale: “Ho avuto tanta paura”

30 Aprile 2025
– Autore: Raffaele Caruso
30 Aprile 2025
– Autore: Raffaele Caruso

Un’insegnante della scuola primaria Cozzoli di Molfetta è stata aggredita verbalmente da un genitore davanti ai suoi alunni ed è finita in ospedale per un malore accusato.

L’episodio risale allo scorso 15 aprile, la maestra si trovava nel giardino dove ogni giorno gli alunni si radunano e un genitore si sarebbe avvicinato con tono minaccioso e aggressivo urlandole di essere una maleducata, in seguito ad alcune incomprensioni.

L’insegnante è riuscita a portare i suoi alunni all’interno dell’edificio, prima però di accusare un malore ed essere portata in pronto soccorso. “Non è semplice è una situazione emotivamente complessa. Ho avuto tanta paura, perché il genitore in questione si è avvicinato parecchio e mi ha urlato quasi in faccia – le sue parole -. Quando sono entrata in classe tremavo: non riuscivo nemmeno a bere un goccio d’acqua”.

L’episodio è stato anche denunciato dalla Gilda degli insegnanti di Bari: “Reputiamo intollerabile il comportamento del genitore in questione che, in modo del tutto inopportuno e irrispettoso del contesto, mette in discussione la professionalità dell’insegnante e ne mina la credibilità davanti ai propri alunni, ai colleghi e alle famiglie – si legge nella nota -. Ancora una volta ci troviamo a riflettere sulla pesante ingerenza delle famiglie nella sfera di azione della scuola e sulla pericolosa contrapposizione tra due agenzie educative che dovrebbero, invece, essere quantomai alleate. Esprimiamo, pertanto, vicinanza alla collega e chiediamo risposte forti e decise alle istituzioni scolastiche e al Ministero, a difesa della categoria dei docenti e del loro ruolo fondamentale nel processo educativo delle giovani generazioni”.

Dopo lo stop per le vacanze pasquali, l’insegnante è tornata a scuola. “Ma non è stato facile non voglio far finta che non sia successo nulla. Bisogna dare un segnale, perché abbiamo bisogno di rispetto, noi e i nostri alunni. Non possiamo tollerare episodi simili e in tanti anni di carriera non mi era mai successo un fatto così grave”.