Muore all’età di 47 anni per un tumore al pancreas senza la possibilità di poter riabbracciare il proprio figlio per l’ultima volta. Protagonista di questa triste vicenda è una donna di Frosinone. Nell’ultimo anno non è riuscita mai a vedere suo figlio di 12 anni, nonostante l’incontro mensile fissato dal Tribunale, a causa dell’ostruzione dell’ex marito, un medico che con il ragazzo vive a Trani. La donna aveva in passato denunciato l’uomo per maltrattamenti, a causa della malattia era stata costretta ad affidare il figlio 12enne a lui, mentre l’altra figlia di 17 anni ha continuato a vivere con lei. L’uomo verrà processato in Tribunale per maltrattamenti. Secondo la ricostruzione dell’accusa il medico denigrava la 47enne per le sue umili origini e le imponeva alcune dure restrizioni come il divieto dell’uso di elettrodomestici e di internet, oltre a far vivere l’intera famiglia in una casa fatiscente nonostante la disponibilità economica e a negare ai figli qualsiasi rapporto con i familiari della madre. Un consulente tecnico di ufficio attraverso una relazione ha evidenziato che il 12enne aveva espresso la volontà di non dialogare con sua madre, a causa di ricordi “spiacevoli passati insieme”. Un rapporto sicuramente complicato, ma la 47enne è morta senza aver potuto riabbracciare suo figlio. Ora non si può tornare più indietro. Il caso è stato denunciato sulla pagina Facebook “Fammi rinascere”, alla quale la donna si era rivolta per essere aiutata, e in poco tempo è diventato di dominio pubblico, tanto da essere oggetto anche di un’interrogazione alla Camera da parte di Maria Cecilia Guerra (Pd-Ipd) lo scorso gennaio.
“Il centro antiviolenza FAMMI RINASCERE si unisce al dolore della cara figlia della MAMMA CORAGGIO e nostra utente,che prematuramente ha lasciato questa vita.
Non ti hanno permesso di riabbracciare per l’ultima volta il tuo amato figlio, un dolore che ha aggravato ancor di più la tua salute cagionevole. – si legge nel post -. Le ultime volontà di questa mamma quando venne ascoltata furono: ‘vorrei che Isabella rimanesse con me perché questo è il suo desiderio e deve essere rispettato, e vorrei che anche X rimanesse con me, perché è un suo desiderio, anche se io ho adesso delle difficoltà; anche perché è più di un anno che non vedo mio figlio’. Ed ora domandiamoci quanto dolore, oltre quella della malattia che gravava su di essa, possa esserci stato nel cuore di questa mamma che si è vista costretta nel limbo di un’attesa di una giustizia lenta che non ha tenuto in considerazione le condizioni psicologiche di una mamma. Una mamma che voleva per l’ultima volta riabbracciare il proprio figlio”.