Disposti dal gip del Tribunale di Bari, Angelo Salerno, altri 6 mesi di indagine sull’omicidio di Benedetto Petrone, il 18enne militante comunista assassinato il 28 novembre 1977 nel centro di Bari da quella che viene definita negli atti “squadraccia” fascista. Il gip ha respinto la richiesta di archiviazione da parte della Procura di Bari perché il reato non può considerarsi prescritto perché aggravato dai futili motivi e dalla crudeltà. Allo stesso tempo non condivide la ricostruzione proposta dalla difesa delle parti offese che ha promosso la riapertura delle indagini cinque anni fa. “Pur accedendo alla ricostruzione secondo cui l’omicidio concorrerebbe con il delitto di ricostituzione del partito fascista, non sarebbe ravvisabile un nesso teleologico tra i due fatti”, ovvero il comando squadrista non avrebbe ucciso Petrone per motivi politici. Il giudice ha quindi disposto di identificare tutte le persone che avrebbero agito quella sera in concorso con Giuseppe Piccolo, l’unico che all’epoca è stato ritenuto colpevole.
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- di: Raffaele Caruso
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