“L’aggressore ha agito pienamente consapevole di quello che stava facendo tirando quei pugni, la vittima è stata sorpresa e non ha avuto modo di reagire”. Due esperti di arti marziali, chiamati come testimoni della pubblica accusa nel processo sull’omicidio di Paolo Caprio, avvenuto la notte del 4 settembre 2021 in una stazione di servizio tra Bitonto e Modugno, hanno descritto così gli ultimi momenti di vita della vittima davanti al video dell’aggressione. A sferrare cinque colpi, tipici di una persona che pratica arti marziali, è stato il 21enne Fabio Giampalmo, imputato con l’accusa di omicidio volontario. La conferma è stata poi data anche da due poliziotti chiamati dal pm. L’obiettivo della Procura è quello di smontare la ricostruzione di quanto accaduto fatta da Giampalmo che ha parlato di “incidente”. Ai due testimoni, che hanno spiegato come nelle arti marziali non contano il peso e la statura dei combattenti ma la precisione delle tecniche utilizzate, sono state mostrate anche le foto del cadavere.
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- di: Claudia Santoro
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