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Omicidio Petrone a Bari, il Comune si costituisce contro la richiesta archiviazione: “Vogliamo giustizia e verità”

9 Luglio 2025
– Autore: Raffaele Caruso
9 Luglio 2025
– Autore: Raffaele Caruso

La giunta comunale, su proposta del sindaco Vito Leccese, ha autorizzato la costituzione nella fase di opposizione alla richiesta di archiviazione delle indagini nei confronti degli indagati proposta dalle parti offese, e, in caso di accoglimento dell’opposizione e di apertura della fase giudiziale, alla costituzione di parte civile del Comune di Bari nei confronti degli imputati nell’omicidio del giovane barese Benedetto Petrone, avvenuto il 28 novembre 1977 in piazza Prefettura.

La procura della Repubblica presso il Tribunale di Bari, infatti, all’esito della riapertura delle indagini sul gravissimo fatto di sangue, ha iscritto nel registro degli indagati alcuni soggetti e ha svolto indagini, all’esito delle quali, nonostante il quadro probatorio, ha chiesto nuovamente l’archiviazione delle stesse, richiesta verso cui le parti offese hanno proposto opposizione. Il Comune di Bari ha ravvisato l’opportunità di intervenire in questa fase del giudizio per associarsi alla opposizione all’archiviazione.

La giunta comunale ha ravvisato, infatti, l’interesse del Comune di Bari, anche se non ancora individuato come persona offesa, al prosieguo delle indagini e alla prosecuzione degli atti, in considerazione della gravità dei fatti e del compendio probatorio già in atti. Fatti che, pur risalenti nel tempo, costituiscono ancora oggi motivo di allarme da parte della cittadinanza e della collettività tutta con riferimento a ogni episodio di violenza esercitata contro avversari politici e con metodo squadrista.

Si legge nell’atto di intervento nel procedimento depositato dall’avvocata civica Alessandra Baldi durante l’udienza tenutasi questa mattina: “Il Comune di Bari, come ente esponenziale cui è stato riconosciuto il diritto proprio alla identità cittadina dalla Corte di appello civile di Bari con la sentenza n. 202/2020, confermata dalla Corte di Cassazione con sentenza n. 26801/2023, deduce quindi un interesse proprio e quale ente esponenziale a che venga fatta piena luce sui fatti accaduti il 28 novembre 1977, in Piazza Prefettura, a Bari, e che a tale scopo, in piena adesione alle ragioni rappresentate dalle persone offese opponenti, venga respinta la richiesta di archiviazione avanzata dal Pubblico Ministero e ordinata la formulazione dell’imputazione di omicidio volontario pluriaggravato nei confronti delle persone indagate e di chiunque verrà ritenuto corresponsabile del grave fatto di sangue, ovvero disponendo ulteriori indagini”.

“Chiedere che sia fatta giustizia e che si riporti alla luce tutta la verità sull’omicidio di Benedetto Petrone è un dovere – commenta il sindaco Vito Leccese -. Ci sono pagine di storia che, per quanto lontane nel tempo, non possono e non devono essere dimenticate, perché ancora oggi sono il simbolo più eloquente di un clima politico fascista, violento e antidemocratico che purtroppo viene rievocato con nostalgia in più parti d’Europa. ‘Archiviare’ quella storia senza aver portato a compimento il processo significherebbe derubricarla a mero episodio di violenza. Invece così non fu, anzi. Crediamo che la famiglia di Benny meriti giustizia fino in fondo, e con essa tutte le persone che si riconoscono nei valori della democrazia, della pace, dei diritti e della legalità e che il Comune di Bari intende rappresentare in questa e in tutte le altre circostanze, giudiziarie e non. L’intera comunità civile è stata ferita e offesa da quel delitto”.

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