Il Comune di Bari sostiene di non pagare alcun indennizzo, mentre lo Stato continua a sostenere che i risarcimenti devono essere riconosciuti dall’Ente. La telenovela legata a Punta Perotti si arricchisce di un nuovo capitolo giudiziario: il Comune ha deciso di costituirsi in giudizio dinnanzi alla Corte d’Appello di Bari per opporsi al ricorso presentato dallo Stato dopo la sentenza in primo grado.
Il Tribunale di Bari a marzo ha infatti dichiarato l’insussistenza dei presupposti del diritto di rivalsa dello Stato Italiano nei confronti del Comune di Bari in relazione alle sentenze della Corte E.D.U. del 20.01.2009 e del 10.05.2012” sulla vicenda Punta Perotti, al fine di accertare e dichiarare l’infondatezza della pretesa creditoria vantata dallo Stato italiano in relazione agli oneri finanziari sostenuti per risarcire i proprietari dei suoli, confiscati dallo Stato, per un ammontare di 46.080.000.
La sentenza del Tribunale ha accolto le tesi formulate dal Comune di Bari e ha dichiarato l’insussistenza del diritto dello Stato a rivalersi nei confronti del Comune di Bari di quanto corrisposto in esecuzione della sentenza di condanna della Corte E.D.U. del 10.05.2012, nei confronti dei proprietari. Questo perché all’ente locale non è addebitabile alcuna responsabilità sul danno subito dai proprietari a seguito della confisca disposta dalla Corte di Cassazione con sentenza n. 11716/2001.
Il Comune di Bari, essendo intervenuto nella fase di rilascio delle autorizzazioni edilizie, è stato considerato estraneo al segmento a valle della vicenda, rappresentato dalla confisca dei beni posta a fondamento della pronuncia resa dalla Corte E.D.U., oggetto dell’azione di rivalsa. Lo Stato però ha presentato ricorso e insiste nel diritto di rivalsa nei confronti del Comune, cercando di scaricare nelle casse dell’ente il maxi-indennizzo, già liquidato.

