Il Tribunale di Lecce ha disposto una perizia psichiatrica per stabilire se Filippo Manni, il 21enne studente che ha ucciso la madre Teresa Sommario lo scorso 17 giugno a Racale, fosse in grado di intendere e di volere.
Il giovane si trova nel carcere di Lecce, in una sezione riservata a detenuti che necessitano di particolare assistenza. Movente del delitto i continui litigi tra mamma e figlio per motivi banali e il loro perenne rapporto conflittuale.
Quel pomeriggio Manni rientrò a casa, incontrò la donna che stava lavorando in smart working e a causa di un mancato saluto la situazione degenerò in pochi istanti. Il 21enne salì al piano superiore, prese l’accetta da scout del fratello e colpì la donna cinque volte, due delle quali letali.
Poi è andato via dalla casa in stato confusionale, a torso nudo e sudato percorrendo le strade periferiche del paese. “Volevo andare a mare e fare un bagno”, le sue parole. A fermarlo fu un amico di famiglia che lo accompagnò in caserma.

