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Suicidi in divisa, La Scala: “Abbandonati dalle istituzioni modificare la legge sull’istigazione”

5 Settembre 2022
– Autore: Eleonora Francklin
5 Settembre 2022
– Autore: Eleonora Francklin

I suicidi in divisa è un tema che ci sta a cuore. Da ormai due anni ci stiamo occupando della morte dell‘agente penitenziario Umberto Paolillo su cui nel corso del tempo sono usciti particolari che fanno ancora di più credere che il gesto estremo dell’agente sia stato dovuto a probabili angherie subite all’interno del carcere di Turi. Umberto è solo uno dei tanti casi di suicidi nelle Forze dell’Ordine.

“Mai come in questi ultimi anni abbiamo avuto suicidi nel comprato sicurezza – spiega l’avvocato Antonio La Scala – I numeri ci devono allarmare, ma soprattutto il silenzio assoluto da parte delle istituzioni. Si tratta di persone che arrivano a fare un gesto così estremo perché nessuno ha riconosciuto il loro grido di aiuto e la loro difficoltà”.

L’ultimo suicidio nelle Forze dell’Ordine ha scosso molto l’opinione pubblica proprio a causa della lettera lasciata dal militare che accusava la Finanza come causa del suo gesto estremo. “Se c’è un numero così elevato non è caso – rimarca La Scala – c’è un disagio a 360 gradi. Spesso gli uomini in divisa si trovano con le spalle al muro e temono ritorsioni nel momento in cui denunciano i soprusi. Per questo motivo ci vogliono associazioni esterne in cui si possa denunciare in forma totalmente anonima e che possno indagare per capire se le accuse sono fondate”.

“Per questo motivo io e la collega Laura Lieggi abbiamo costituito l’associazione ‘Diritto è vita’ fortemente voluta anche dalla mamma di Umberto Paolillo per dare una mano a tutti gli uomini e delle donne che si trovano in difficoltà e non sanno come denunciare. Inoltre sarebbe opportuni cambiare la legge sull’istigazione al suicidio che al momento non è un reato perseguibile penalmente”.