La rabbia che ho in corpo non posso trasmettervela, la preoccupazione vissuta per il mio amico e collega Tino nemmeno, ma siamo in grado di mostrarvi ciò che è successo questa mattina all’Arco Basso, nella città vecchia di Bari. Facciamo un passo indietro. Ieri pomeriggio Polizia Locale, unitamente ai Carabinieri, ha fatto un blitz: 151 chili di prodotto sequestrato, tre multe da 5mila euro e 173 euro pure a Nunzia, la regina delle pastaie. Le sanzioni, dunque, non le abbiamo fatte noi, ma chi avrebbe dovuto farle tanti anni fa, già ai tempi in cui i sindaci di Bari erano Michele Emiliano e Antonio Decaro. Loro due, invece, hanno preferito strizzare l’occhio all’illegalità , sopportando la trasformazione di una tradizione (che andrebbe difesa) in un avido commercio sulla pelle dei turisti.
E dopo la truffa delle orecchiette industriali vendute come fatte a mano, quei banchi sono diventati autentici negozi. Quando colpisci la tasca il colpo arriva a destinazione, si sa. Stamattina le “donne” dell’Arco Basso hanno fatto la solita sceneggiata napoletana, impendendo il transito sulla strada pubblica con le barricate. L’ultima volta ci avevano buttato addosso improperi, minacce e secchiate d’acqua. Un nuono intervento delle Forze dell’Ordine ha ripristinato tutto, ma molti banchi sono rimasti chiusi. Come altri cronisti mediamente capaci, io e Tino ci siamo recati sul posto per raccontare i fatti, decidendo per il quieto vivere di non intervistare le imprenditrici dell’Arco Basso.
Mentre andavamo via, la solita Franca, insieme ad altre tre o quattro “signore” della strada ci hanno deliberatamente aggredito con schiaffi, calci, mani in faccia. In mezzo al plotone in rosa c’era anche una donna incinta, arrivata quando la festa era già in corso per sferrare anche lei pugni, soprattutto a Tino, colpevole di essere l’autore delle immagini. Ho provato a tenerle a bada finché ho potuto, poi si sono accanite contro Tino. Stoicamente, con una mano difendeva la telecamera – andata comunque distrutta -, con l’altra teneva lontana gli aggressori in gonnella, ma capaci di un linguaggio da cantina della peggior specie. La situazione è poi degenerata, quando una delle donne della strada, una bionda con un diavolo per capello, ha chiamato i Carabinieri dicendo che tino – quell’uomo di merda di Tino – aveva brutalmente aggredito l’amica incinta.
Tino è stato strattonato, preso per i capelli, colpito da schiaffi, pugni e calci. L’intervento degli operatori del 118 è stato necessario, così come il trasporto in ospedale, al Pronto Soccorso della Mater Dei. Dieci giorni di prognosi a lui e tre a me. Fisicamente ce la siamo cavata, ma la rabbia che abbiamo in corpo non potete immaginarla. Vi racconteremo tutto e meglio, denunceremo tutte le signore della pasta e i due precendenti sindaci, Emiliano e Decaro, a nostro avviso ugualmente colpevoli di aver fatto credere a sta gente di poter fare ciò che volevano. Peccato, Bari potrebbe essere una città meravigliosa, ma per colpa di qualcuno non ci fa credito nessuno, se non turisti di un certo tipo che, se continua di questo passo, smetteranno di venire a mangiare o bere. Del resto si può fare ben poco d’altro, se non appunto l’esperienza di essere truffati all’Arco Basso.
Vogliamo ringraziare le migliaia di persone per bene che ci stanno inondando di messaggi e solidarietà . Peccato solo che, ancora una volta, gli uomini che assistevano alla rissa, parenti e amici delle pastaie, aggiungevano benzina sul fuoco, minacciando e facendo gestacci. Non tutti, per carità . Torneremo sulla vicenda, con la speranza che l’Amministrazione comunale prenda una posizione netta rispetto a quello che è successo stamattina e al comportamento provocatorio di queste commercianti improvvisate, con un giro d’affari tutt’altro che da guerra dei poveri.

