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UE, il durissimo attacco (con imprecisioni) dell’europarlamentare Anderson a Decaro: “È coinvolto con la mafia”

30 Luglio 2024
– Autore: Raffaele Caruso
30 Luglio 2024
– Autore: Raffaele Caruso

“Cari concittadini, nella prima parte della mia relazione sulla neo nominata ENVI (commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare), ho già descritto come il socialdemocratico italiano Antonio Decaro sia riuscito a farsi eleggere nuovo presidente della commissione con i voti del partito di Ursula von der Leyen (CDU/PPE). Questo presunto accordo di back-room tra i Verdi (Verdi/EFA) e la CDU (PPE), ha ora portato a due convinti sostenitori del Green Deal eco-socialista delle élite globali seduti in posizioni chiave dell’UE. Antonio Decaro è in politica da 20 anni, è presidente dell’ANCI ed è stato per 10 anni sindaco popolare della città portuale meridionale Italia di Bari. Come riportato dal quotidiano tedesco ‘Frankfurter Allgemeine Zeitung’ sotto il titolo “Sospetto mafioso in Puglia – Il rispettabile sig. Decaro”, Antonio Decaro è ora sospettato di essere complice”. Inizia così il duro messaggio pubblicato sui social da Christine Anderson,  politica tedesca ed europarlamentare, contro l’ex sindaco di Bari, Antonio Decaro.

“In un’operazione antimafia questa primavera, sono stati arrestati 130 persone dei clan mafiosi locali dei Montani, Strisciuglio e Parisi. I Parisi controllano buona parte del traffico di droga a Bari e dintorni, mentre altre aree commerciali includono scommesse sportive illecite ed estorsioni di denaro per la protezione. Tra gli arrestati anche due ex politici locali della regione metropolitana di Bari. I loro beni, tra cui interessi immobiliari e commerciali, auto sportive e gioielli per un totale di oltre 15 milioni di euro, sono stati sequestrati – si legge nel post -. L’ex sindaco e ora presidente della commissione UE Antonio Decaro ha insistito sul fatto di non avere nulla a che fare con questa rete e di non aver mai negoziato nulla con nessun mafioso. Purtroppo il suo ex collega di partito, il presidente regionale pugliese Michele Emiliano e il predecessore di Decaro sindaco di Bari, ha contraddetto questa affermazione. Lui stesso, insieme ad Antonio Decaro, alcuni anni fa, aveva fatto visita alla sorella del boss mafioso locale Antonio Capriati per dissuaderlo dalla sua opposizione alla creazione di una zona senza traffico. Se fosse vero, Antonio Decaro avrebbe mentito nella sua precedente smentita”.

Emiliano ha poi cambiato versione sull’accaduto. “Si pone anche la domanda su cosa dovrebbe essere offerto a un boss mafioso per cambiare idea su un progetto di costruzione. A peggiorare le cose, è venuta alla luce un’altra vicenda del circolo diretto del partito di Decaro. In quanto presunto capo di una cricca di 60 politici locali prevalentemente di sinistra che hanno comprato voti al prezzo di 50 euro ciascuno, anche il sindaco di Triggiano, comune della regione metropolitana di Bari, è ora in custodia. Anche sua moglie è sotto inchiesta. La politica si è già dimessa e ha rinunciato anche all’iscrizione al PD socialdemocratico”. Qui la politica tedesca, nella sua ricostruzione, fa confusione tra l’ex sindaco di Triggiano, Antonio Donatelli, e Sandrino Cataldo, ex numero uno del partito Sud al Centro e marito della consigliera regionale Anita Maurodinoia. Cataldo non è più in custodia e ha lasciato da poco i domiciliari e non è mai stato sindaco di Triggiano.

“Certo, la presunzione di innocenza vale per il momento anche per Antonio Decaro, ma sorge la legittima domanda su quanto sia saggio eleggere qualcuno che presieda una delle commissioni più importanti del parlamento UE mentre tutto il suo campo di partito sta attualmente annegando un’indagine antimafia – aggiunge -. Con Ursula von der Leyen e Antonio Decaro al Parlamento Ue, ora abbiamo due spietati sostenitori del Green Deal” eco-socialista, rovinoso e anti-cittadino in posizioni chiave, entrambi al centro di massicce indagini. Von der Leyen per corruzione e Antonio Decaro per coinvolgimento con la mafia italiana. Come si possono seriamente presentare come candidati ad alti carichi politici e poi essere eletti a larga maggioranza? Le dure ed esaustive leggi antimafia italiane degli anni ottanta e novanta furono introdotte quando si riconosce che la criminalità organizzata si era infiltrata in politica su larga scala. Forse ora abbiamo bisogno di tali leggi anche a livello comunitario?”.

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