Torniamo ad occuparci dell’inchiesta che vede coinvolti Giovanni Francesco Stea, l’assessore al Personale della Regione Puglia, Elio Sannicandro, direttore generale dell’Agenzia strategica per lo sviluppo del territorio della Regione Puglia (Asset), e l’avvocato penalista barese Salvatore Campanelli, consulente amministrativo e legale nominato per il supporto al rup (responsabile unico del procedimento) per il fondo di progettazione per gli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico. Stiamo parlando della promessa di incarichi e minacce che riguardano il dissesto idrogeologico. L’inchiesta è relativa a controversie in corso tra la Regione e un’azienda di Noci, l’Arevà, che si occupava della direzione lavori e della sicurezza negli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico nei comuni di Grumo Appula e Corato.
In merito alla vicenda vi avevamo parlato di una intercettazione che ha riguardato l‘ingegner Sgaramella, vi avevamo anticipato l’accusa di falso ideologico che pendeva sul commissario delegato sul dissesto idrogeologico, Elio Sannicandro, e dell’implicazione dell’assessore Giovanni Stea. Nell’inchiesta resta coinvolto anche l’avvocato Salvatore Campanelli. Lo avevamo raggiunto fuori dalla sede del Comune di Bari e ci aveva più volte detto, anche sottolineandolo, che non aveva mai conosciuto Francesco Trisolini, l’ingegnere della Arevà Ingegneria srl, società che aveva delle controversie con la Regione in merito alla revoca degli appalti, il quale, stando alle intercettazioni, sarebbe stato minacciato dal funzionario Sgaramella per far togliere dalla documentazione il serbatoio.
Secondo quanto denunciato, la ditta avrebbe ricevuto richieste di denaro per continuare a lavorare e in cambio di promesse di incarichi. Tali accuse si erano tradotte nell’ipotesi di tentata induzione a dare o promettere utilità degli indagati e per Campanelli anche di violenza privata, ma la Procura ha sollecitato l’archiviazione dopo aver ascoltato la versione dei tre. La difesa della società si è però opposta alla richiesta di archiviazione della Procura e ha sollecitato indagini supplementari, con tanto di elenco di nuovi testimoni da ascoltare, per dimostrare che esiste un modus operandi ben preciso all’interno degli uffici della Regione. La richiesta di denaro per poter ricevere in campo appalti non riguarderebbe infatti solo l’azienda di Noci.