Bari-Pisa, papà pestato davanti al figlio. Melchiorre: “Scena brutale e inaccettabile. Serve una risposta ferma”

“Quanto accaduto a Bari all’esterno dello stadio San Nicola è inaccettabile, disumano, vile: il pestaggio di un tifoso davanti agli occhi del proprio figlio è un episodio che va oltre ogni logica sportiva, oltre ogni forma di rivalità, oltre ogni giustificazione. È stata una scena brutale, codarda, che colpisce non solo chi l’ha subita, ma tutti noi, come società, come comunità, come esseri umani”.

Inizia così lo sfogo social del senatore barese Filippo Melchiorre (Fratelli d’Italia) in merito a quanto accaduto ieri pomeriggio allo stadio san Nicola di Bari. L’aggressione ai danni di un uomo, davanti a suo figlio, è diventata virale sul web e ha creato scalpore.

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“È una ferita profonda alla coscienza civile del nostro Paese. Non possiamo più tollerare che la violenza detti legge, né voltare lo sguardo davanti a tanta barbarie – aggiunge -. Nessuna passione sportiva, nessun tifo, nessuna rivalità può mai giustificare la violenza, soprattutto quando si abbatte su un padre indifeso, sotto lo sguardo attonito e traumatizzato di un bambino. Serve una risposta ferma. Serve giustizia. Serve responsabilità da parte di tutti”.

“In qualità di componente del Comitato che si occupa di infiltrazioni mafiose nelle manifestazioni sportive e legami tra criminalità organizzata e società sportive in seno alla Commissione parlamentare antimafia, chiedo con forza che le istituzioni e le forze dell’ordine intervengano con fermezza: chi semina terrore va assicurato alla giustizia, senza sconti e senza esitazioni – conclude Melchiorre -. Gli stadi devono tornare a essere luoghi di sport e famiglia, non teatri di violenza e paura. Servono controlli più rigorosi, pene certe e una risposta immediata, contro ogni forma di delinquenza travestita da tifo. Se tolleriamo il silenzio, diventiamo complici”.

Bari, il tassista accoltellato torna in servizio dopo 4 mesi: “Provo ancora paura”. Senatore Melchiorre primo cliente

“Non nego di avere ancora paura. Sono stati mesi difficili ma pian piano ne sto uscendo fuori con un percorso psicologico e la vicinanza della mia famiglia. Ripercorro le strade del Policlinico ogni giorno per tornare a casa, ma farlo con il mio taxi è diverso, fa un certo effetto”.

Queste sono le parole di Francesco Rubini, il tassista accoltellato lo scorso 8 dicembre da Giovanni Monno e Angela De Vincenzo a Bari. Dopo quattro mesi di stop, è tornato in servizio.

“Anche se ho ancora un po’ paura, devo tornare a lavoro – le parole riportate da La Gazzetta del Mezzogiorno -. Ho una figlia di 18 mesi, in questi mesi ho ricevuto solo un acconto da parte dell’Inail della somma di 500 euro per infortunio sul lavoro. Ho avvertito la calorosa vicinanza dei colleghi e delle istituzioni. Ma vedremo sulla sicurezza cos’altro si potrà fare”.

“Non credo di dover girare io armato per proteggermi anche perché in quelle situazioni non sai mai cosa può succedere…Ci hanno ascoltato, ci hanno accolto, ma è ancora tutto da vedere, i fatti sono i fatti – ha aggiunto -. Il video che è circolato in rete? Non l’ho visto e non lo vedrò mai. All’inizio ci sono rimasto male e ho cercato di capire chi lo avesse diffuso, col senno di poi credo sia importante la gente lo abbia visto. E anche parlare con i giornalisti e raccontare quello che mi è successo lo è stato”.

Il suo primo cliente è stato il senatore Filippo Melchiorre. “Francesco Rubini rappresenta per Bari un simbolo di rinascita, di risposta a un gesto che ha sconvolto la nostra comunità. Il fatto che stia tornando in campo dopo un percorso non facile, deve essere di esempio per tutti i baresi, quelli che credono in certi valori. Si può reagire”, le parole del senatore.

A Monno e De Vincenzo sono contestati i reati di lesioni personali e tentata rapina, con le aggravanti della crudeltà e dell’uso dell’arma. Secondo quanto accertato dalle indagini condotte dalla pm Silvia Curione, quella sera, dopo essere saliti a bordo del taxi guidato da Rubini – alla sua prima settimana di lavoro – avrebbero finto di non avere soldi convincendo così il tassista ad accostare.

A quel punto Monno, come si vede dal video della dashcam montata in auto, avrebbe puntato un coltello alla gola del conducente e lo avrebbe minacciato di morte, prima di iniziare a colpirlo con diverse coltellate (oltre 20) al volto, alle spalle e sul dorso. I due sarebbero poi fuggiti dopo l’intervento di un soccorritore, allertato dalle urla del tassista, e furono arrestati a poche ore dal fatto. Il tassista fu medicato al Policlinico di Bari con oltre 120 punti di sutura e fu dimesso con una prognosi di 25 giorni. Rubini ha chiesto un risarcimento danni da 300mila euro ai suoi aggressori.