Bari, omicidio Telegrafo in piazza a Carbonara: 5 arresti dopo 10 anni. In manette i killer e il mandante – I NOMI

Cinque persone sono state arrestate dagli agenti della squadra mobile della questura di Bari nell’ambito dell’inchiesta sull’assassinio di Nicola Telegrafo, ucciso con sei colpi di revolver il 28 maggio di dieci anni fa, in piazza Umberto nel rione Carbonara di Bari.

+++ IL VIDEO SUL NOSTRO CANALE TELEGRAM +++

In carcere sono finiti i presunti mandante e autori del delitto e chi li avrebbe aiutati a prepararlo. Si tratta di Luigi Guglielmi classe 1982 che per i poliziotti coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia sarebbe il mandante dell’omicidio; Giuseppe Cacucci di 31 anni e Nicola Lorusso di un anno più grande e noto in ambienti criminali come ‘barboncino’, che sarebbero gli esecutori materiali; e Porzia De Sario di 53 anni e il compagno, il 57enne Vito Francavilla detto ‘Vitino il nero’ che avrebbero contribuito alla pianificazione dell’assassinio.

Le indagini si sono avvalse delle dichiarazioni rese da Francavilla e Lorusso, entrambi collaboratori di giustizia che avrebbero confermato quanto gli accertamenti investigativi avevano ipotizzato.

L’omicidio di Telegrafo sarebbe maturato nell’ambito di una faida sanguinaria che, all’epoca dei fatti, avrebbe riguardato da una parte il gruppo Di Cosola, di cui farebbero parte gli arrestati di oggi, e il clan Strisciuglio, di cui la vittima era reggente pro tempore “per la concomitante detenzione del vertice associativo”, spiegano gli inquirenti che sono riusciti a trovare l’arma ridotta in pezzi.

Quanto riferito dai collaboratori di giustizia avrebbe permesso di definire le presunte responsabilità nell’omicidio in capo a Guglielmi, promotore del clan Di Cosola e mandante, per due dei suoi affiliati ovvero Lorusso e Cacucci, il primo avrebbe premuto il grilletto e indossato più giubbotti compreso uno antiproiettili per camuffare la sua stazza, e il secondo sarebbe rimasto alla guida dell’auto su cui sono fuggiti.

La 53enne e Francavilla invece avrebbero fornito “un contributo rilevante nella fase preparatoria del delitto”, aggiungono gli investigatori. Per tutti le accuse sono, a vario titolo, omicidio doloso, porto e detenzione di armi e ricettazione, tutti aggravati dall’associazione per delinquere di stampo mafioso. Risultano indagate altre tre persone, tra cui il padre di Loursso, Saverio che avrebbe nascosto l’arma del delitto.

Bari, omicidio Telegrafo in piazza a Carbonara: 5 arresti e 2 indagati. Decisivi i collaboratori di Giustizia – VIDEO

Nel pomeriggio odierno, la Polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Bari, su richiesta di questa Procura della Repubblica, nei confronti di cinque soggetti, ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di omicidio doloso, porto e detenzione di armi e ricettazione, tutti aggravati dall’art. 416 bis comma 1, per aver posto in essere condotte finalizzate all’omicidio di Telegrafo Nicola, avvenuto, la sera del 28 maggio 2015, nella piazza centrale del quartiere periferico di Bari Carbonara.

+++ IL VIDEO SUL NOSTRO CANALE TELEGRAM +++

Con la doverosa premessa che si tratta di accertamenti compiuti nella fase delle indagini preliminari, che necessitano della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa.

L’indagine, coordinata da questa Direzione Distrettuale Antimafia e condotta dalla Squadra Mobile della Questura di Bari ha consentito di accertare che l’omicidio di Telegrafo Nicola è maturato nell’ambito di una faida sanguinaria sussistente, all’epoca, tra clan mafiosi contrapposti: da una parte i Di Cosola, di cui fanno parte i soggetti attinti dalla misura cautelare, dall’altra gli Strisciuglio, di cui Telegrafo era reggente pro tempore, per la concomitante detenzione del vertice associativo.

Determinanti sono state, nel corso del tempo, le attività di intercettazione telefoniche e ambientali, le immagini acquisite il giorno dell’efferato omicidio, sulla piazza Umberto di Carbonara e le dichiarazioni di collaboratori di giustizia, tra cui anche quelle degli esecutori materiali del delitto, che hanno consentito di riscontrare e valorizzare molti degli elementi emersi, consentendo, tra l’altro, il rinvenimento dell’arma utilizzata per l’agguato e la precisa attribuzione delle responsabilità a tutti i soggetti colpiti dalla misura cautelare.

Le dichiarazioni dei collaboratori di Giustizia, inoltre, sono state fondamentali per accertare i ruoli e le singole responsabilità nell’omicidio, ovvero, in capo a uno dei promotori del clan Di Cosola il ruolo di mandante, per due dei suoi affiliati il ruolo di esecutori materiali, mentre per una donna ed il suo compagno, un contributo rilevante nella fase preparatoria del delitto.

Il provvedimento da eseguire vede altresì indagati – ma non attinti da alcuna misura cautelare – anche altri due soggetti, per la parte relativa all’omicidio, nonché il padre di uno degli esecutori materiali, per quanto attiene l’occultamento dell’arma utilizzata per il delitto.

È importante, tuttavia, sottolineare che il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e che, all’esecuzione della misura cautelare, seguirà il confronto con la difesa dell’indagato, la cui eventuale colpevolezza, in ordine ai reati contestati, dovrà essere accertata in sede di processo, nel contraddittorio tra le parti.