Lo spione dei conti bancari, i clienti valutano causa contro Intesa Sanpaolo: chieste informazioni alla Procura

Intesa Sanpaolo è formalmente indagata nell’indagine a carico di Vincenzo Coviello, l’ex dipendente che in 26 mesi ha compiuto accessi abusivi ai conti correnti e alle carte di credito di 3572 correntisti di 679 filiali. La Banca, per gli inquirenti, avrebbe violato la legge 231 del 2001 sulla responsabilità amministrativa delle persone giuridiche.

L’istituto, secondo i pm, non avrebbe tempestivamente segnalato agli inquirenti gli accessi abusivi. Dopo lo scandalo, i legali di alcuni clienti vittime di Coviello hanno chiesto informazioni alla Procura per valutare la costituzione di parte civile o cause civili ai danni della banca. Coviello è stato sottoposto a procedimento disciplinare – e poi licenziato dalla banca lo scorso 8 agosto – ben prima che partissero le indagini. L’ex bancario è indagato per accesso abusivo ai sistemi informatici e tentato procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato.

Le indagini della Procura di Bari sono iniziate dopo una denuncia presentata il 22 luglio da un correntista, al quale erano stati segnalati gli accessi anomali ai dati del suo conto corrente. Oltre a cittadini comuni, Coviello avrebbe spiato i conti della premier Giorgia Meloni, di alcuni ministri, del presidente del Senato Ignazio La Russa e di altri personaggi del mondo della politica, dello spettacolo e dello sport.

Conti dei politici spiati, inchiesta a Bari: 7mila accessi tra il 2022 e il 2024. Emiliano: “Nessuno mi ha avvertito”

Inchiesta della procura di Bari su un ex dipendente bitontino di Intesa Sanpaolo che avrebbe effettuato oltre 6mila accessi a conti correnti, “tutti abusivi”. Nel mirino ci sono finiti militari, vip e soprattutto politici a partire dalla premier Giorgia Meloni, sua sorella Arianna, capo della segreteria politica di FdI e anche l’ex compagno, il giornalista Andrea Giambruno, i ministri Daniela Santanchè e Guido Crosetto, il presidente del Senato Ignazio La Russa, il procuratore della Dna Giovanni Melillo e il governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano. “Nessuno mi ha avvertito di nulla”, ha fatto sapere il presidente della Regione che appare nell’elenco assieme ad altri parlamentari pugliesi di maggioranza e opposizione.

Sono solo una parte delle migliaia di nomi titolari di conti correnti – ricostruisce il quotidiano – sbirciati e monitorati dall’ex dipendente della banca. Il funzionario, licenziato lo scorso 8 agosto dopo l’apertura di un procedimento disciplinare, rischia grosso, visto che potrebbe aver violato la segretezza di dati ipersensibili su personalità politiche. Al licenziamento è seguito l’avvio di un procedimento di indagine, ancora in corso, da parte della procura di Bari. Secondo il quotidiano la procura sta cercando di capire il perché di questi accessi illegali, una domanda che al momento rimane senza risposta. La mole degli accessi sarebbe enorme e a differenza di quanto accaduto nel caso dell’indagine di Perugia sulla fuga di notizie, non si tratta, spiega ancora Domani, di segnalazioni di operazioni sospette della Uif o di dati di inchieste giudiziarie, ma di notizie molto più private e delicate, come i movimenti dei conti correnti.

Gli accessi sarebbero stati quasi settemila, realizzati tra il 21 febbraio del 2022 e il 24 aprile del 2024, e avrebbero più in particolare riguardato gli oltre tremilacinquecento clienti portafogliati di 679 filiali di Intesa Sanpaolo, sparse in tutta Italia. Tra i nomi anche quello del governatore del Veneto Luca Zaia, del procuratore della Repubblica di Trani, Renato Nitti, di ufficiali dell’Arma e della Guardia di finanza. L’indagine è partita quasi per caso, grazie al lavoro della sicurezza della banca, che si è accorta che qualcosa non andava. Adesso toccherà alla magistratura e al Garante per la privacy, dove pende una denuncia della banca, far luce sulle possibili conseguenze di quanto accaduto.

“Un’altra inchiesta in cui al centro ci sarebbero accessi illegali ai conti correnti di numerosi esponenti politici. La Procura di Bari ha aperto un fascicolo su un ex dipendente di Banca Intesa Sanpaolo, accusato di aver effettuato oltre seimila accessi non autorizzati ai conti correnti. In Italia, a quanto pare, spiare sta diventando uno sport nazionale: è evidente, quindi, che non sia più procrastinabile intervenire con l’inasprimento delle pene e con regole più restrittive. Ci lavoreremo con serietà: è una questione intollerabile”. Lo afferma in una nota il vicepresidente della Commissione nazionale Antimafia, Mauro D’Attis, a proposito della notizia sull’inchiesta sugli accessi illegali a conti correnti bancari di politici e altri personaggi pubblici di Intesa Sanpaolo

“La recente inchiesta aperta dalla Procura di Bari, che riguarda l’accesso illecito ai conti correnti di politici e altre figure di rilievo, solleva preoccupazioni profonde non solo per la privacy delle persone coinvolte, ma anche per la sicurezza dei cittadini in generale.” Lo afferma in una nota il senatore di Fratelli d’Italia Renato Ancorotti. “Questo episodio – continua – evidenzia quanto sia essenziale garantire una protezione adeguata dei dati personali in un’epoca in cui le informazioni sono vulnerabili a violazioni su vasta scala. Confidiamo che le autorità competenti portino avanti le indagini con la massima trasparenza, affinché venga fatta piena luce su quanto accaduto e si possano rafforzare i sistemi di sicurezza a tutela non solo dei rappresentanti delle istituzioni, ma di tutti i cittadini.” Conclude poi Ancorotti: “È fondamentale che simili episodi non si ripetano e che la fiducia nelle nostre istituzioni bancarie e nella tutela dei dati personali venga preservata”.

“Sconvolge ma purtroppo non stupisce la nuova inchiesta portata alla luce dal quotidiano Domani dalla quale emerge che i conti correnti del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, di ministri, magistrati e imprenditori, venivano spiati da un dipendente di banca infedele. Si parla di oltre seimila operazioni non autorizzate e in violazione della privacy che interessano i ministri Daniela Santanchè e Guido Crosetto, il presidente del Senato, Ignazio La Russa, il vicepresidente esecutivo della Commissione europea Raffaele Fitto e molti altri. L’auspicio è che la magistratura faccia presto chiarezza sull’accaduto per stabilire se ci troviamo di fronte a uno scandalo di portata maggiore, che si aggiunge all’inchiesta di Perugia sul dossieraggio ancora aperta e tutta da verificare”. Così il vice capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Augusta Montaruli.