La Procura di Bari ha notificato nei giorni scorsi gli avvisi di garanzia nei confronti dei sei indagati per il crollo della palazzina in via Pinto, nel quartiere Carrassi, dello scorso 5 marzo.
Sono indagati i progettisti e il direttore dei lavori delle opere architettoniche e strutturali Stefano Simone, Giuseppe Carlo Marano, Giuseppe Antonio Massa e Giuseppe Davide Tasso, il collaudatore delle opere strutturali Vincenzo Fanelli e il legale rappresentante dell’impresa che stava eseguendo i lavori, Vito Modesto Dell’Aera.
Per gli inquirenti i sei indagati avrebbero omesso di effettuare una completa caratterizzazione delle connotazioni meccaniche dell’edificio, avrebbero elaborato un progetto di ripristino per la messa in sicurezza inidoneo, non avrebbero considerato la circostanza che l’edificio fosse parte di un “aggregato edilizio”, avrebbero usato elementi di puntellamento non sufficienti ad assicurare un sostegno efficace alla struttura. Avrebbero inoltre sottovalutato il rischio di collasso dell’edificio sia nella fase della direzione dei lavori che in quella dell’esecuzione, e avrebbero usato procedure di manipolazione degli elementi strutturali non consone ai criteri di sicurezza dell’edificio.
La Procura ha chiesto al suo consulente, lo strutturista Antonello Salvatori, di esaminare tre elementi strutturali del piano terra che poggiano in corrispondenza dei pilastri dell’interrato dove si sarebbe verificato il crollo.
I sei indagati, che hanno nominato i propri consulenti, sono stati convocati stamattina e hanno chiesto l’incidente probatorio per cristallizzare davanti al Gip le risultanze degli accertamenti tecnici. Consulenti di parte sono stati poi nominati anche dalle 20 persone offese, ovvero i 19 proprietari degli appartamenti della palazzina crollata e il condominio situato accanto e danneggiata dal crollo.










