Bari, schiaffo ad alunno autistico all’uscita di scuola: condannato professore di sostegno

Un professore di sostegno è stato condannato con l’accusa di abuso di mezzi di correzione per aver tirato uno schiaffo ad un alunno affetto da sindrome dello spettro autistico con problemi di iperattività che stava creando confusione all’uscita da scuola.

L’episodio è avvenuto nella provincia di Bari e risale a dicembre 2023. Il ragazzo è scoppiato a piangere e ha attirato l’attenzione dei presenti, è tornato a casa con il volto arrossato e da lì era partita la denuncia.

Non si tratterebbe di un caso isolato. Nella denuncia si fa riferimento anche ad altri episodi: il professore, secondo l’accusa, avrebbe in più occasioni tirato le orecchie e pizzicato le braccia.

Per il docente è arrivata una condanna di 5 mesi e 15 giorni di reclusione, convertita in una multa di 2mila euro. La difesa ha presentato opposizione e il professore ha respinto ogni accusa. Nei suoi confronti è stato avviato anche un procedimento disciplinare da parte della scuola, attualmente sospeso in attesa della definizione di quello giudiziario.

“Non ho più voglia di vivere”, lettera choc al Politecnico di Bari: mamma riconosce il figlio e contatta la docente

L’autore della lettera anonima e straziante trovata sull’albero di Natale posizionato all’interno del Politecnico di Bari è stato individuato. La storia ha scosso la nostra community e i social. Tutto è partito dal post pubblicato sui social dalla professoressa Anna Castellano con la speranza di rintracciare l’autore della lettera anonima. “Caro Babbo Natale, vivere è diventato estenuante e non ho molta voglia di farlo. Se possibile, vorrei che ponessi fine alle mie sofferenze. Vorrei potermi addormentare e non svegliarmi più, non essere mai esistito, rimanere un ricordo lontano e vago che con il passare del tempo svanisca come tutti gli altri. Non ho più voglia di combattere per ciò che desidero. Please, let me fly away”, le parole contenuto all’interno.

In poche ore, grazie al passaparola, la mamma è riuscita a capire che era stato suo figlio a scriverla ed è riuscita a mettersi in contatto con la docente. Il Politecnico non ha commentato e confermato ufficialmente la storia vista la delicatezza del tema.