Paura a Molfetta, assalto armato nel negozio di Altaluce. Dipendenti minacciati: banda in fuga “a mani vuote”

Attimi di tensione e paura lunedì pomeriggio nella zona industriale di Molfetta. Un commando armato si è presentato nel negozio di Altaluce, azienda leader nella vendita di materiale elettrico all’ingrosso, tentando una rapina. Almeno 4 i malviventi entrati in azione, tutti vestiti di scuro e armati di pistole

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Schianto tra due motopescherecci della marineria: tragedia sfiorata nella notte al porto di Molfetta

Tragedia sfiorata nella notte al porto di Molfetta dove due motopescherecci della locale marineria si sono scontrati. La dinamica è ancora da chiarire, ad avere la peggio è stata l’imbarcazione più piccola, affondata su un fondale di circa 35 metri. I due membri dell’equipaggio sono stati immediatamente soccorsi dall’altro motopeschereccio e condotti in porto a Molfetta.

Sul posto è intervenuto il 118, fortunatamente i due hanno riportato solo lievi contusioni. All’alba sono stati effettuati controlli per escludere la presenza di inquinamenti.

Tragedia al Bahia di Molfetta, al Demodè di Modugno arriva il metal detector all’ingresso: stop armi in discoteca

Bari cerca di voltare pagina dopo la tragica morte di Antonella Lopez al Bahia Beach di Molfetta. “Lavorare in sicurezza e collaborare insieme per far vincere e continuare a vivere la musica e il settore dell’intrattenimento! Ringraziamo la città di Modugno, i Carabinieri e la nostra sicurezza privata per avere contribuito e a far sì che il sinonimo musica e divertimento abbia vinto questa notte”, si legge nel post pubblicato ieri sui social da Dario Boriglione, titolare del Demodé Club di Modugno.

Il locale ha posizionato all’ingresso una cabina metal detector per aumentare il livello di sicurezza. I controlli sono partiti sabato sera in occasione del concerto di Clara. Un modo per cercare di eliminare la paura diffusa negli ultimi giorni tra i giovani e i loro genitori.

Tragedia a Molfetta, la 19enne Antonella Lopez uccisa per errore: via i sigilli dal Bahia Beach

Il Bahia Beach di Molfetta è stato dissequestrato ieri. Via i sigilli dal locale dove nella notte tra il 21 e 22 settembre scorsi la 19enne Antonella Lopez del quartiere San Girolamo di Bari ha perso la vita. Ad ucciderla il 21enne Michele Lavopa, in carcere con l’accusa di omicidio e tentato omicidio di altre 4 persone.

Il giovane del San Paolo ha esploso alcuni colpi di pistola, l’obiettivo era Eugenio Palermiti che da poco si frequentava con la giovane vittima. L’avvocato del titolare Nicola Spadavecchia ha annunciato che c’è la possibilità di costituirsi parte civile nel processo a causa del danno d’immagine recato.

L’amica di Antonella: “Eravamo indecisi se andare al Bahia. Si frequentava con Palermiti ho provato a salvarla”

Antonella Lopez ed Eugenio Palermiti si frequentano da pochi giorni. A raccontarlo agli inquirenti è stata Carla Sodano, un’amica della 19enne che si trovava con lei al Bahia Beach di Molfetta nella notte tra sabato e domenica.  Con loro c’era anche un altro ragazzo e i quattro si trovavano in un locale nel quartiere Madonnella di Bari. Il gruppetto era incerto se andare al Bahia o al Trappeto di Monopoli, salvo poi optare per il primo.

Arrivati al locale, secondo il racconto della ragazza, si sono sistemati vicino alla rampa che conduce ai tavoli e pochi minuti dopo si sono sentiti degli spari. Sodano ha negato un litigio prima della tragedia, smentendo così la versione di Lavopa. “Ho perso di vista Antonella, poi l’ho trovata a terra, faccia in giù, sanguinante e priva di sensi nei pressi del bar”, le sue parole. La ragazza ha raccontato di aver cercato anche di soccorrere la 19enne, tamponando il sangue e chiedendo aiuto. 

Antonella Lopez uccisa per errore, Lavopa resta in carcere. Il gip: “Indole violenta è inserito in circuiti criminali”

Una “particolare inclinazione a delinquere”, una “personalità avulsa dalle comuni regole della convivenza civile” e l’inserimento “in più ampi circuiti criminali”. E ancora, “l’indole violenta” e la “spavalda ostentazione del possesso dell’arma”.

Si legge questo nell’ordinanza con cui, ieri, il gip di Bari Francesco Vittorio Rinaldi ha convalidato il fermo di Michele Lavopa, il 21enne accusato di aver ucciso la 19enne Antonia Lopez nella discoteca ‘Bahia’ di Molfetta (Bari) la notte tra sabato e domenica. Lavopa è accusato di omicidio volontario e tentato omicidio aggravati dal metodo mafioso, detenzione e porto illegale di arma e ricettazione.

Il gip ha convalidato il fermo considerando “concreto” il pericolo di fuga di Lavopa e il pericolo di reiterazione del reato “alla luce delle specifiche modalità e circostanze del fatto, della pericolosità sociale, della spregiudicatezza, della pervicacia e dell’indifferenza mostrate dall’indagato, della gravità delle condotte, della pluralità dei reati”. Quella sera Lavopa avrebbe esploso sette colpi di pistola, uccidendo Lopez e ferendo quattro ragazzi del suo gruppo, compreso il rampollo del clan Palermiti del quartiere Japigia, Eugenio Palermiti. Lavopa ha dichiarato come il suo bersaglio fosse proprio Palermiti con cui in passato aveva avuto più di uno screzio.

“Le modalità dell’agguato – si legge ancora – sono evocative della forza di intimidazione che promana da soggetti appartenenti ad associazioni mafiose, essendo il fatto stato commesso con modalità platealmente violente e cruente, con assoluta noncuranza da parte degli autori rispetto al rischio di essere notati dai numerosissimi testimoni”. Il gip ha riconosciuto l’aggravante mafiosa considerando anche il fatto che il 21enne fosse a conoscenza di un’intimidazione armata fatta proprio da Palermiti, qualche giorno prima, nel quartiere San Paolo, roccaforte del clan Strisciuglio in cui Lavopa vive.

Convalidato il fermo di Lavopa, l’autopsia: Antonella uccisa da un solo colpo di pistola. Domani funerali privati

Il gip di Bari Francesco Vittorio Rinaldi ha convalidato il fermo di Michele Lavopa, il 21enne accusato dell’omicidio della 19enne Antonia Lopez e del tentato omicidio di quattro ragazzi, tra cui Eugenio Palermiti, nipote omonimo del capoclan del quartiere Japigia.

Il giudice, al termine dell’udienza di convalida del fermo svoltasi questa mattina in carcere a Bari, ha anche riconosciuto l’aggravante mafiosa, come chiesto dai magistrati della Direzione distrettuale antimafia. I fatti sono avvenuti all’interno della discoteca ‘Bahia’ di Molfetta (Bari) la notte tra sabato e domenica scorsa: Lavopa, recatosi nel locale con una pistola calibro 7.65, avrebbe sparato almeno sei colpi, colpendo mortalmente la 19enne e ferendo in modo lieve quattro suoi amici.

Lavopa, assistito dall’avvocato Nicola Martino, ha  confermato la versione fornita già domenica agli inquirenti durante la confessione: il suo bersaglio sarebbe stato Eugenio Palermiti, con cui in passato aveva avuto dei dissapori. Lopez, che si era recata in discoteca insieme a Palermiti, sarebbe quindi stata uccisa per errore.

È stata effettuata l’autopsia sul corpo della ragazza da parte della dottoressa Sara Sablone dell’istituto di Medicina legale del Policlinico di Bari. Antonella Lopez è stata colpita da un solo proiettile al torace, la ferita è stata mortale e Antonella è morta in pochi minuti per emorragia. Domani si svolgeranno i suoi funerali in forma privata.

Lavopa si sfoga in carcere: “Mi sono rovinato per Eugenio Palermiti. Non appartengo a nessun clan”

Michele Lavopa, il 21enne in carcere con l’accusa dell’omicidio della 19enne Antonella Lopez e del tentato omicidio delle 4 persone rimaste ferite dopo la sparatoria avvenuta nella notte tra sabato e domenica al Bahia Beach di Molfetta, ha incontrato ieri pomeriggio il suo legale, l’avvocato Nicola Martino.

“Dì a mia madre che sto bene, non si deve preoccupare – le sue parole riportate da L’Edicola del Sud -. Per quello là mi sono rovinato. La vita me l’aveva già rovinata. Io non sto in nessun clan, a me piace vivere, mi piace la vita che facevo”. Il riferimento è all’episodio di qualche anno fa, quando Lavopa fu aggredito e picchiato nei pressi del Fortino a Barivecchia da Eugenio Palermiti e dal suo gruppetto. Il pestaggio fu registrato e fatto circolare sui telefonini.

Lavopa ha voluto ribadire di non aver nulla a che fare con i clan, seppur il marito di sua madre sia legato agli Strisciuglio. Il 21enne del San Paolo ha un solo precedente penale per rapina, quando era ancora minorenne, ma era uscito dall’Istituto per minorenni di Bari per buona condotta. Si occupava della vendita di bevande.