Triggiano, bancarotta fraudolenta per i supermercati: Sandrino Cataldo si salva con la prescrizione

I giudici della seconda sezione del Tribunale di Bari hanno emesso sentenza di non luogo a procedere nei confronti di Sandrino Cataldo, fondatore del movimento politico “Sud al centro” arrestato ad aprile 2024 per corruzione elettorale, e dell’ex amministratore unico della Virgilio srl, Denis Cungeli.

Entrambi erano finiti a processo per bancarotta fraudolenta per il crac della società Virgilio srl con sede a Triggiano e dichiarata fallita nel 2008. Cataldo, secondo quanto ricostruito dall’accusa, era amministratore di fatto dell’azienda.

Cataldo e Cungeli erano accusati di aver portato via dai magazzini della società merce per un totale di 2,3 milioni di euro, acquistata dalla Conad Adriatico srl (la grande azienda dei supermercati con punti vendita in tutta Italia) e non pagata. Tutto risale al periodo tra il 2007 e il 2008.

Sarebbe stato proprio un funzionario di Conad, durante un sopralluogo, ad accorgersi della mancanza della merce nei magazzini della Virgilio srl. Entrambi erano accusati anche di aver tenuto i libri e le altre scritture contabili in modo “che non si potesse rendere possibile la ricostruzione del patrimonio e il movimento degli affari”. Il Tribunale di Bari ha anche escluso l’aggravante dell’aver causato un danno di rilevante gravità e per questo dichiarato la prescrizione.

 

Stp Trani nella bufera, la Procura: “Usata da Sandrino Cataldo per scopi elettorali”. Rischio azzeramento

La Stp di Trani nel mirino della Procura di Bari. L’ipotesi è che la società di trasporti sia stata utilizzata da Sandrino Cataldo, marito dell’ex assessore regionale ai Trasporti, Anita Maurodinoia, come bacino elettorale. L’assemblea dei soci è stata rinviata a lunedì 9 dicembre, sono attesi il sindaco di Trani, Amedeo Bottaro, il sindaco metropolitano di Bari, Vito Leccese, e il presidente della provincia Bat Bernardo Lodispoto. Al centro l’eventuale riassetto della società come richiesto nei mesi scorsi dal primo cittadino barese. Il Comune di Trani controlla il 49% della società, mentre la Città metropolitana ha una quota del 12%.

“Ho già espresso la mia idea rispetto a un percorso di cambiamento. Bisogna capire come stanno effettivamente le cose prima di procedere a riportare tutto al punto di partenza”, le parole di Lodispoto riportate da La Gazzetta del Mezzogiorno. Sul tavolo dell’assemblea i soci troveranno una relazione riservata predisposta dal presidente della Stp, Francesco Tandoi, nominato a settembre anche amministratore delegato. La relazione ruota attorno alla figura principale dell’ex direttore generale, Barbara Santeramo, assunta nel 2018 sotto la gestione di Cataldo dopo essersi laureata in giurisprudenza alla Pegaso, l’università online riconducibile proprio a Sandrino. Santeramo è poi diventata tutor della stessa università. Ma non solo. Si parla anche del direttore di esercizio, Bartolo Maiullari, ex consigliere comunale di Trani. Entrambi avrebbero ricevuto un premio di risultato non dovuto per un totale di 21mila euro. Nella relazione sono emersi affidamenti a persone vicine al gruppo politico di Sud al centro, partito sciolto dopo la maxi inchiesta Codice Interno, tra cui anche l’avvocato Gino Olivieri, fratello di Giacomo, l’ex consigliere regionale finito in carcere per corruzione elettorale e mafia, che ha ricevuto 8 incarichi tra 2019 e 2023.

Bari, Sandrino torna a parlare: “Visita di Emiliano e Leccese prima del mio arresto. Anche Laforgia chiese voti”

“Non intendo lanciare alcuna sfida alla Procura, come impropriamente scrivono alcuni giornali. Non è nel mio stile né avrei il potere di farlo. Attendo solo che la giustizia faccia il suo corso e che questa inchiesta in cui sono coinvolto in prima persona veda la parola fine. Tengo a precisare che nutro il massimo rispetto per i giudici e ho la massima fiducia nel loro operato. Mi considero ormai fuori dalla politica e da qualsiasi ruolo o incarico, non coltivo particolari ambizioni da questo punto di vista in attesa degli esiti dell’inchiesta giudiziaria a mio carico”.

Sandrino Cataldo, marito della consigliera regionale Anita Maurodinoia ed ex numero uno di Sud al Centro, torna a parlare. Lo fa in un’intervista concessa all’Edicola del Sud. Era finito ai domiciliari il 4 aprile nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Bari in quanto considerato il promotore di un’organizzazione che avrebbe inquinato le elezioni amministrative di Bari (2019), Grumo Appula (2020) e Triggiano (2020), oltre che le Regionali del 2020, prima di tornare libero in estate.

“Ho appreso dalla stampa le dichiarazioni di Vito Labianca che comunque è e resta persona con la quale c’è un vero rapporto di amicizia. Intanto devo precisare che Sud al Centro, un movimento civico che negli anni è cresciuto, si è affermato e che ha contribuito al successo elettorale degli schieramenti, non poteva essere rappresentato in via esclusiva dal sottoscritto. Principi e obiettivi sono sempre stati ampiamente condivisi da diverse persone, da iscritti, simpatizzanti e amministratori comunali del territorio che in questi anni hanno aderito al movimento. Mi sono dimesso dalla carica di segretario organizzativo all’indomani dell’inchiesta e non intendo interessarmi in questo particolare momento storico. Ribadisco, non intendo sfidare nessuno poiché non c’è nessuno da sfidare. Ritengo che il futuro di Sud al Centro sia nelle mani di coloro che hanno aderito nel corso di questi anni a un progetto politico basato sul civismo, di amministratori e politici che hanno compreso i bisogni dei cittadini all’interno di un contenitore di idee che è cresciuto e si è diffuso in tutta la provincia di Bari. E questo è un dato concreto – le sue parole -. Le dichiarazioni e le accuse da parte del sindaco di Bari, alla luce dei rapporti che egli intratteneva regolarmente con Sud al Centro, ci sembrano del tutto inopportune e strumentali. Mi chiedo cosa possa essere cambiato o se gli uomini cambino a seconda delle circostanze. È molto strano che adesso si facciano queste considerazioni quando, in occasione dell’ultimo incontro, ho addirittura ceduto a Leccese la mia sedia in segno di ospitalità e rispetto».

“Credo sia opportuno fare dei passaggi ai mesi precedenti e nell’immediatezza dell’inchiesta. In quel periodo, come tutte le forze politiche dell’area progressista, avevamo interlocuzioni con entrambi i candidati, Vito Leccese e Michele Laforgia – ha aggiunto -. Con loro abbiamo avuto anche diversi incontri che si sono tenuti nella nostra sede in via De Giosa. Il giorno prima del mio arresto l’attuale sindaco Leccese era venuto a farci visita insieme con il governatore Michele Emiliano alla presenza di tutti i componenti del direttivo di Sud al Centro. In quella occasione l’attuale sindaco ci chiese il sostegno nella prospettiva delle primarie che si sarebbero dovute svolgere. Il mese precedente fu sempre Leccese, all’epoca capo gabinetto del sindaco Antonio Decaro, a convocarmi nel suo ufficio per chiedere il sostegno ufficiale di Sud al Centro alla sua candidatura. Dieci giorni prima del mio arresto, sempre Vito Leccese, venne a farci visita presso l’ufficio dove lavoravo. Del resto, in un periodo pre-elettorale, questi incontri erano del tutto fisiologici alle candidature a sindaco. Un ulteriore incontro con Leccese lo ebbi, insieme con i rappresentanti di Sud al Centro, allo Showville, in occasione della manifestazione di presentazione della sua candidatura che venne ufficializzata proprio in quella circostanza. Lo stesso Michele Laforgia, sempre due giorni prima del mio arresto, venne a farci visita in sede per chiederci il sostegno alle primarie. Con Leccese ho sempre avuto ottimi rapporti. Nel corso di questi ultimi dieci anni mi sono sempre confrontato con lui per questioni di natura politica e che avevano a che fare con il Comune di Bari. Michele Laforgia lo conoscevo meno dal punto di vista politico. Ricordo che in una occasione mi invitò a una manifestazione politica da lui organizzata nel porto di Bari. Successivamente ho avuto modo di incontrarlo in altre tre o quattro occasioni, compreso l’incontro nella sede del movimento. Ricordo perfettamente che il giorno del mio arresto avevamo in programma, alle 10 del mattino, un direttivo nel quale avremmo dovuto sciogliere le nostre riserve e indicare il candidato da sostenere alle primarie. Non è stato più possibile per ciò che è poi accaduto”.

Clamoroso a Bari, il partito di Cataldo sta per tornare: “Sud al Centro ripartirà senza paura e a testa alta”

Clamoroso colpo di scena a Bari. Sud al Centro, il movimento politico sciolto ad aprile dopo l’arresto del suo fondatore Sandrino Cataldo, sta per ripartire. Ad annunciarlo durante la seduta di insediamento del consiglio metropolitano di Bari è stato Vito Antonio Labianca, braccio destro di Cataldo. Prenderanno parte “tutti i consiglieri e amministratori che negli anni passati sono stati eletti”.

“Daremo nuovamente vita al movimento in cui noi e molti di noi si riconoscono, lo faremo senza paura e sempre a testa alta – le parole riportate da La Gazzetta del Mezzogiorno -. Ce la faremo è la frase delle idee e dei principi e dei valori che ci hanno sempre ispirato. Non posso esimermi in questo contesto di rivolgere un saluto e un ringraziamento alla consigliera regionale Anita Maurodinoia per il particolare sostegno e affetto dimostrato in ogni circostanza”. E non sono mancate le polemiche con il sindaco Vito Leccese.

“A chi ci accusa di trasformismo politico rispondo che la politica come la vita è dinamica, le idee e le visioni che ci guidavano ieri pur valide e sincere devono sapersi confrontare con un mondo che cambia – ha aggiunto -. Se scegliamo strade diverse rispetto al passato non lo si fa per opportunismo o per convenienza ma per servire meglio il bene comune. Le accuse di trasformismo sono spesso il rifugio di chi ha paura del cambiamento”.

Nei giorni scorsi la Procura di Bari ha chiuso le indagini sul presunto voto truccato nelle elezioni del 2020 e il 2021. Tra i 18 indagati proprio Sandrino Cataldo, il 52enne di Triggiano finito ai domiciliari il 4 aprile e tornato libero dopo le elezioni a luglio, e sua moglie, l’ex assessora regionale ai trasporti, Anita Maurodinoia. Entrambi sono accusati di associazione per delinquere in occasione delle elezioni di Grumo Appula e delle Regionali di settembre 2020. Lady preferenze, così è stata battezzata poi la Maurodinoia, ha ottenuto alle elezioni 20mila voti, tanto da essere la prima degli eletti nel Partito Democatrico. Cataldo risponde anche della presunta corruzione elettorale relativa alle amministrative di Triggiano di ottobre 2021.

Elezioni truccate a Grumo, Triggiano e alla Regione: tra i 18 indagati Cataldo e Maurodinoia – TUTTI I NOMI

La Procura di Bari ha chiuso le indagini sul presunto voto truccato nelle elezioni del 2020 e il 2021. Sono 18 gli indagati, tra loro anche Sandrino Cataldo, il 52enne di Triggiano finito ai domiciliari il 4 aprile e tornato libero dopo le elezioni a luglio, e sua moglie, l’ex assessora regionale ai trasporti, Anita Maurodinoia.

Entrambi sono accusati di associazione per delinquere in occasione delle elezioni di Grumo Appula e delle Regionali di settembre 2020. Lady preferenze, così è stata battezzata poi la Maurodinoia, ha ottenuto alle elezioni 20mila voti, tanto da essere la prima degli eletti nel Partito Democatrico. Cataldo risponde anche della presunta corruzione elettorale relativa alle amministrative di Triggiano di ottobre 2021.

Indagati anche Giuseppe Calisi, Armando Defrancesco, Giulio Di Giacomo, l’ex sindaco di Triggiano Antonio Donatelli, Giuseppe Fiore, Gaetana Lanotte, Giovanni Lavacca, l’ex assessore di Grumo Nicola Lella, Nicola Giovanni Nitti, Alberto Leo, Vito e Piergiorgio Perrelli, Gianleonardo Pesole, Caterina Pulieri, Giuseppe Siciliani e Michele Spano.

Corruzione elettorale, Sandrino Cataldo torna libero: l’ex numero uno di Sud al Centro lascia i domiciliari

Sandrino Cataldo torna libero dopo poco più di tre mesi. Il marito di Anita Maurodinoia, consigliera regionale, ed ex numero uno di Sud al Centro era finito ai domiciliari il 4 aprile nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Bari in quanto considerato il promotore di un’organizzazione che avrebbe inquinato le elezioni amministrative di Bari (2019), Grumo Appula (2020) e Triggiano (2020), oltre che le Regionali del 2020.

Il gip, Paola Angela De Santis, ha accolto l’istanza presentata dal suo legale con il parere positivo della Procura di Bari.

Sistema Sandrino, elezioni terminate a Bari: l’ex braccio destro Armando De Francesco torna libero

Armando Defrancesco, l’ex braccio destro di Sandrino Cataldo, torna libero. La gip Paola Angela De Santis ha accettato la richiesta del suo legale e ha revocato la misura cautelare degli arresti domiciliari, nonostante il parere contrario della Procura. Alla base della decisione la conclusione delle elezioni amministrative (non c’è quindi pericolo di reiterazione del reato) e la scadenza dei termini delle indagini preliminari a fronte del tempo passato dai fatti contestati avvenuti nel 2021). Resta da capire se lo stesso verrà deciso anche per Cataldo, il marito della consigliera regionale Anita Maurodinoia, arrestato per corruzione elettorale.

È stato proprio Defrancesco a far nascere l’intera inchiesta. Infuriato con lui l’ex consigliere contattò il finanziere Gerardo Leone, incastrato in un’altra vicenda giudiziaria proprio da Cataldo, e gli rivelò il sistema elettorale e il modus operandi architettato da Sandrino per le votazioni a Bari, Grumo, Triggiano e per le Regionali. Da lì è partita poi l’inchiesta che ha portato all’arresto di Cataldo e anche di Defrancesco. Leone infatti registrò tutto e nei giorni scorsi è stato anche ascoltato in Procura come testimone.