Stp Trani nella bufera, la Procura: “Usata da Sandrino Cataldo per scopi elettorali”. Rischio azzeramento

La Stp di Trani nel mirino della Procura di Bari. L’ipotesi è che la società di trasporti sia stata utilizzata da Sandrino Cataldo, marito dell’ex assessore regionale ai Trasporti, Anita Maurodinoia, come bacino elettorale. L’assemblea dei soci è stata rinviata a lunedì 9 dicembre, sono attesi il sindaco di Trani, Amedeo Bottaro, il sindaco metropolitano di Bari, Vito Leccese, e il presidente della provincia Bat Bernardo Lodispoto. Al centro l’eventuale riassetto della società come richiesto nei mesi scorsi dal primo cittadino barese. Il Comune di Trani controlla il 49% della società, mentre la Città metropolitana ha una quota del 12%.

“Ho già espresso la mia idea rispetto a un percorso di cambiamento. Bisogna capire come stanno effettivamente le cose prima di procedere a riportare tutto al punto di partenza”, le parole di Lodispoto riportate da La Gazzetta del Mezzogiorno. Sul tavolo dell’assemblea i soci troveranno una relazione riservata predisposta dal presidente della Stp, Francesco Tandoi, nominato a settembre anche amministratore delegato. La relazione ruota attorno alla figura principale dell’ex direttore generale, Barbara Santeramo, assunta nel 2018 sotto la gestione di Cataldo dopo essersi laureata in giurisprudenza alla Pegaso, l’università online riconducibile proprio a Sandrino. Santeramo è poi diventata tutor della stessa università. Ma non solo. Si parla anche del direttore di esercizio, Bartolo Maiullari, ex consigliere comunale di Trani. Entrambi avrebbero ricevuto un premio di risultato non dovuto per un totale di 21mila euro. Nella relazione sono emersi affidamenti a persone vicine al gruppo politico di Sud al centro, partito sciolto dopo la maxi inchiesta Codice Interno, tra cui anche l’avvocato Gino Olivieri, fratello di Giacomo, l’ex consigliere regionale finito in carcere per corruzione elettorale e mafia, che ha ricevuto 8 incarichi tra 2019 e 2023.

Inchiesta a Trani su falsi diplomi, accusata di associazione a delinquere viene assolta: “Non ha raggirato i corsisti”

Il GIP del Tribunale di Trani, dott.ssa Carmen Corvino, a distanza di due mesi dall’emissione dell’ordinanza cautelare dell’inchiesta “Zero Titoli”, ha riconosciuto la buona fede dell’indagata Lucia Catalano rispetto ai rapporti intercorsi con la famiglia Modaffari. L’inchiesta riguarda due distinti filoni di indagine, una relativa ai titoli emessi dalle società “Unimorfe International” e “Evergood Advisors Campus”, e l’altro relativo all’acquisto dell’Università Wisdom in Albania.

Lucia Catalano è stata accusata di associazione per delinquere in concorso, appunto, con il gruppo facente capo all’imprenditrice calabrese e alle sue congiunte. Sulla prima, e più importante, parte dell’inchiesta si è concentrata, in questi due mesi, la difesa della Catalano, che ha offerto numerosi elementi documentali grazie ai quali è stato possibile rileggere, sotto un diverso punto di vista, la importante mole di intercettazioni e captazioni ambientali eseguite dalla Procura di Bari. Con il provvedimento del 12 novembre 2024, il GIP, che già nell’ordinanza cautelare aveva dato atto di una rottura dei rapporti tra i due soggetti (Catalano e Modaffari), attribuisce a questa circostanza la vera causale: “la fase della rottura dei rapporti non appare ricollegabile a contrasti sulla spartizione dei profitti ma alla tardiva presa di coscienza da parte della Catalano della circostanza che i titoli venduti non fossero solo ‘facili’ ma anche ‘falsi'”.

A sostegno di questa rilettura il GIP evidenzia alcuni elementi emersi in modo chiaro: la CS Consulting rilasciava regolare fattura ad ogni iscritto, garantendo, in tal modo, la tracciabilità di tutti i versamenti ricevuti e a sua volta pagava il Consorzio per l’erogazione del corso; il guadagno della società della Catalano era costituito dalla differenza tra quanto incassato dai corsisti e quanto versato al Consorzio; al momento della perquisizione del 23.07.2019 la Catalano era all’inizio della collaborazione e non aveva rilasciato titoli; la Catalano si allarma quando l’ambasciata di Cipro twitta in merito alla falsità dei titoli, ricevendo assicurazioni dalla Modaffari; nonostante le rassicurazioni della Modaffari si attiva contattando il MIUR il 24.09.2020; ancora il 29.01.2021 riceve assicurazioni dalla Mangiola in ordine alla veridicità dei titoli e il 29.03.2021 la Catalano sporge denuncia-querela nei confronti della Modaffari.

“Venuta meno, grazie ad elementi inconfutabili, la consapevolezza dell’illiceità delle condotte della Modaffari, consegue l’estraneità della mia assistita rispetto alle numerosissime ipotesi di truffa ai danni dei corsisti – le parole dell’avvocato Michele Vaira, difensore dell’indagata Catalano e di tutto il suo gruppo -. Questo è il dato che ci conforta maggiormente, perché la mia assistita non reggeva l’idea che centinaia di persone, con le quali ha stretto rapporti anche umani, potessero pensare di essere stati da lei raggirati. Ciò le ha provocato una enorme sofferenza. Finalmente un Giudice, dopo anni, ha constatato ciò che ella ha sostenuto fin dal primo momento: la prima (almeno in ordine di tempo) a subire una colossale truffa è stata proprio la mia assistita. Tengo a ribadire, come già fatto in passato, che questa evoluzione procedimentale nulla toglie alla bontà dell’indagine della Procura di Trani, che ha anzi contribuito ad accertare l’estraneità della mia assistita. Ora ci concentreremo ad offrire elementi per smontare anche i restanti capi di accusa».

Rivali nel mercato delle bombole di gas, scoppia la lite a Trani. Accoltella il rivale al volto: denunciato 50enne

Un uomo di 50 anni è stato ferito al volto da una coltellata sferrata da un coetaneo con cui aveva litigato. È successo a Trani, non lontano dal cimitero.

Il presunto aggressore è stato identificato dai carabinieri e denunciato: risponde di lesioni. Secondo quanto ricostruito, i due – entrambi italiani e commercianti di bombole di gas – avrebbero avuto un diverbio questa mattina. I toni sarebbero diventati accesi fino a quando uno dei due avrebbe colpito l’altro. Il ferito è stato medicato in ospedale e subito dimesso. L’altro invece, è stato denunciato a piede libero.

Trani, blitz della Guardia Costiera nel ristorante: sequestrati dehors abusivi. Denunciato il legale rappresentante

Due dehors sono stati sequestrati dal personale della guardia costiera di Barletta a un ristorante di Trani. Il legale rappresentante dell’attività di ristorazione è stato denunciato. Le indagini, durate un anno, avrebbero accertato “l’occupazione in modo stabile e permanente dei dehors, estesi per 90 metri quadrati, di cui uno” è risultato essere stato posizionato “senza titolo concessorio” da parte del Comune, spiega una nota della capitaneria di porto, mentre l’altro “senza il nulla osta del capo del compartimento nella fascia dei 30 metri dal demanio marittimo”. Per la guardia costiera inoltre, sarebbero state violante le norme “in materia paesaggistica ed edilizia”.

Prostituzione minorile, soldi a 17enne in cambio di sesso: 39enne professore di religione a processo a Trani

La Procura di Bari ha chiesto e ottenuto il giudizio immediato per il professore 39enne di religione di Trani accusato di prostituzione minorile. Secondo l’accusa avrebbe dato alcune somme di denaro ad un 17enne in cambio di prestazioni di natura sessuale. L’uomo si trova da agosto ai domiciliari. I due si sarebbero conosciuti sui social per poi iniziare una breve frequentazione. Il 39enne si è difeso dicendo di essere stato vittima di richieste di denaro da parte di un gruppo di ragazzini.

Marijuana coltivata in casa con lampade a led, arrestato 50enne a Trani: trovati 14 chili di droga

Un appartamento trasformato in centrale per la produzione di droga. Stanze e veranda diventate utili alla coltivazione, essicazione e confezionamento di marijuana. Una scatola in cartone adattata a essiccatore con lampade a led che consentiva la crescita delle piantine. È quanto scoperto a Trani, dagli agenti della polizia di Stato che hanno arrestato un uomo del posto di 50 anni e con precedenti, che aveva in casa 14 chili di sostanza stupefacente e 1.800 euro in contanti, considerati provento dell’attività di spaccio.

Secondo quanto accertato dai poliziotti aiutati dal fiuto di Udor che ha percepito l’odore della droga fin dal portone dell’appartamento del 50enne, l’uomo sarebbe riuscito a lavorare in casa dosi che avrebbe poi smerciato. Sono diverse le piante trovate e sequestrate dagli investigatori nell’ambito della perquisizione a casa dell’indagato. La produzione della droga era stata suddivisa per stanze: la veranda era adibita alla coltivazione delle piante, la cucina per l’essicamento e il soggiorno per la raccolta e il confezionamento. Sotto sequestro sono finiti anche bilancini, sacchetti per il confezionamento e un apparecchio per il sottovuoto. Il 50enne, accusato di produzione e detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente, è agli arresti domiciliari.

Trani, furto nel locale con 12 dipendenti disabili. L’appello social dopo la chiusura: “Aiutateci”

Una richiesta di aiuto lanciata tramite social. Un appello per poter tornare a servire piatti succulenti preparati e portati a tavola da ragazzi e ragazze con problemi legati alla disabilità. La voglia di ripartire e le difficoltà nel farlo. Un post per raccontare cosa stanno vivendo. È quanto deciso dai responsabili del locale ‘La locanda del giullare’ di Trani, che nella notte tra venerdì e sabato scorsi ha subito un furto che ha comportato la chiusura. Uno stop forzato che sarà prolungato anche nei prossimi giorni e che non si sa quando terminerà.

“L’unica certezza amara che abbiamo è che la locanda è chiusa e resterà chiusa in un weekend, quello del ponte di Ognissanti, che generalmente ha registrato sold-out”, si legge su Facebook. “Chiunque abbia voglia di non far morire questo progetto, abbia voglia di accompagnarlo a una rinascita ci contatti, ci scriva, ci solleciti”, prosegue il post in cui si annuncia l’incontro “con la brigata della nostra Locanda” tenuta all’oscuro di quanto accaduto. Perché i dodici dipendenti della struttura, che si trova in pieno centro cittadino, hanno problematiche differenti: c’è chi ha un ritardo mentale, chi è affetto dalla sindrome di Down e chi ha disturbi dello spettro autistico.

“Capiremo insieme a tutti loro se ci saranno le condizioni per far ripartire questo progetto, se trasformarlo, se abbandonarlo”, prosegue il post. “Quanto successo è stato un episodio che ci sta facendo riflettere a fondo, che ci sta facendo analizzare le tante, troppe difficoltà che fino a oggi – si legge – abbiamo dovuto affrontare spesso, anzi spessissimo, da soli. Lontani dall’idea di doverci piangere addosso, ma con la dignità e responsabilità che crediamo ci abbia sempre contraddistinto, siamo qui a condividere con voi tutti ciò che ci succede. Come sempre – conclude il post – vi terremo aggiornati”

Mistero a Trani, investe una minorenne e scappa senza lasciare i dati: “Sono un medico ho un’urgenza”

Mistero a Trani dove ieri nella serata di ieri una ragazzina minorenne è stata investita da un’auto all’incrocio tra via Malcangi e corso Imbriani. Fortunatamente non è rimasta gravemente ferita, l’automobilista è sceso dalla vettura ma ha detto di essere un medico e di avere un’urgenza. Risalito sul mezzo, se ne è andato senza lasciare nessun dato. La ragazzina, dolorante ad una gamba, è stata soccorsa dai passanti e dall’ambulanza del 118. Le Forze dell’Ordine sono al lavoro per risalire all’identità dell’uomo.

Estorsione e minacce di morte, l’ex boss di Trani Annacondia torna in carcere: nuovi guai per “Manomozza”

Salvatore Annacondia, ex boss di Trani conosciuto da tutti come Manomozza, torna in carcere. L’ex collaboratore di giustizia, che ha permesso di arrestare e condannare centinaia di mafiosi, è accusato di estorsione ai danni di un imprenditore fermano.

Avrebbe minacciato di morte lui e la sua famiglia se non avesse pagato un’ingente somma di denaro, l’episodio è avvenuto a Civitanova dove Annacondia, che ha confessato oltre 200 omicidi (di cui 70 per mano sua), vive ormai da tanti anni. Si trova in carcere e presto sarà interrogato nell’udienza di convalida dinanzi al gip del tribunale di macerata. L’ex boss è fuori dal programma di protezione da anni. Negli ultimi anni era apparso anche in televisione e si era definito un “uomo nuovo”.