“Da quando ho ricordato la legge pugliese sull’obbligo vaccinale a carico degli operatori sanitari, vigente a prescindere dall’annunciata decisione del Governo di eliminarlo, è stata avviata una campagna squadrista no-vax sulle mie pagine social. Anche il giornalista ed ex parlamentare Gianluigi Paragone non ha mancato di indicarmi allo scherno no-vax e un giornale interregionale, addirittura, mi ha additato come fascista. Uno strano Paese l’Italia: diventi fascista perché difendi le libertà previste dalla Costituzione, in campo sanitario assegnate in regime di legislazione concorrente allo Stato e alle regioni, come sottolineato dalla Corte costituzionale proprio sulla legge pugliese. Ma io non ho paura e difenderò colpo su colpo l’utilità della vaccinazione”. A dichiararlo è il presidente della Commissione regionale Bilancio e programmazione della Regione Puglia, Fabiano Amati. “La vaccinazione è un trattamento sanitario a valore collettivo, riconosciuto dagli articoli 2 e 32, secondo comma, della Costituzione. Ciò vuol dire che la prevenzione è assicurata dalla vaccinazione di un ampio numero di persone, per cui la mia vaccinazione serve soprattutto ad assicurare la libertà degli altri a non ammalarsi. E nessuno ha il diritto di scegliere per se una cosa che può far male agli altri – aggiunge -. Questo discorso vale maggiormente per il personale sanitario, il cui rifiuto alla vaccinazione è incredibile solo a pensarlo, perché sono i più vicini alle persone malate, deboli e quindi più bisognose di tutela da altri e maggiori guai. Si fermi dunque il Governo nazionale in nome della libertà di vivere sani, evitando una clamorosa differenza di tutele tra la Puglia e le altre regioni italiane”.
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