Orecchiette Barivecchia, Home Restaurant: “Il vademecum del Comune sulle IAD è un pastrocchio legale”

“Prendiamo atto con un misto di plauso e rammarico del recente vademecum presentato dal Comune di Bari, relativo alla produzione e vendita di pasta fresca in casa”, chiosa Gaetano Campolo. “È lodevole che finalmente si parli di Imprese Alimentari Domestiche (IAD) e non più di Home Restaurant, riconoscendo la specificità di queste attività. È altrettanto apprezzabile che il comunicato faccia riferimento a tutte le pastaie, uscendo dall’ottica riduttiva che per troppo tempo ha concentrato l’attenzione su un singolo caso emblematico come quello di Nunzia”.

Inizia così il comunicato di Home Restaurant a firma di Gaetano Campolo. “Questi sono passi nella direzione giusta, che dimostrano una seppur tardiva consapevolezza della complessità della questione. Tuttavia, il plauso si ferma qui. Sfortunatamente, le linee guida presentate dall’assessore Petruzzelli e dai tecnici comunali rivelano una conoscenza lacunosa della normativa vigente, in particolare di quella nazionale – si legge ancora -. Il vademecum, pur affrontando aspetti importanti come l’igiene e la tracciabilità, ignora o interpreta erroneamente punti cruciali che rendono le proposte attuali insufficienti e potenzialmente fuorvianti. Innanzitutto, è fondamentale ribadire un concetto inequivocabile: le IAD non sono esercizi aperti al pubblico. Questo significa che la preparazione e la vendita dei prodotti non possono avvenire all’esterno dell’abitazione, né tantomeno attraverso banchetti su strada”.

“Il comunicato stesso, in un punto, afferma che ‘non si potrà preparare pasta fresca all’esterno, se non a scopo dimostrativo’, ma poi non chiarisce adeguatamente le modalità di vendita, lasciando spazio a pericolose ambiguità che potrebbero portare a una riproposizione di pratiche illegali. Purtroppo, la normativa regionale in materia, su cui si basano queste interpretazioni locali, è a nostro avviso incostituzionale – continua -. Non è un caso che già da marzo 2025 abbiamo sporto denuncia all’Antitrust proprio su queste incongruenze. Già in una video-intervista su Quinto Potere, ben prima di questo vademecum, parlavamo di IAD e delle loro peculiarità, ma la resistenza da parte di alcuni operatori a rimuovere i banchetti è stata forte, un segno di una radicata, ma errata, convinzione di legittimità. Non possiamo inoltre ignorare un aspetto cruciale: la maggior parte dei prodotti venduti su strada sono prodotti industriali. Dare il via libera alle IAD con un accesso al pubblico indiscriminato, come erroneamente suggerito da alcune pratiche attuali, significherebbe reintrodurre una situazione di illegalità diffusa e, cosa ben più grave, un pericolo per la salute pubblica. Non è solo una questione di concorrenza leale, ma di tutela dei consumatori”.

“Le IAD, per essere considerate legali e sicure, devono rispettare una normativa nazionale stringente in materia di abitazione, che include requisiti precisi su altezze, spazi predisposti alla preparazione dei prodotti e condizioni igienico-sanitarie. Il vademecum accenna a queste ultime, ma senza approfondire la necessità di conformità strutturale. La vendita dei prodotti delle IAD è possibile, ma in appositi mercati organizzati, dove si possano garantire controlli, tracciabilità e il rispetto delle norme fiscali – aggiunge Campolo -. Non è concepibile né legalmente ammissibile la vendita diretta davanti o all’interno della propria abitazione, che dovrebbe essere esclusivamente un luogo di produzione, non un esercizio commerciale aperto. Ogni transazione dovrebbe avvenire con un registratore di cassa, garantendo la piena regolarità fiscale”.

“Gli Home Restaurant, nati in assenza di una legge specifica ma operando con regole rigidissime e autoimposte per garantire qualità e sicurezza, si trovano oggi in una situazione paradossale. A Bari Vecchia, in particolare, si cercano soluzioni di fronte a quella che si configura sempre più come una truffa ai danni dei turisti – conclude -. La portata di orecchiette, per quanto artigianale, non potrà mai compensare un’offerta turistica completa e di qualità. Senza contare che la pasta fresca, per sua natura, non sarebbe idonea al trasporto all’estero, vanificando l’idea di un prodotto da “esportazione” per il turista. In conclusione, pur apprezzando il riconoscimento del termine IAD e l’apertura a tutte le pastaie, il Comune di Bari deve fare i conti con la realtà normativa. È indispensabile che gli assessori e i tecnici approfondiscano le leggi nazionali e regionali, evitando interpretazioni che, seppur ben intenzionate, rischiano di creare ulteriore confusione e alimentare pratiche illecite. La strada per una vera regolarizzazione è ancora lunga e richiede un impegno serio e una conoscenza approfondita della materia, ma intanto devono fermarsi”.

Truffa delle orecchiette, Home Restaurant presenta esposto in Procura: chieste le dimissioni di Petruzzelli

“L’esposto sarà presentato nelle prossime ore, ma per ragioni di trasparenza e tutela – sia della piattaforma che dell’informazione corretta – scegliamo di pubblicarlo in anteprima. In un momento in cui a Bari l’informazione è in lutto, oscurata da narrazioni parziali e omissive, è doveroso offrire una versione completa dei fatti. Tanto più che, come già accaduto, le notizie escono comunque dalla Procura e finiscono sui media senza contraddittorio. La nostra scelta vuole anche rispondere con chiarezza a chi ci segue e ci scrive, chiedendo verità e rigore”.

Inizia così il comunicato a firma di Gaetano Campolo, CEO del network Home Restaurant Hotel, pronto a presentare nelle prossime ore un esposto alla Procura della Repubblica di Bari e ad altre autorità competenti, in merito alla vicenda nota come “Truffa delle Orecchiette”, che ha investito le pastaie di Arco Basso.

Le Accuse: Abusivismo, Evasione e Truffa Commerciale

Nell’esposto si denunciano violazioni sistematiche da parte di nove pastaie sanzionate per attività abusiva: assenza di scontrini, occupazione del suolo pubblico senza autorizzazione, uso di abitazioni private come esercizi commerciali, e la vendita di orecchiette industriali spacciate per artigianali, ipotizzando una truffa commerciale penalmente rilevante.

Il Comportamento Contraddittorio delle Agenzie Stampa

A rendere il caso ancor più paradossale è, secondo Campolo, la condotta delle stesse agenzie di stampa. ANSA, ad esempio, lo scorso dicembre pubblicò con enfasi la notizia di una multa per “attività abusiva” a Nunzia Caputo pastaia finanziata da Molino Casillo, prima ancora della notifica ufficiale, con il titolo “Home Restaurant illegale”. Ora però, a fronte delle sanzioni alle pastaie dell’Arco Basso, nessuna notizia, nessun titolo, solo interviste pietiste e lacrime, senza spazio per la realtà giuridica delle sanzioni.

L’Assessore Petruzzelli nel Mirino – Chieste le Dimissioni

L’esposto prende di mira anche l’assessore Pietro Petruzzelli, che ha dichiarato pubblicamente a TG Norba e TeleBari che le pastaie possono continuare a produrre “se lo fanno in modo artigianale”. Campolo definisce queste affermazioni gravissime e fuorvianti, perché sembrano giustificare l’illegalità, travisando la distinzione tra illecito penale e semplice irregolarità amministrativa. Alla luce di ciò, Campolo chiede le dimissioni dell’assessore Petruzzelli, ritenendolo responsabile di un danno istituzionale e comunicativo che ha contribuito a confondere i cittadini e delegittimare l’operato della Procura.

Media, Tour Operator e Silenzi Pericolosi

Nell’esposto sono coinvolti anche Paola Laforgia (ANSA Puglia), Luigi Contu (direttore ANSA), RAI Puglia, La Repubblica Bari, Corriere della Sera Bari, accusati di aver negato il diritto di replica e di aver diffuso una narrazione a senso unico. Accuse anche ai tour operator locali, che continuano a portare turisti presso le pastaie, alimentando quella che viene definita una truffa commerciale aggravata.

Conclusione

Quella delle orecchiette di Arco Basso non è una favola popolare da proteggere, ma – secondo Campolo – un caso emblematico di illegalità normalizzata e informazione distorta. L’esposto che sarà presentato a breve punta a ripristinare la legalità e il diritto a un’informazione completa, chiedendo che anche la stampa e le istituzioni tornino ad assumersi le proprie responsabilità.

Nunzia e signore delle orecchiette multate, Home Restaurant: “Parole dell’assessore Petruzzelli sconcertanti”

“Un servizio trasmesso oggi su Telenorba ha scatenato l’indignazione dell’intero comparto dell’ospitalità trasparente e legale, in particolare del settore Home Restaurant, sempre più preso di mira da fake news e strumentalizzazioni, mentre l’illegalità diffusa sembra godere della protezione di una parte della politica locale. Nel mirino delle polemiche, le dichiarazioni sconcertanti dell’Assessore comunale Pietro Petruzzelli, che di fronte alle multe comminate per occupazione abusiva di suolo pubblico nella zona di Bari Vecchia, ha commentato con superficialità: ‘È folklore. Non è detto che dovranno smontare i banchetti entro cinque giorni’. Parole che suonano come un insulto per tutti coloro che operano nel rispetto della legge, dei regolamenti fiscali e della sicurezza alimentare”.

Inizia così il comunicato di Home Restaurant Hotel Srl. “Da anni, infatti, le realtà abusive presenti nel cuore della città vecchia vendono cibo industriale spacciandolo per ‘fatto in casa’, senza emettere scontrini, senza autorizzazioni sanitarie e senza pagare un centesimo di tasse o canoni pubblici. Eppure, sono trattate da ‘folklore’ da chi dovrebbe rappresentare la legalità”, si legge nella nota.

Durissimo il commento di Gaetano Campolo, CEO della piattaforma Home Restaurant Hotel, che accusa apertamente. “Ci troviamo in un Paese capovolto: chi è in regola viene colpito da fake news e diffidenza, mentre l’illegalità viene giustificata da esponenti istituzionali. È uno scandalo. Le case trasformate in negozi abusivi, che truffano i turisti, vengono protette sotto la scusa della tradizione – le sue parole -. È questa l’economia che vogliamo promuovere? Il settore Home Restaurant, da anni impegnato per un modello trasparente, digitale e regolamentato, viene costantemente dipinto come zona grigia o ‘non sicura’, mentre chi opera totalmente fuori legge viene romanticizzato e perfino difeso da assessori in carica”.

L’appello di Campolo è chiaro. “Basta ipocrisie. Lo Stato deve garantire concorrenza leale. La gestione della cosa pubblica non può piegarsi al folklore quando c’è di mezzo l’illegalità. Qui si stanno ingannando i turisti, danneggiando le imprese oneste e calpestando la fiducia dei cittadini». Intanto, a Bari Vecchia, si continua indisturbati a mettere in scena la ‘recita del casalingo’, con bancarelle abusive che invadono le strade e vendono pasta industriale come se fosse tradizione di famiglia. Con il benestare, ormai pubblico, di chi dovrebbe vigilare come per esempio i Nas dei Carabinieri mentre la Procura dimostra di intervenire. Le domande sono: Petruzzelli rappresenta il Comune o gli abusivi? Chi tutela la legalità, se l’illegalità viene raccontata come ‘colore locale’? Un segnale pericoloso, che rischia di demoralizzare gli imprenditori onesti e normalizzare l’illegalità. E il prezzo, alla fine, lo pagheranno tutti.

Truffa delle orecchiette, Rudy Zerbi da Nunzia a Barivecchia. Home Restaurant: “Sistema di abusi e favoritismi”

“Si è consumato un altro capitolo della ben nota truffa delle orecchiette, una vicenda che ha travolto non solo politici locali, ma anche volti noti dello spettacolo. A sfilare inconsapevolmente nel cuore di Bari Vecchia, proprio nel pieno delle indagini, è stato Rudy Zerbi, celebre conduttore del talent Amici di Maria De Filippi. Incurante del clamore mediatico, Zerbi ha preso parte a un bagno di folla tra i vicoli storici, visitando anche il negozio illegale della nota pastaia Nunzia Caputo, la cui attività — priva di autorizzazioni — è sponsorizzata dal colosso Molino Casillo e protetta da un sistema massolobbista barese radicato e potente”.

Inizia così il duro comunicato da parte di Home Restaurant Hotel Srl. “La vicenda mette ancora una volta in luce un sistema di abusi e favoritismi che penalizza chi, come gli Home Restaurant regolari, lavora nel rispetto della legge. Proprio il settore Home Restaurant, infatti, è stato bersaglio di pesanti campagne diffamatorie orchestrate da Mi Manda Rai Tre, in sinergia con la lobby della FIPE (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) e con il coinvolgimento diretto dell’Assessore comunale di Bari, Pietro Petruzzelli”, si legge nella nota.

“È un duro colpo che non può restare senza conseguenze – commenta il CEO della piattaforma Home Restaurant Hotel, leader nazionale del settore con oltre 450 località servite in tutta Italia -. Queste dinamiche devono portare al ripristino della legalità, non solo come esempio per Bari, ma come segnale chiaro per tutto il Paese. Gli Home Restaurant vengono spesso ingiustamente ostacolati dalle autorità locali, mentre realtà abusive come quelle emerse a Bari Vecchia continuano a prosperare sotto la protezione di potenti sistemi di interesse”.

“Dal caso della piattaforma illegale delle Cesarine, da anni operante in una zona grigia senza adeguati controlli, fino alla scandalosa truffa delle orecchiette all’Arco Basso, si evidenzia un quadro preoccupante di illegalità e discriminazione che mina la crescita economica e l’innovazione imprenditoriale del nostro Paese – si legge nella parte finale del comunicato -. Home Restaurant Hotel si appella ora alle istituzioni nazionali affinché si pongano fine a questi abusi e si garantisca un mercato realmente equo, trasparente e competitivo, dove chi rispetta le regole non debba temere chi vive nell’illegalità protetta dalle grandi lobby”.

Truffa delle orecchiette, Home Restaurant Hotel non molla: denuncia del CEO Campolo contro il Bari calcio e i NAS

Gaetano Campolo, CEO della piattaforma Home Restaurant Hotel, torna a parlare della cosiddetta “Truffa delle Orecchiette” e critica aspramente l’ultima trovata pubblicitaria che vede protagonista Nicola Bellomo, numero 10 del Bari Calcio, in un noto negozio abusivo a Bari Vecchia, situato ad Arco Basso. Il punto vendita, gestito da Nunzia Caputo, è da tempo al centro di indagini della Procura di Bari per la vendita di orecchiette spacciate come fatte a mano, ma in realtà di produzione industriale.

Campolo evidenzia come, dopo l’appoggio di politici e VIP, ora anche il Bari Calcio si trovi coinvolto in questa operazione di marketing, che sembra avere come unico obiettivo quello di confondere ulteriormente l’opinione pubblica e aumentare la popolarità della signora Caputo. Da oltre vent’anni, secondo quanto denunciato da diverse segnalazioni, lei e altre “pastaie” vendono prodotti industriali facendoli passare per artigianali, inscenando finte preparazioni su suolo pubblico e allestendo banchetti per attirare turisti e acquirenti ignari.

Ricapitolando Gaetano Campolo, CEO della piattaforma Home Restaurant Hotel, è intervenuto nella vicenda della “Truffa delle Orecchiette” dopo che un servizio di Mi Manda Rai Tre aveva diffuso un’informazione fuorviante, facendo credere che il problema a Bari Vecchia fosse l’attività di home restaurant di Nunzia Caputo. Campolo ha prontamente smontato questa narrazione con le sue denunce, dimostrando che Nunzia Caputo non è un home restaurant, bensì una venditrice abusiva che opera su suolo pubblico senza alcuna autorizzazione.

L’attività della Caputo e delle altre pastaie di Arco Basso non ha nulla a che vedere con il concetto di home restaurant, che si svolge in un contesto privato e regolamentato, mentre nel loro caso si tratta di vendita illegale di prodotti industriali spacciati per artigianali, con tanto di inscenate dimostrazioni per attirare turisti e clienti ignari. Campolo ha evidenziato come il servizio della Rai abbia contribuito a creare confusione nell’opinione pubblica, spostando l’attenzione su un fenomeno che non esiste, mentre la vera irregolarità è sotto gli occhi di tutti: banchetti abusivi su strada, orecchiette industriali vendute come fatte a mano e nessun controllo da parte delle autorità competenti.

Un aspetto ancora più controverso della vicenda è il ruolo della Molino Casillo, che da un lato promuove l’attività illegale di Nunzia Caputo e dall’altro è anche sponsor ufficiale del Bari Calcio. Questo legame evidenzia una strategia di marketing che avvantaggia entrambe le parti, con la squadra biancorossa che, attraverso testimonial come Nicola Bellomo, sembra contribuire a rafforzare l’immagine di una realtà illegale già sotto indagine. Campolo sottolinea come questa sinergia tra Bari Calcio, Molino Casillo e Nunzia Caputo rappresenti un’operazione studiata per legittimare una vendita che viola le normative igienico-sanitarie e commerciali, mentre altre attività regolari devono sottostare a regole rigide e le Lobby di Bari sia Fipe che Confcommercio si sono poste a tutela delle pastaie ignorando i propri associati.

Uno degli aspetti più inquietanti della vicenda, sottolinea Campolo, è l’assenza di controlli da parte dei NAS dei Carabinieri. Nonostante l’attività si svolga apertamente su strada pubblica, senza alcuna autorizzazione sanitaria, i NAS non sono mai intervenuti per verificare le condizioni igienico-sanitarie e la regolarità delle vendite. Un paradosso se si considera, afferma Campolo, che i NAS hanno invece provato a effettuare controlli in alcuni home restaurant, senza successo, in comuni come Passignano sul Trasimeno e in Provincia di Torino. Qui, operando in abitazioni private, tali verifiche richiederebbero un mandato, evidenziando così una disparità di trattamento che solleva interrogativi sulla coerenza delle azioni delle autorità.

Campolo ribadisce che la questione non è solo commerciale ma anche di sicurezza alimentare. Se da un lato l’home restaurant, operando in un contesto privato, deve rispettare normative e regolamenti imposti dalla Costituzione, dall’altro la vendita su suolo pubblico di prodotti alimentari di dubbia provenienza sembra godere di una preoccupante impunità.

Il CEO di Home Restaurant Hotel si chiede dunque per quale motivo le istituzioni non intervengano per mettere fine a questa situazione, mentre realtà innovative e perfettamente legali come gli home restaurant continuano a essere oggetto di ccontrolli incostituzionali che si perdono nel nulla allarmando chi pratica Home Restaurant addirittura come nel caso di Passignano sul Trasimeno, i Nas dei carabinieri hanno provato a violare l’inviolabilità del domicilio privato tutelato dalla Costituzione Italiana.

Campolo invita infine le autorità a intervenire con maggiore equità, ponendo fine a questa anomalia e garantendo ai consumatori trasparenza e sicurezza, affinché la tradizione gastronomica non diventi un pretesto per inganni e operazioni di marketing fuorvianti.

DI SEGUITO LA NOTA DEL LEGALE DI NICOLO BELLOMO

Spettabile REDAZIONE, ho ricevuto mandato dal sig. Nicola Bellomo di impugnare, contestare e, conseguentemente, ai sensi della normativa richiamata in oggetto, acchè provvediate alla immediata rettifica di talune sezioni che compongono la narrativa di un articolo edito sulla Vostra pagina internet il 07.03.25, dal titolo “Truffa delle Orecchiette: Gaetano Campolo Denuncia il Coinvolgimento del Bari Calcio e l’Inazione dei NAS” con dichiarazioni rilasciate dal CEO della nota società Home Restaurant Hotel apprezzabili, per quel che riguarda la posizione del mio assistito, solo per il loro contenuto allusivo e diffamatorio, giacché sfornite del benché minimo supporto probatorio.

Le considerazioni calunniose e diffamatorie che il sig. Campolo ha espresso con riguardo alla posizione del mio assistito rinvengono da una fotografia che ritrae la sig.ra Nunzia Caputo ed il predetto Nicola Bellomo, abbracciati nel locale occupato dalla prima. Detta fotografia compare anche sul sito della società di cui il sig. Campolo è il CEO (vedasi: https://www.homerestauranthotel.com/attualita/truffa-delle-orecchiette-gaetano-campolo-denuncia- il-coinvolgimento-del-bari-calcio-e-linazione-dei-nas/). Ebbene, da ciò il sig. Campolo ne ha inferito per una ipotizzata (e ripetiamo, non dimostrata) attività di sponsorizzazione che il sig. Bellomo Nicola (il cc.dd. testimonial) avrebbe consapevolmente prestato a beneficio della attività svolta dalla sig.ra Cutolo. E’ quindi necessario chiarire che il sig. Bellomo Nicola, nato nel Borgo Antico di Bari conosce la sig.ra “Nunzia” sin da quando era bambino; la foto in questione è viceversa inquadrabile nel normale rapporto di affetto umano tra persone che non solo hanno una conoscenza trentennale ma che, nel caso di specie, si innerva nella passione calcistica della sig.ra Nunzia verso il Bari Calcio e, per l’effetto, dei suoi calciatori; categoria questa alla quale, nell’attualità, appartiene il sig. Bellomo. E’ pertanto solo nei predetti ambiti (di affetto umano e tifo sportivo) che la fotografia in questione deve essere interpretata”.

Truffa delle orecchiette, multa di 5.000 euro a Nunzia. Solite bestemmie e minacce: “Ci vuole tempo”

Siamo tornati a Barivecchia dopo la notizia della multa da 5mila euro inflitta alla regina delle orecchiette di Barivecchia, Nunzia Caputo, e della cessazione dell’attività abusiva di ristorante in casa. Purtroppo a quanto pare le cose non sono cambiate più di tanto. Dopo la solita accoglienza tra minacce e bestemmie, ci siamo accorti che sui banchetti la merce esposta è la stessa. Non abbiamo trovato Nunzia, ma suo marito. Fu lui ad aggredirci nel video che ha fatto il giro del mondo. Non ha voluto parlare con noi e ci ha liquidato con la solita offesa. 

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Truffa orecchiette, Campolo duro su Nunzia: “Pronti a tutto per difendere gli home restaurant”

Gaetano Campolo, CEO della Home Restaurant Hotel Srl, ha fatto visita alle signore delle orecchiette, sottolineando come le recenti linee guida regionali sull’home food e sull’Home Restaurant, sostenute dall’amministrazione comunale di Bari e dall’assessore Pietro Petruzzelli, rappresentino un ostacolo per chi opera nel rispetto delle regole. Definendole incostituzionali e in contrasto con il Bollettino dell’Antitrurst, è pronto a rivolgersi al Tar e a presentare denuncia in Procura se non accetteranno l’aiuto proposto.

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