Donazioni alla Caritas e volontariato, Lerario si pente e ottiene lo sconto della pena. I giudici: “Prova vergogna”

Mario Lerario, l’ex numero uno della Protezione Civile regionale condannato per corruzione, si è pentito. Cosa si nasconde dietro alla decisione dei giudici della terza sezione penale della Corte d’Appello di Bari di ridurre la condanna da 5 anni e 4 mesi a 4 anni e 4 mesi per le tangenti negli appalti della Protezione Civile? Lerario negli ultimi mesi ha deciso di effettuare alcune donazioni in favore della Caritas della diocesi di Bari Bitonto e ha annunciato di essere disposto a fare volontariato.

“Deve darsi atto che al di là dell’assenza di qualsivoglia dubbio in merito alla dazione delle somme di denaro, che risulta documentata e che è stata ammessa da entrambi gli imputati i difensori hanno rinunciato a una serie di complesse eccezioni procedurali, oltre che a profili di merito e di riqualificazione del fatto, e così facendo hanno consentito una ben più agevole e tempestiva definizione del giudizio – si legge nelle carte -. Non può non prendersi atto del contegno ulteriormente collaborativo degli imputati, i quali si sono fatti carico di eseguire dei bonifici in denaro in favore di associazioni onlus, hanno criticamente rivisto la loro precedente condotta di vita, dichiarandosi pentiti e vergognandosi per quanto posto in essere, e disponibili a svolgere attività di volontariato, come documentato. Trattasi di comportamento virtuoso che va apprezzato e gratificato attraverso la rimodulazione del trattamento sanzionatorio”.

Corruzione in Puglia, tangenti per appalti della Protezione Civile: ridotta la condanna per Lerario e Leccese

Sono state ridotte in Appello le condanne per le tangenti negli appalti della Protezione civile. Quattro anni e quattro mesi per l’ex capo della Protezione civile della Puglia, Mario Lerario, e 3 anni per l’imprenditore Luca Leccese. È questa la decisione della Corte d’appello di Bari che ha ridotto le pene comminate in primo grado (5 anni e 4 mesi a Lerario e 4 anni a Leccese). La Corte ha riconosciuto ai due imputati le attenuanti generiche. Le due difese hanno rinunciato ai motivi di appello.

Corruzione in Puglia, tangente di 30mila euro nella stazione di servizio: Lerario chiede il rito abbreviato

Mario Lerario, l’ex numero uno della Protezione Civile pugliese, ha chiesto di essere giudicato con il rito abbreviato e ha rilasciato dichiarazioni spontanee davanti al giudice nell’ambito del processo in cui è imputato per corruzione. Secondo la tesi dell’accusa, Lerario avrebbe ricevuto in due tranche una tangente da 30mila euro dall’imprenditore di Giovinazzo, Antonio Illuzzi (anche lui ha chiesto di essere giudicato con il rito abbreviato). Lerario, già condannato a 5 anni e 4 mesi per altri due episodi di corruzione, si è difeso dichiarando che l’incontro con Illuzzi nella stazione di servizio, in cui l’accusa ipotizza ci sia stato la consegna della mazzetta in cambio di favori nell’assegnazione degli appalti, era finalizzato per alcuni lavori di ristrutturazione da fare nella propria abitazione.

Corruzione in Puglia, tangenti nella Protezione Civile. Sannicandro: “La priorità era salvare vite”

“La priorità era salvare vite umane. I lavori sono stati fatti in una situazione di emergenza e in grande fretta» perché «a inizio lockdown, a marzo 2020, avevamo l’urgenza di mettere subito in funzione i nuovi reparti di degenza e terapie intensive”. Lo ha detto l’ex direttore generale dell’Agenzia regionale per lo sviluppo ecosostenibile del territorio (Asset) della Puglia, Elio Sannicandro, ascoltato come testimone della difesa nel processo che vede imputato l’imprenditore Donato Mottola per una presunta tangente da 20mila euro pagata all’ex dirigente della protezione civile, Mario Lerario, in cambio di appalti.

Per questa e per un’altra tangente da 10mila euro, Lerario è già stato condannato (in abbreviato) a 5 anni e 4 mesi di reclusione per corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio Sannicandro, citato dagli avvocati Vito Belviso ed Elisa Mirabelli che difendono Mottola, è a sua volta indagato (e interdetto per 12 mesi) perché accusato di avere intascato da un altro imprenditore una tangente da 60mila euro per lavori legati al dissesto idrogeologico. Nella sua testimonianza, l’ex direttore di Asset ha ricordato come i suoi compiti all’epoca fossero “di tipo tecnico” e “di coordinamento” tra il dipartimento Salute e la Protezione civile.

Sannicandro ha poi aggiunto come la direzione dei lavori e il Rup fossero invece compiti della Protezione civile. Tra i primi lavori da portare a termine all’epoca, ha sottolineato Sannicandro, c’erano i nuovi reparti di terapia intensiva da crearsi in container per gli ospedali “Perrino” di Brindisi e “Moscati” di Taranto. “Data la grande urgenza – ha aggiunto – i lavori furono completati nel giro di 30-40 giorni. Non c’erano molte ditte in grado di realizzare opere di questo tipo, in Puglia ne furono consultate un paio”, ha detto ancora Sannicandro. Quei lavori furono poi assegnati alla Dmeco di Mottola.

Corruzione, Lerario e Mercurio a processo: Regione Puglia si costituisce parte civile. Nuova udienza il 21 novembre

L’accusa nei confronti di Lerario, ex numero uno della Protezione Civile, è di aver affidato, tra il 2019 e il 2021, appalti ad un imprenditore dopo aver ricevuto tangenti per 35mila euro complessivi. Mercurio è coinvolto in quanto responsabile unico del procedimento nell’ambito delle procedure di affidamento.

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Tangente da 20mila euro a Lerario, Sannicandro non si presenta in aula: il dg di Asset Puglia citato come testimone

Il direttore generale di Asset Puglia (l’agenzia regionale per lo sviluppo sostenibile) è stato citato come testimone dai legali di Donato Mottola, l’imprenditore a processo e accusato di aver versato a Mario Lerario, ex dirigente della Protezione civile pugliese, una tangente da 20mila euro per ottenere alcuni appalti regionali.

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