Parto in anonimato, aggiornate le linee guida nei 5 centri dell’Asl Bari: “Maggiore tutela per mamme e neonati”

Partorire in anonimato garantendo la salute del neonato e della madre in un contesto assolutamente protetto. Nei cinque Centri Nascita della ASL Bari è possibile sin dal 2014, quando sono state adottate le linee guida aziendali aggiornate di recente in attuazione del DPR 396 del 2000 che consente alla madre di non riconoscere il bambino e di lasciarlo nell’ospedale in cui è nato.

“Un evento estremamente delicato – commenta il Direttore generale ASL Bari, Luigi Fruscio – che rende necessario fornire le giuste e pronte tutele alla madre e al neonato, a beneficio dei quali la Asl mette in campo una vera propria rete di protezione fatta di procedure chiare, semplici e definite, strutture adeguate e professionisti preparati”.

Secondo la procedura denominata “Parto in anonimato e abbandono di neonato in ospedale”, infatti, la donna avrà a disposizione un percorso protetto e sicuro – spiega il direttore di dipartimento Paolo Volpe – all’interno del quale riceverà tutta l’assistenza necessaria per partorire in sicurezza e il nascituro verrà immediatamente accudito dal punto di vista sanitario e tutelato giuridicamente”. Le linee guida contengono, in dettaglio, tutte le indicazioni operative e le procedure previste per i casi di parto in anonimato, dall’accesso e presa in carico della donna sino alla gestione dei dati sanitari e anagrafici e, in ultimo, le segnalazioni inviate all’Autorità giudiziaria competente per le successive procedure di affidamento del bambino”.

Le linee guida aziendali prevedono, inoltre, che tutto il personale ospedaliero sia tenuto alla massima riservatezza. Per informazioni: 333.6230365 (Servizi Sociali Ospedalieri) 366.6240059 (EvƏ – Servizio di Salute sessuale).

Evento raro a Foggia, parto trigemino al Policlinico: mamma dà alla luce tre gemelli prematuri. Stanno bene

Tre gemelli, due maschietti ed una femminuccia, dati alla luce da una giovane mamma al policlinico di Foggia. Un parto trigemino che rappresenta una rarità nel panorama ostetrico.

I piccoli sono nati il 17 marzo presso la 1° struttura complessa di ostetricia e ginecologia universitaria diretta dal prof. Luigi Nappi, e sono stati subito affidati alle cure della struttura di terapia intensiva neonatale (Tin), guidata da Gianfranco Maffei.

Il parto è avvenuto tramite taglio cesareo alla trentesima settimana di gestazione. I neonati, pur essendo prematuri – fanno sapere dal policlinico – presentano condizioni stabili grazie all’immediata assistenza fornita dall’équipe multidisciplinare. I piccoli pesano rispettivamente 1460, 1170 e 1290 grammi e sono stati assistiti con ventilazione meccanica non invasiva per garantire un adeguato supporto respiratorio.

“Questa nascita – spiega Elisabetta Esposito, direttrice generale facente funzioni – rappresenta un momento di gioia per la nostra comunità e testimonia l’eccellenza dell’assistenza ostetrica-neonatologica offerta dal nostro ospedale. Siamo orgogliosi del lavoro instancabile del nostro personale sanitario, che ha gestito con professionalità e competenza un evento così delicato”.

I genitori dei piccoli, visibilmente emozionati, hanno voluto ringraziare tutto il team medico-sanitario per il supporto ricevuto e l’attenzione dedicata a ogni fase della gravidanza e del parto. La gravidanza è la quarta trigemina in 3 anni seguita nel servizio di medicina materno fetale della I clinica ostetrica ginecologica, centro di riferimento regionale per le gravidanze gemellari, mentre l’unità di terapia intensiva neonatale del policlinico Foggia si conferma – sottolineano dal policlinico – un punto di avanzata assistenza neonatale in Puglia, garantendo cure all’avanguardia e il massimo impegno per la salute dei neonati più fragili.

Bari, affetta da epidermolisi bollosa dà alla luce una bimba: parto eccezionale al Policlinico. È il quarto caso in Italia

Evento raro ed eccezionale al Policlinico di Bari, dove una donna affetta da epidermolisi bollosa distrofica recessiva, nella sua forma grave, ha portato a termine con successo una gravidanza, dando alla luce una bambina sana. Si tratta di uno dei soli quattro casi documentati in Italia. L’epidermolisi bollosa, conosciuta anche come “sindrome dei bambini farfalla”, è una malattia genetica rara che colpisce circa un neonato su 82mila, rendendo la pelle estremamente fragile e soggetta a lesioni anche a causa di minimi traumi o frizioni. Affrontare una gravidanza in queste condizioni rappresenta una sfida particolarmente complessa.

A distanza di un anno dal parto, la paziente è tornata al Policlinico con la sua bambina, la quale fortunatamente non ha ereditato la malattia, per ringraziare l’équipe multidisciplinare che l’ha assistita durante tutto il percorso, ossia la professoressa Antonella Vimercati, dell’unità operativa complessa di Ginecologia e Ostetricia, la dottoressa Katarzyna Trojanowska, dell’unità operativa di Anestesia e Rianimazione II, e la dottoressa Lucia Lospalluti, responsabile del centro malattie rare epidermolisi bollosa adulti dell’unità operativa di Dermatologia universitaria, diretta dalla professoressa Caterina Foti.

“L’eccezionalità di questo parto, di cui ci sono solo altri 3 casi documentati in Italia, non rappresenta solo un esempio di resilienza da parte della paziente – spiega la prof. Vimercati – ma anche un messaggio di speranza per tutte le persone che convivono con malattie rare, dimostrando che, con il giusto supporto medico, è possibile affrontare le difficoltà più impegnative. La gravidanza è stata gestita con una cura e un approccio multidisciplinare, che si rivelano essenziali per il trattamento di patologie complesse come l’epidermolisi bollosa”.

 

Altamura, non viene riconosciuta dalla mamma dopo il parto: neonata di 2 giorni resta in ospedale

Una neonata di soli 2 giorni non è stata riconosciuta dalla sua mamma. La storia arriva direttamente dall’ospedale Perinei, ad accudirla ora è il personale medico. Alla piccola è stato dato il nome Laura, lo stesso dell’ostetrica che ha aiutato la donna durante il parto e sui social network è già stata attivata una catena di solidarietà per non farle mancare nulla, a partire da body e giocattolini. Come previsto dalla legge la Direzione medica di presidio ha già interessato le autorità preposte.

Brindisi, muore sei giorni dopo aver dato alla luce due gemelli: Procura chiede la seconda archiviazione

La Procura di Brindisi ha chiesto, per la seconda volta, l’archiviazione dell’inchiesta per omicidio colposo, aperta per fare chiarezza sul decesso di Viviana Delego, l’insegnante di 42 anni originaria di Fasano, morta il 22 dicembre 2022, dopo aver dato alla luce due gemelli nell’ospedale Perrino di Brindisi. Il gip del tribunale brindisino, Vittorio Testi, nel marzo scorso, accogliendo l’istanza dei familiari della donna, aveva rigettato la richiesta di archiviazione presentata dai magistrati disponendo altri tre mesi di indagine.

L’obiettivo era accertare, così come chiesto dalla famiglia della vittima, se il trattamento chirurgico a cui fu sottoposta la 42enne, era stato tempestivo e adeguato. Secondo la Procura dagli ulteriori accertamenti non sarebbero emerse novità rispetto a quanto già emerso sulla base della documentazione presentata dal consulente incaricato e ha chiesto così, nuovamente l’archiviazione del caso nato dopo la denuncia presentata dal marito della donna. Secondo quanto ricostruito la 42enne, già madre di una bimba, fu sottoposta a isterectomia a causa di una grave emorragia successiva al parto. Dalla relazione del primario del reparto di Chirurgia generale dell’ospedale Perrino di Brindisi che la operò, emergerebbe che sarebbe stato il ginecologo di turno a chiedergli di intervenire perché, per sua stessa ammissione, non sarebbe stato in grado di eseguire l’intervento di asportazione dell’utero. Dopo l’intervento le condizioni della donna peggiorarono e morì cinque giorni dopo aver partorito.

Ospedale Miulli in fiamme, sala parto d’emergenza in Ortopedia: due bimbi nascono durante il maxi incendio

Sono due i bimbi nati al Miulli di Acquaviva durante il maxi incendio che questa mattina ha colpito l’ospedale di Acquaviva. Il personale sanitario/medico è riuscito ad allestire una sala parto d’emergenza nel reparto di Ortopedia, il resto lo ha fatto il grande coraggio delle due mamme. La prima ha iniziato il suo travaglio naturale tra le fiamme e il fumo nero, la seconda invece ha avuto necessità invece di un parto cesareo d’urgenza. I piccoli, un maschietto e una femminuccia, stanno benissimo.