Frode fiscale e riciclaggio, 4 arresti a Bari: i nomi. Fatture inesistenti a 165 imprese tra loro la Emiliano Srl

C’è anche la Emiliano Srl di Alessandro e Simonetta Emiliano, fratelli del governatore della Regione Puglia Michele Emiliano, tra le 165 aziende che tra il 2018 e il 2023 avrebbero ricevuto fatture false da alcune società cartiere per un importo di oltre 10 milioni di euro.  Così si sono garantiti “facili guadagni intascando il 22% (ovvero l’Iva) su operazioni mai poste in essere”. Nella giornata di ieri i finanzieri di Bitonto hanno eseguito un’ordinanza emessa dal Gip del tribunale di Bari su richiesta della Procura a carico di sei persone: quattro sono finite agli arresti domiciliari, due sono state raggiunte dal divieto temporaneo di esercitare determinate professioni, imprese o uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese. Ai domiciliari sono finiti Francesco Porcelli, Luigi D’Armento, Gaetano Finestrone, Antonello Savino mentre Nicola Garofalo ed Enrico Danese sono stati interdetti. Per tutti l’accusa, a vario titolo, è associazione per delinquere, emissione di fatture false e riciclaggio. A riportarlo è la Gazzetta del Mezzogiorno.

L’azienda Emiliano Srl, con i suoi titolari, non è indagata, ma il suo nome compare nella lista dei clienti di queste cartiere. Nell’inchiesta, coordinata dalla Procura di Bari, sono indagati anche quattro finanzieri (Roberto Nupieri, Rocco Cantatore, Giovanni Vessichelli e Giuseppe Iacono) e tre funzionari dell’Agenzia delle Dogane (Cataldo Manfredi, Giuseppe Elicio e Sonia Della Guardia), oltre a un direttore di banca e un a dipendente di un ufficio postale che avrebbero violato le norme anti riciclaggio agevolando i prelievi di contanti. Sono stati inoltre posti sotto sequestro beni per 5 milioni di euro. Il gruppo, attivo tra Bari e Bitonto, avrebbe emesso fatture per operazioni inesistenti “nei confronti di società realmente esistenti provvedendo al prelevamento e alla restituzione in contante delle somme prelevate trattenendo l’Iva”, spiegano i militari.

 

Fatture false e società cartiere, 4 arresti per frode tra Bari e Bitonto: indagati anche finanzieri e funzionari Dogane

I finanzieri del Comando Provinciale di Bari stanno dando esecuzione nel Barese ad un’ordinanza applicativa di misure cautelari emessa dal gip del Tribunale di Bari su richiesta della Procura e ad un sequestro preventivo di beni per circa 5 milioni nei confronti di 17 persone fisiche e tre persone giuridich

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Evasione fiscale e fatture false per 22 milioni di euro: società barese nei guai. Denunciati 5 imprenditori

I Finanzieri del Comando provinciale di Bari hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo del valore di oltre 2,7 milioni di euro, tra saldi attivi di conti correnti, quote societarie, autovetture e immobili, nei confronti di una società operante nell’area metropolitana di Bari attiva nel settore del commercio di parti di autoveicoli.

Il provvedimento, emesso dal gip del Tribunale di Bari su richiesta della Procura, prende origine da una verifica fiscale eseguita dalla Compagnia di Monopoli, sotto il coordinamento del I Gruppo Bari, che avrebbe permesso di delineare una presunta frode “carosello” che avrebbe coinvolto 9 imprese, 4 delle quali con sede in Ungheria. L’obiettivo sarebbe stato quello di consentire l’ottenimento di illeciti vantaggi fiscali tramite l’indebita detrazione dell’Iva. Il meccanismo fraudolento emerso ricalca il collaudato metodo delle transazioni attuate attraverso società fantasma nazionali (cd. “cartiere”, prive di qualsivoglia operatività e sostanza patrimoniale), che si sono interposte nella cessione tra il cedente comunitario e il reale operatore economico nazionale acquirente, con l’obiettivo di far gravare sulle prime l’importante debito IVA derivante dalle cessioni nazionali in parola, da queste poi non versato.

L’azienda sottoposta a verifica avrebbe anche effettuato numerose operazioni di vendita senza emissione della documentazione fiscale, provvedendo a giustificare le uscite di magazzino con l’emissione di fatture per operazioni inesistenti nei confronti di società aventi sede in Ungheria, con le quali avrebbe simulato transazioni commerciali, di fatto, mai avvenute. L’attività, che ha consentito di recuperare a tassazione l’imposta evasa, ha portato al deferimento all’Autorità Giudiziaria di 5 soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, di emissione/utilizzo di fatture false per un giro superiore ai 22 milioni di euro, nonché con la denuncia delle società coinvolte per le correlate ipotesi di reato per responsabilità amministrativa degli Enti. L’impresa verificata, oltre agli illeciti benefici di carattere fiscale, attraverso la partecipazione alla presunta frode carosello avrebbe potuto acquistare i prodotti commercializzati a costi inferiori a quelli di mercato, così da praticare prezzi estremamente concorrenziali, collocandosi in una posizione di assoluto rilievo nel settore e territorio di riferimento.

Fatture false da “cartiere” cinesi, nei guai società di Ruvo. Blitz della Finanza: sequestro per 147mila euro

Fatture emesse per operazioni inesistenti che avrebbero permesso a una società di Ruvo di Puglia (Bari) di non versare l’Iva su merce che è risultata essere venduta in nero a imprese diverse da quelle che la fatturavano.

È quanto hanno scoperto i finanzieri della compagnia di Molfetta (Bari) che hanno eseguito un provvedimento di sequestro, finalizzato alla confisca, firmato dal gip del tribunale di Trani su richiesta della locale Procura che ha coordinato le indagini. Tre gli indagati: si tratta di un uomo di Ruvo, titolare della società specializzata nella “confezione in serie di abbigliamento esterno”, spiegano gli inquirenti, e di due cittadini di nazionalità cinese responsabili di due società cartiere con sede a Venezia.

Le indagini sono iniziate dopo una segnalazione inoltrata dai finanzieri veneti che hanno così, nell’aprile dell’anno scorso, dato il via alle indagini. La società del Barese ha subito un controllo fiscale da cui è emerso, secondo quanto accertato dai militari, che nel 2016 e nel 2017 avrebbe utilizzato fatture per operazioni inesistenti per un importo complessivo di oltre 670mila euro, con relativa Iva pari a 150mila euro. Le fatture sarebbero state emesse dalle società con sede in Veneto e riconducibili ai due uomini di nazionalità cinese che così avrebbero permesso alla ditta di Ruvo non solo di evadere le tasse ma anche di vendere in nero la merce prodotta. I tre rappresentanti legali delle società indagate, sono stati denunciati e a vario titolo, rispondono di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti ed emissione di fatture per operazioni inesistenti. I beni sequestrati hanno un valore di 147mila euro pari al valore dell’Iva non versata

Fatture false e autoriciclaggio nel Barese, maxi sequestro da 4,3 milioni di euro: arrestato amministratore

I Finanzieri del Comando Provinciale di Bari, a esito di articolate indagini di polizia giudiziaria coordinate dalla Procura della Repubblica di Trani per reati fiscali e per autoriciclaggio, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari nei confronti dell’amministratore pro tempore, e successivamente ‘di fatto’, di una società della provincia barese operante nel settore del ‘commercio all’ingrosso’ e ad un sequestro preventivo di beni per un valore complessivo di oltre 4,3 milioni di euro.

Il provvedimento, emesso dal gip del Tribunale di Trani, su richiesta della Procura locale, giunge al termine di una verifica fiscale e delle correlate indagini di polizia giudiziaria delegate al Nucleo Operativo Metropolitano della Guardia di Finanza di Bari, che vedrebbero coinvolte complessivamente 5 persone fisiche e 7 persone giuridiche.

Le ipotesi investigative riguarderebbero una complessa frode fiscale derivante dall’emissione di fatture per operazioni giuridicamente inesistenti da parte della società, risultata essere una mera “cartiera”, e dal successivo loro utilizzo da parte di altre società, principalmente gestite dall’indagato arrestato. Secondo gli inquirenti, inoltre, l’uomo avrebbe fatto confluire, nei conti correnti delle altre società, buona parte dei flussi finanziari transitati sul conto corrente postale della società “cartiera”.

La Procura della Repubblica di Trani, in virtù della normativa che prevede la possibilità di applicazione anche della ‘confisca per equivalente’ per i reati tributari, ha avanzato una richiesta di sequestro di beni e utilità, al fine di inibire il consolidamento del vantaggio economico derivante dalle condotte fraudolente poste in essere. Il gip ha quindi emesso il decreto di sequestro preventivo dei beni e rapporti finanziari nella disponibilità della società e dei suoi amministratori, disponendo altresì la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti dell’amministratore ‘di fatto’ della società “cartiera”

Fatture false e truffa per ottenere fondi di Garanzia Giovani, la Kronos respinge le accuse: “Nessuna irregolarità”

“L’attività esplorativa svolta in data di ieri fa riferimento esclusivamente alla verifica, da parte della Procura Europea, di alcune spese relative all’organizzazione dei corsi finanziati nel periodo 2019-2022, già oggetto di analoga e positiva verifica da parte degli Organi di controllo amministrativi. Siamo quindi certi che anche questa ulteriore iniziativa ispettiva, non potrà che valutare la piena correttezza dell’operato svolto”. Inizia così la nota diramata dalla Kronos all’indomani delle perquisizioni disposte dall’Eppo di Roma nell’ambito dell’inchiesta in cui sono coinvolti Alessandro D’Adamo, legale rappresentante della Kronos, la sorella Annalisa e il cognato Danilo Cicchetti.

Dopo la perquisizione a D’Adamo è stata revocata la delega di assessore al Bilancio del Comune di Bari. Le ipotesi di reato sono quelle di truffa aggravata per il conseguimento di fondi dell’Unione europea e di emissione di fatture per operazioni inesistenti in relazione al programma Garanzia Giovani. “Mai sono state gestite iniziative formative senza un reale aggancio al mondo del lavoro, che da sempre invececi accorda fiducia e piena collaborazione. Mai sono stati effettuati pagamenti che non fossero documentati e correlati a prestazioni effettivamente svolte, né tantomeno nelle indagini sono state ipotizzate assunzioni fasulle; circostanze peraltro provate dagli innumerevoli controlli effettuati dagli enti preposti nel corso degli anni”, si legge ancora nella nota.

Fatture false e truffa per ottenere fondi di Garanzia Giovani: tre indagati tra loro due baresi. Perquisizioni in corso

I Finanzieri del Comando Provinciale di Bari da questa mattina stanno dando esecuzione in Bari e in provincia, oltre a Lecce e Andria, a un decreto di perquisizione domiciliare e locale nei confronti di due persone residenti nel capoluogo barese e di alcuni enti a loro riconducibili, su provvedimento di perquisizione emesso dalla Procura Europea con sede a Roma.

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