Controlli nel Barese, verifiche a tappeto della Finanza nei b&b: scoperte evasioni fino a 2,6 milioni

Negli ultimi quattro mesi il comando provinciale della Guardia di Finanza di Bari ha intensificato i controlli nelle strutture ricettive riscontrando alcune irregolarità, tra redditi non dichiarati e lavoratori assunti in modo irregolare. Al momento sono 2,6 i milioni di euro di redditi recuperati a tassazione a cui si aggiungono 350mila euro di violazioni in materia di versamento dell’Iva. Sono due i titolati di strutture ricettive che sono stati denunciati per omessa comunicazione delle persone ospitate in struttura alle autorità di pubblica sicurezza.

Tra loro anche il responsabile di un B&B che “pur avendo comunicato l’inizio dell’attività non solo non era in possesso del codice identificativo di struttura ma era anche completamente sconosciuto al fisco”, si legge nel report. I militari hanno scovato più di 860mila euro di redditi non dichiarati. In un altro caso invece, il titolare di un’altra struttura ricettiva ha integrato le dichiarazioni già presentate negli anni precedenti versando quasi 800mila euro e “procedendo al pagamento, a titolo di ravvedimento operoso, di imposte e sanzioni per 200mila euro”. Controlli anche per il servizio Ncc, ovvero il noleggio auto con conducente, sprovvisti di licenza e segnalati dal comando della polizia municipale di Bari.

Sono complessivamente 142 i lavoratori in nero e 198 quelli irregolari scoperti. Sono invece 47 i datori di lavoro sanzionati con multe da 3.900 euro fino a 23.400 euro. Sono stati inoltre sequestrati 134 mila prodotti non sicuri e considerati dannosi per la salute, con sei persone denunciate e 30 segnalate. Infine sono stati sottoposti a sequestro 14mila prodotti, tra capi di abbigliamento, accessori moda e trucchi, perché contraffatti.

Bancarotta fraudolenta nel settore edilizio, perquisizioni nel Barese: 4 indagati. Nel mirino 5 società

L’operazione odierna trae origine da un’indagine avviata dalla Procura di Bari su una serie di operazioni poste in essere da una società (e in un caso dalla sua controllante), operante nel settore delle costruzioni edili, per la quale è in atto la procedura di concordato preventivo, instaurata a seguito del ricorso per l’apertura della liquidazione giudiziale avanzato dalla Procura della Repubblica barese nel 2022.

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Bari, la Guardia di Finanza scopre 20 barche sconosciute al Fisco: multe per un valore di 3 milioni di euro

I militari della Stazione Navale della Guardia di Finanza di Bari hanno identificato negli approdi del capoluogo diverse imbarcazioni da diporto battenti bandiera estera, di fatto appartenenti a cittadini italiani. La verifica successiva circa gli obblighi fiscali che disciplinano la proprietà di imbarcazioni all’estero, nell’ambito del cosiddetto ‘monitoraggio fiscale’, ha consentito alle Fiamme Gialle di riscontrare la mancata compilazione del quadro relativo al monitoraggio su investimenti e attività finanziarie all’estero, della dichiarazione dei redditi da parte dei rispettivi titolari. In particolare, sulla scorta della documentazione, i finanzieri hanno accertato che 20 unità da diporto sottoposte a controllo (battenti bandiera estera) sono risultate completamente sconosciute al fisco.

L’omessa dichiarazione di tali imbarcazioni, riferita agli ultimi cinque anni d’imposta, comporterà l’irrogazione di sanzioni amministrative su un valore stimato delle imbarcazioni di circa 3.000.000 di euro. Il considerevole numero di bandiere estere issate sulle imbarcazioni da diporto di proprietà di cittadini italiani è riconducibile al cosiddetto fenomeno del ‘flagging out’, attraverso il quale molti proprietari di natanti, in alcuni casi yacht di lusso, preferiscono ‘emigrare’, solo sulla carta, verso registri navali esteri, dismettendo così la bandiera nazionale, nel tentativo di nasconderne il possesso al fisco italiano e realizzare una notevole riduzione dei costi di gestione riferiti alle dotazioni di sicurezza e alle periodiche revisioni, nonché di acquisire la possibilità di navigare senza limitazioni.

Pesca illegale, sequestrati 150 chili di ricci di mare a Taranto: denunciati 6 pescatori

I militari della sezione operativa navale della Guardia di Finanza di Taranto hanno sottoposto a sequestro 150 kg di ricci di mare, pari a circa 2.200 esemplari, raccolti da sei pescatori nonostante il divieto imposto dalla legge regionale. Il prodotto ittico era verosimilmente destinato ad essere immesso sul mercato nero. In seguito al sequestro, i ricci sono stati rigettati in mare per consentirne la ripopolazione.

I controlli eseguiti dalla Guardia di Finanza lungo il litorale costiero tarantino, in materia di pesca e di commercio ittico, sono riconducibili alla più ampia azione di polizia economico-finanziaria di controllo economico in mare e nelle acque interne. La legge della Regione Puglia prevede il blocco triennale della pesca dei ricci di mare al fine di garantire un periodo di ripopolamento della specie, per preservare la risorsa ittica e scongiurare il rischio di estinzione dovuto ai massicci prelievi.

La Finanza da Biosalus, fari su teste di legno e un noto consulente: “L’unico capo è Mauro Messina”

Non abbiamo ricevuto risposte ufficiali da parte di Biosalus. Voci di corridoio affermano come per l’azienda si tratti solo di “controlli normali e di routine” e che tutto sia sotto controllo. Questa volta ci occupiamo dell’inchiesta con alcune carte particolari.

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