Bari, minacce all’ex compagna. Romeno pestato dai parenti a Ceglie: condannati Damiano e Cosimo Di Cosola

Il Tribunale di Bari ha condannato a un anno di reclusione Damiano Di Cosola e a 10 mesi il figlio Cosimo, rispettivamente di 53 e 22 anni, per il pestaggio di avvenuto a Ceglie del Campo il 10 ottobre 2022 ai danni di un cittadino romeno di 34 anni. Il primo risponde dei reati di lesioni aggravate e porto di bastone e il figlio a 10 mesi, il secondo solo della prima imputazione.

La vittima aveva avuto una relazione con una loro parente (nipote di Damiano e cugina di Cosimo) ed era stata poi denunciata dalla stessa donna per stalking, rimediando anche il divieto di avvicinamento.

Nonostante questo l’uomo si era recato vicino l’abitazione dell’ex compagna nei giorni antecedenti all’aggressione e aveva iniziato ad importunarla dopo averla incontrata in una stazione di servizio.  Secondo quanto riportato nel capo d’imputazione, sarebbe stato colpito in una stazione di servizio da padre e figlio con calci, pugni e un “grosso bastone”, riportando un trauma cranico “escoriato” e una ferita alla mano sinistra giudicabile guaribile in sette giorni. Tutto è stato registrato in un video diventato virale all’epoca. 

 

Mercedes travolge moto sul lungomare di Bari, due feriti gravi: caccia al pirata della strada. Indagini anche a Ceglie

La Polizia Locale di Bari è sulle tracce di due di pirati della strada. Il primo ha investito la sera del 31 dicembre una coppia a bordo di uno scooter prima di scappare senza prestare soccorso. Si tratta di una Mercedes nera, l’incidente sul lungomare di Bari all’altezza di San Giorgio. La coppia è stata sbalzata dalla moto: alla donna, ricoverata al Policlinico, è stata asportata la milza mentre l’uomo si trova al Di Venere dopo essere stato sottoposto ad un triplo intervento a bacino, clavicola e gamba. La Mercedes nera ha un finestrino rotto.

Indagini in corso anche sull’investimento del 58enne trovato agonizzante da un passante a Ceglie del Campo. Si trova ricoverato nel reparto di Rianimazione al Policlinico. Sarebbe stato investito da una moto.

Bari, omicidio a Ceglie: al via la perizia sui telefonini sequestrati. Da chiarire la posizione dei 3 ragazzini indagati

La Procura di Bari vuole vederci chiaro sull’omicidio di Nardev Singh, il 38enne indiano ucciso il 31 maggio scorso in un casolare abbandonato di Ceglie del Campo. Verranno effettuati accertamenti sui telefonini sequestrati a Paolo Natale Guglielmi e ai tre indagati a piede libero (P.C., A.B. e D.M.), la perizia è stata affidata al consulente Davide Carnevale. L’obiettivo è quello di estrapolare messaggi e dati con l’obiettivo di avere più chiarezza attorno alla vicenda.

In carcere sono finiti Paolo Natale Guglielmi, un 18enne (all’epoca dei fatti minorenne) e un 17enne. Tutti e tre hanno fatto scena muta davanti al gip durante l’interrogatorio di garanzia. A sparare, secondo le indagini, sarebbe stato il primo. Il tutto per provare su un bersaglio umano la pistola appena comprata. Resta però da chiarire la posizione dei tre indagati. Si trovavano nella piazza di Ceglie del Campo e hanno portato via in macchina i tre, arrivati a piedi, dopo l’omicidio. Il tutto è stato ripreso dalle immagini delle telecamere della zona. Erano a conoscenza di quanto accaduto? Secondo il gip no. “Non è possibile sostenere che fossero effettivamente a conoscenza degli intenti omicidiari, non ci sono elementi in grado di poter ritenere che gli stessi abbiano effettivamente fornito un contributo alla preparazione ed esecuzione dell’azione omicidiaria, anche offrendo supporto logistico agli esecutori materiali del delitto”, si legge nelle carte. Secondo l’accusa però i tre indagati devono essere arrestati.

Omicidio a Ceglie, il 38enne Nardev Singh ucciso per testare la pistola: i tre giovani arrestati fanno scena muta

I tre ragazzi arrestati con l’accusa di aver ucciso Nardev Singh, il 38enne indiano ucciso la sera del 31 maggio scorso nel casolare abbandonato a Ceglie del Campo, sono rimasti in silenzio durante l’interrogatorio. Tra loro il 21enne Paolo Natale Guglielmi. Davanti al gip si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. L’accusa nei loro confronti è quella di omicidio volontario, aggravato dalla minorata difesa della vittima. Secondo le indagini avrebbero sparato alla vittima per testare una pistola appena comprata.

Omicidio a Ceglie, la lettera del vescovo di Bari: “Fratello Singh perdona il nostro silenzio assordante”

“Carissimo fratello Singh, perdonami se solo ora la mia penna riesce a indirizzarti queste parole che forse riterrai inutili, perché tardive, ma alla luce di quanto emerso dalle indagini sul tuo assassinio, non potevo non scrivere”. Inizia così la lettera dell’Arcivescovo di Bari-Bitonto mons. Giuseppe Satriano sull’omicidio di Singh Nardev, ammazzato nel casolare a Ceglie del Campo da tre giovani ragazzi.

“Mi sei caro in quanto fratello, e carissimo perché il sogno di vita che ha animato e sostenuto il tuo peregrinare, sino in Italia, a Ceglie, è stato banalmente violato, distrutto per sempre. La terra che ti ha generato, l’India, con i suoi colori e i profumi delle spezie di oriente, non ti vedrà più fare ritorno – si legge -. Perdonami, caro Singh, e perdona il silenzio assordante con cui abbiamo coperto le condizioni disumane di vita non solo tue, ma di tanti fratelli e sorelle presenti nelle nostre opulente realtà, spesso sorde al grido di aiuto che sale dal cuore dei poveri. Sì, i poveri, tutti i poveri, senza distinzione di nazionalità o di colore della pelle. Sembra che i poveri non abbiano né storia, né futuro, ma soprattutto che non abbiano diritto di cittadinanza nella società del benessere. Nonostante i ripetuti appelli del Papa, i nostri tessuti sociali sono ancora inclini a emarginare e scartare, creando quei vuoti esistenziali, privi di valori, nei quali facciamo crescere i nostri figli. Figli che, da nostri, si trasformano in “mostri”, perché ci siamo dimenticati anche di loro. Caro Singh, è doloroso registrare la “banalità” con cui il male è entrato nella tua vita, uccidendola. Ma è altrettanto triste prendere coscienza che tale “banalità del male” è generata dalle nostre scelte miopi e dall’indifferenza con cui spesso conduciamo le nostre esistenze. Così trasmettiamo l’idea che persone come te, e tanti altri nelle tue condizioni, siate vite senza valore, che contano poco, se non addirittura niente. Perdono, caro Singh. Chissà quanti pensieri nel tuo cuore, mentre quella pallottola partiva da una pistola che, nelle mani di due adolescenti, sembrava essere solo un giocattolo. Avrai pensato ai tuoi cari e all’assurdità di quanto stava accadendo. Ti prometto che non ci arrenderemo con docilità alla tirannia dell’indifferenza. Non dimenticheremo te e il tuo assurdo sacrificio, ci impegneremo ad accorgerci di chi oggi vive nelle tue stesse condizioni, ci impegneremo a occuparci dei ragazzi che non hanno saputo riconoscere in te un uomo come loro, ci impegneremo con tutte le nostre forze a vivere a occhi aperti. Tu, se puoi, perdonaci e, dall’alto, per favore, aiutaci a essere tutti più umani”.

Ceglie, Guglielmi e gli amici incastrati dal parente-collaboratore: “Ridevano in videochiamata dopo l’omicidio”

“Nella notte mi dissero che c’era un lenzuolo bianco vicino all’ex ospedale, capii che Paolo aveva combinato un guaio. Lo videochiamai e rideva, era in compagnia di quei due ragazzi”. Questo è il racconto fornito da Michele Guglielmi, 22enne aspirante collaboratore di giustizia, agli inquirenti in merito all’omicidio del 38enne indiano Singh Nardev, ucciso da un colpo di pistola nel casolare dell’ex Opera Pia a Ceglie il 31 maggio scorso.

Fondamentale è stato il suo racconto per chiudere le indagini. Paolo è Paolo Natale Guglielmi, il più grande dei tre giovani arrestati ieri mattina. È stato lui a sparare, secondo le indagini, per “gioco”. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti volevano provare una pistola appena comprata su un bersaglio umano dopo aver colpito alcuni bidoni della spazzatura. Singh Nardev si è trovato al posto sbagliato nel momento sbagliato. 

I tre, tra cui un minorenne, tutti vicini a ambienti criminali, sono stati arrestati con l’accusa di omicidio, aggravato dalla minorata difesa. A Ceglie la famiglia di Guglielmi è nota nella malavita. Il fratello era affiliato al clan Mercante ed è in carcere da tempo, mentre il 21enne Paolo viene descritto da molti come una testa calda. Tanto da volersi vendicare del clan Strisciuglio e fare casino contro di loro per aver ricevuto uno schiaffo in piazza nel 2022.

“Il pomeriggio del 31 vennero da me per farsi prestare 1.200 euro perché volevano comprare una moto da cross, andarono da uno, provarono il motore e poi desistettero. Paolo acquistò una pistola a 250 euro, poi venne da me a prendere i proiettili. Voleva la sua vendetta, gli dissi che rischiava di accendere un’altra guerra”, le parole di Michele Guglielmi. 

Omicidio a Ceglie, ucciso Singh Nardev. Movente choc: “I tre ragazzi volevano testare pistola appena comprata”

I tre giovani ragazzi arrestati questa mattina, tra cui due maggiorenni (uno era minore all’epoca dei fatti) e un minorenne (il maggiorenne arrestato è Paolo Natale Guglielmi), avrebbero ucciso il 38enne indiano Singh Nardev, morto in un casolare abbandonato la sera del 31 maggio scorso, perché volevano testare il funzionamento di una pistola appena comprata. Sarebbe questa l’origine sconvolgente del tragico evento. I tre hanno comprato una pistola a salve modificata al costo di 250 euro, dopo averla testata su alcuni oggetti hanno optato per il bersaglio umano. Al maggiorenne, sono state contestate anche le aggravanti della minorata difesa e dell’aver agito in concorso con minori d’età. Nonostante la ricostruzione i giudici non hanno condiviso la contestata aggravante della premeditazione.

La tesi del movente è stata svelata da un collaboratore di giustizia, parente di uno dei giovani assassini. A lui si erano rivolti per comprare i proiettili “Dopo aver sparato mi hanno fatto una videochiamata, nel quale mi hanno raccontato ridendo cosa era successo”, ha detto. I tre poi si sono allontanati come se nulla fosse e hanno raggiunto la piazza di Ceglie, dove ad attenderli c’erano tre amici che con un’auto li hanno portati via. Questi ultimi sono indagati. Le indagini svolte dalla Squadra Mobile della Questura di Bari e richiamate nei provvedimenti cautelari, si sono fondate, tra l’altro, sulle audizioni dei testimoni oculari, sull’esame delle immagini di video sorveglianza acquisite, sulle intercettazioni telefoniche che hanno interessato i presenti all’interno della struttura abbandonata al momento del fatto e le persone sottoposte alle indagini.

Singh Nardev era del tutto estraneo a contesti criminali. Si trovava in Italia dal 2006, qualche giorno prima di essere ucciso aveva trovato un altro lavoro in un fruttivendolo.

Omicidio a Ceglie, 38enne indiano ucciso nel casolare: arrestati 3 giovani. Altri 3 complici indagati per la fuga

Ancora ignota la causa dell’omicidio. Le indagini si sono fondate sulle audizioni dei testimoni oculari, sull’esame delle immagini di video sorveglianza acquisite, sulle intercettazioni telefoniche che hanno interessato i presenti all’interno della struttura abbandonata al momento del fatto e le persone sottoposte alle indagini.

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